Per tantissimi neodiplomati o prossimi tali, si avvicina il momento di affrontare i temuti test di accesso per accedere alle facoltà universitarie. Tra i tanti criteri di scelta, la predisposizione individuale è sicuramente una variabile importante ma, soprattutto di questi tempi, è lecito e opportuno valutare gli effettivi sbocchi occupazionali post laurea.
Ad aiutare le future matricole nella loro scelta, è intervenuto il consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che anche quest’anno ha presentato il Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati, frutto di 450mila interviste di ex studenti di 64 Atenei a dodici mesi dal titolo.
Agraria, Medicina e Professioni sanitarie occupano il podio della classifica in termini occupazionali, mentre il fanalino di coda, con meno di un occupato su due, è l’ambita e richiestissima facoltà di Giurisprudenza.
Al comando nella classifica di chi guadagna di più, invece, si trova il laureato di primo livello in Ingegneria, con uno stipendio medio esattamente doppio al povero dottore in Scienze della Formazione.
Ecco la classifica con tanto di percentuali di occupati e guadagno medio:
1. Agraria (95%, 958 euro);
2. Medicina e Chirurgia (92,5%, 1372 euro);
3. Professioni Sanitarie (91,9%, 1378 euro);
4. Ingegneria, I livello (91,7%, 1435 euro);
5. Ingegneria Edile e Architettura (82,1%, 896 euro);
6. Lingue e Letterature Straniere (80,4%, 937 euro);
7. Farmacia (78,6%, 1228 euro);
8. Scienze Politiche (77,4%, 1038 euro);
9. Economia (72,3%, 1125 euro);
10. Architettura (72%, 756 euro);
11. Lettere e Filosofia (66,5%, 915 euro);
12. Scienze della Formazione (52,5%, 714 euro);
13. Giurisprudenza (41,4%, 822 euro).