Le società partecipate sono costate alla Regione un miliardo di euro in quattro anni (dal 2009 al 2012) e sono quasi tutte in costante perdita. Hanno 7300 impiegati, a fronte di un impegno economico che ammonta, nel 2011, a 323 milioni, somma che non include contratti a tempo determinato, atipici e consulenze.
Sono alcune delle criticità emerse dall’indagine condotta dalla Corte dei conti nel quadriennio 2009-2012: “L’analisi del quadro normativo e applicativo del piano di riordino societario della Regione, con riferimento alla materia del personale, ha mostrato che il fenomeno delle spese per il personale degli organismi in questione ha un consistente impatto sul Bilancio regionale senza alcuna prospettiva deflattiva».
L’87% delle risorse umane (6.344 unità su 7.291) è concentrato in quattro società:Sicilia emergenza urgenza sanitaria, Ast, Beni culturali e Multiservizi, queste ultime due confluite nella Servizi ausiliari Sicilia.
Nella relazione si sottolinea anche come non siano più rinviabili misure correttive per adeguare il dimensionamento organizzativo, sia in termini numerici che di professionalità, al reale fabbisogno, aspetto già sottolineato da una recente sentenza della stessa Corte. La Sicilia è la Regione che detiene il maggior numero di partecipazioni societarie, 33 su un totale di trecento, e presenta la maggior incidenza di società per azioni partecipate, 26 società, 10,3% del totale delle S. p. a. a partecipazione regionale in Italia; la Regione primeggia anche per il numero di partecipazioni totalitarie (13 su un totale di 89 società, pari al 14,6%), anche se il valore delle quote detenute rappresenta il 6,6% del totale.
A preoccupare i magistrati contabili è, inoltre, il fatto che le società a totale partecipazione pubblica evidenziano costanti e rilevanti perdite d’esercizio: «La condizione di costante perdita di esercizio è inequivocabile sintomo di una patologia da inefficienza che assurge a fenomeno sistemico e genetico. In altri termini, si attaglia bene all’esperienza delle partecipate della Regione l’affermazione secondo cui queste società a matrice pubblica nascono e si sviluppano in condizioni di intrinseca insolvenza e non profittabilità».
Nel totale, oltre un miliardo di euro, negli ultimi quattro anni, è passato dalla Regione alle società partecipate sotto tre differenti forme: erogazione come corrispettivo ai servizi forniti; forme di sostegno e compensazioni; ripiano delle perdite e ricapitalizzazioni.