Oggi scade il termine per presentare le offerte per l’acquisto del Gruppo 6Gdo, l’azienda confiscata a Giuseppe Grigoli, braccio economico di Matteo Messina Denaro, e sull’orlo del fallimennto dopo anni di amministrazione controllata dallo Stato. Nei giorni scorsi c’è stata una assemblea a Castelvetrano molto partecipata e accesa, oraganizzata dall’eurodeputato Sonia Alfano. Un’azienda in cui lavorano oltre 400 persone, e ad alcune delle quali sono state già inviate le lettere di licenziamento. Marco Campagna, segretario provinciale del Partito democratico e vicesindaco di Castelvetrano, la giornata di oggi potrà aprire un nuovo capitolo?
C’è grande attesa. Stiamo aspettando l’esito delle trattative. Martedì avremo un altro incontro ufficiale a Palermo con chi presiede l’agenzia dei beni confiscati alla mafia per fare il punto. Un elemento che ci fa sperare è che sono state revocate le lettere di licenziamento dei dipendenti. E’ una piccola fiammella che tiene accesa la speranza. Chiaramente la situazione è molto calda. Qui si scommette sul futuro di Castelvetrano, su tante famiglie che in questi anni hanno comunque lavorato con passione ed entusiamo e che oggi rischiano molto per una non corretta gestione di un bene confiscato alla mafia. Gruppo 6Gdo deve essere un fiore all’occhiello nella risposta dello Stato ad una economia drogata dall’illegalità.
All’assemblea c’era anche Nicola Ribolla, amministratore giudiziario del bene. Ha detto di aver trovato 80 milioni di euro di debiti, aggiungendo “non sono io che ho rovinato l’azienda”. Ma da molti è visto come il principale colpevole di questo fallimento. Che idea si è fatto del suo lavoro?
Le carte dicono altro. Ribolla in quell’assemblea ha ribaltato un po’ quanto detto in passato. Non sta a me giudicare il suo operato. Sono però un po’ critico perchè penso che in questi casi non sia sufficiente essere dottori commercialisti, ma occorre una visione manageriale per non far crollare un’impresa com’era Gruppo 6gdo. Al di là delle responsabilità che saranno accertate nelle sedi opportune, l’urgenza è garantire un futuro ai lavoratori, pagando quanto dovuto e garantendo una prospettiva. E’ un’azienda che può camminare da sola, basta volerlo.
Cambiamo pagina. A Marsala si registra questa tensione tra il Pd e il sindaco Giulia Adamo. Adamo ha detto che il Pd è incompatibile con questa maggioranza, si riferiva al tentativo di Di Girolamo sul porto, che è uno degli argomenti più delicati in città. Abbiamo cercato di parlarne con i dirigenti locali del Pd. Tutti ci hanno risposto: “chiedete a Campagna”. Vogliono far spegnere a lei il fuoco.
E’ anche il mio ruolo che me lo impone. Bisogna però abbassare i toni e collaborare. Il percorso che il partito ha scelto è quello di stare affianco a questa maggioranza, e bisogna farlo in maniera costruttiva, proponendo idee e progettualità nell’ottica di migliorare una proposta per la città. E' il momento di confrontarsi serenamente per il bene della città, senza dietrologie. Il gruppo dirigente del Pd di Marsala farà le sue considerazioni serenamente. Ma sempre nell’interesse di stare nella maggioranza e col sindaco.
Evitiamo strappi quindi?
Meglio, perchè il Pd di Marsala ha deciso di condividere questo percorso inizialmente. Se si decide di cambiare percorso bisogna motivarlo politicamente. Non mi sembra, però, che all’orizzonte ci siano motivi per cambiare la direzione di marcia.