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28/02/2014 06:05:00

"Pochi 5400 euro al mese". Si lamenta l'assessore Bonafede

 A noi pezzenti 5400 euro al mese sembrano una fortuna, roba da “win for life”. Ma c’è chi potrebbe anche fare la fame, con quei soldi. O quasi. E’ Ester Bonafede, assessore al Lavoro in quota Udc della Giunta regionale siciliana. Si è sfogata: troppo pochi 5400 euro per l’incarico di governo.  Dice: «Un paradosso per un assessore regionale, meno di un deputato, di un capo di gabinetto, di un commesso».

L’imbarazzo per questa dichiarazione ha colpito anche l’Udc siciliana, che non ha detto una parola per difenderla. Firetto, capogruppo dell’Udc all’Ars dichiara: «L’esternazione dell’assessore Bonafede sul suo compenso è stata obiettivamente infelice. Lo stipendio degli assessori “tecnici” siciliani è uguale a quello dei loro colleghi “tecnici” di tutta Italia». E invita tutti, «in questo momento di difficoltà, a misurare parole e comportamenti».

Ed ecco una rassegna di altre reazioni. Cappello, del Movimento Cinque Stelle, commenta: «Se l’assessore Bonafede ritiene troppo basso il suo stipendio, può sempre emigrare al Nord come sono costretti a fare tantissimi giovani e padri di famiglia, anche a causa del cattivo lavoro svolto finora dall’assessore e dalla Giunta regionale. A Caltagirone, per l’indifferenza e il silenzio di questo governo, tra qualche giorno chiuderà una storica casa di riposo per anziani i cui dipendenti non ricevono lo stipendio da anni».

Vullo (Pd): «L’assessore Bonafede avrebbe fatto meglio a tacere, piuttosto che lamentarsi dell’entità del suo stipendio. La spending review è una cosa seria; ed era ovvio che dovesse riguardare anche gli assessori regionali. Le sue frasi sono non solo inopportune, ma anche irriguardose nei confronti dei siciliani e di tanti lavoratori che percepiscono molto meno di quanto la Bonafede da assessore merita. Mi pare che in diverse occasioni l’assessore al Lavoro abbia lasciato a desiderare nella sua attività di governo e, addirittura, si sia resa protagonista di atti che, al di fuori dei bandi pubblici, beneficiavano soggetti secondo il metodo del motu proprio, salvo poi a ritirarli prendendo atto che era vergognoso».
Morana (Cgil): «È incredibile che un esponente del governo si lamenti del suo stipendio, di fronte al dilagare del disagio sociale». Per la Cgil «è col mondo del lavoro in difficoltà, per il quale il governo dovrebbe adoperarsi, che l’assessore dovrebbe fare i paragoni, o almeno tacere: non con i deputati regionali e i loro stipendi rispetto ai quali, certamente, si sarebbe potuto fare di più in una logica di revisione di spesa».
Bernava (Cisl): «Il presidente della Regione intervenga e zittisca l’assessore Bonafede che, con la sua sparata e con le sue superficiali dichiarazioni sugli stipendi degli assessori tecnici, rischia di gettare benzina sul fuoco della disperazione sociale. Certe esternazioni pongono un problema di etica pubblica e mostrano scarsa responsabilità nel ruolo».
Barone (Uil): «Ancora una volta il ceto politico sembra essere sempre più interessato a tutelare i propri interessi che a risolvere i drammatici problemi che attanagliano i siciliani. Ci sono in questo momento migliaia di lavoratori che non percepiscono lo stipendio e che non hanno nemmeno idea di che fine faranno».

Dopo le polemiche, l’assessore ha deciso che la colpa è, ovviamente, della stampa.  «La conversazione aveva semplicemente i contorni di un discorso dai caratteri generali; le mie parole sono state estrapolate da un dialogo sul valore e sul lavoro degli assessori della Regione. Non ho mai rilasciato dichiarazioni sulla questione afferente al raffronto tra quanto percepito da un assessore regionale e da un dipendente dell’amministrazione».