" Le vicende del Porto di Trapani iniziano da lontano. Occorre risalire almeno al 2005 e alla ormai famigerata America's Cup. Per allestire in tempo il porto per la Louis Vuitton Cup, il Governo Berlusconi varò per la prima volta il decreto “grandi eventi” che affidò alla Protezione Civile l’esecuzione delle opere e appalti per oltre 100 milioni di euro di finanziamenti, stabilendo nelle more che la Protezione Civile avrebbe garantito le regolarità dei progetti e delle relative esecuzioni. Ad anni di distanza, non solo il Porto di Trapani versa in condizioni strutturali critiche, ma proprio queste criticità sono state lo specchio di lavori volutamente mal fatti per favorire la connivenza tra mafia, istituzioni ed imprenditoria.
È storia come la holding dei Morici, padre e figlio imprenditori trapanesi, si sarebbe aggiudicata in modo fraudolento gli appalti sotto l'occhio vigile di Cosa nostra per la strutturazione del porto tra il 2001 e il 2005, attraverso l'esistenza di intese con il boss Fancesco Pace, esponenti politici e altre imprese partecipanti, nell'aggiudicazione e utilizzare materiali non conformi, tali da alterare la stabilità delle opere nel tempo, così come stato per altre strutture, che sono le conseguenze tangibili della frode nelle pubbliche forniture con la complicità di funzionari pubblici.
Sui lavori e sui 40mln di €. per i lavori delle nuove banchine di Ronciglio riferì Nino Birrittella, nell'operazione "corrupti mores", evidenziando il ribasso d'asta e le garanzie del Sen. D'Alì nei confronti dei Morici. A questi fatti, ne seguirono altri che videro stringersi la maglia tra la "mafia degli appalti" e Cosa Nostra, che avevano ancora in auge nomi importanti come Coppola, Virga e Pace. Che ne hanno sempre uno alle spalle, importantissimo, che è Matteo Messina Denaro. Malfatti, in realtà, che investono centinaia di migliaia di euro su una scientifica operazione di deturpamento della Città stessa, perchè si sa che la manutenzione e le riparazioni hanno un costo.
Apprendiamo oggi che, davanti allo scempio strutturale che è ancora oggi il Porto di Trapani- ma soprattutto davanti a problemi di trasparenza nella gestione dello stesso che hanno visto coinvolti a vario e oneroso titolo istituzioni importanti, ieri ed oggi, come il Sen. D'Alì e l'on. Fazio allora sindaco di Trapani - lo stesso Senatore della Repubblica incontra in forma privata il Ministro Lupi, come testimoniato dagli organi di stampa, per parlare di un nuovo progetto per le banchine del Porto. Insieme a Lupi e D'Alì, spiccava l' ing. Viviano, che vanta un avviso di garanzia per falso e abuso d'ufficio per le faccende del Porto di Marsala.
A fronte di una storia che vede implicati ed intrecciati tra loro i poteri forti della politica, dell'imprenditoria locale e della mafia, è inaccettabile che gli stessi discutibili attori continuino ad intessere progetti sul Porto e le sue infrastrutture, nelle segrete stanze, perpretando modi grigi e poco trasparenti. Chiediamo al Governo di affrontare una discussione pubblica sullo stato in cui versa l'infrastruttura più importante per l'economia di Trapani e di adottare tutti i provvedimenti atti a garantire un iter trasparente con tutti gli attori e le parti sociali, al fine di non continuare a perpetuare e legittimare gli accordi di potere con chi ha enormi responsabilità sulle vicende del Porto".