di Leonardo Agate - Alcune settimane fa ho scritto un commento sulla proposta di un gruppo di sportivi che, volendo ricordare la figura di Don Andrea Parrinello, allenatore di calcio dal dopoguerra agli anni '70, ha proposto al Comune l'intitolazione a lui di una via o una piazza. Da alcune settimane, quel gruppo di sportivi - Totuccio Cardinale, Rino Bonomo, Emanuele Parisi, Giuseppe Colicchia e Salvatore Lo Grasso - che ha conosciuto personalmente quell'allenatore, pubblica su www.tp24.it pezzi intrisi di ricordi e nostalgia.
Don Andrea Parrinello, chiamato con il "Don" come si usava per le persone di un certo riguardo, o che in campi diversi superavano il livello medio dei concittadini, era conosciuto non solo dai giovani calciatori, che da lui venivano selezionati, allenati e inseriti nell'Olimpia, una squadra locale che raccolse successi, ma anche da coloro che, giovani o anziani, si recavano a passeggiare sul Viale Vittorio Veneto, da Porta Nuova al Ferro di Cavallo. Quella era la passeggiato obbligata nelle belle giornate, anche d'inverno. E quasi ogni giorno, arrivando all'altezza del vecchio stadio di calcio, con la recinzione e la tribuna in legno, si poteva vedere Don Andrea al suo lavoro di allenatore. Nei locali degli spogliatoi aveva il suo centro di comando. Da là usciva e rientrava per seguire in tutte le fasi l'istruzione dei giovani.
Il gruppo di sportivi, che ha avanzato la proposta dell'intitolazione viaria a Don Andrea, é compatto nell'elogiarne le doti sportive e morali. Altre persone, sentendo che la Commissione Toponomastica, composta dai capi settore Francesco Patti e Aldo Scialabba, dal professor Aldo Nocitra, dal giornalista Dino Barraco, dal preside Gaspare Li Causi, dall'architetto Antonino Foderà, dalla dottoressa Maria Luisa Allegra, dalla professoressa Maria Pantaleo e dal dottor Claudio Pietro Muschio, avrebbe accettato in linea preventiva la proposta, hanno criticato sia la proposta del gruppo di sportivi che la decisione della Commissione. Perché? Non é normale che si dedichi una via o una piazza a un cittadino benemerito? Anche lo sport é un'attività nobile, come la politica o la professione. Ma é sorto un rumore di sottofondo, che ha mosso in modi impensabili la tranquilla procedura di intitolazione. Secondo alcune persone di una certa età, come di una certa età sono coloro che hanno fatto la proposta, Don Andrea Parrinello, oltre la sua riconosciuta capacità di valorizzazione di giovani energie sportive, aveva anche una vita privata non del tutto aliena da critiche. Gestiva un locale, in via A. D'Anna, dove si giocava a carte, e, quel che sembra più grave ai critici, si era fatta una nomea di omosessuale mascherato. Non credo che ci siano prove di questa sua scelta, ma era come un venticello leggero che gli alitava addosso, e ora sembra impedire la felice conclusione della procedura della Commissione Toponomastica.
A questo punto il problema trascende il fatto specifico di intitolazione di una via ad una persona, per assumere i contorni di una discettazione sulla morale. Innanzitutto, non ho mai sentito che Don Andrea Parrinello sia stato condannato per reati sessuali. Poi, sulle dicerie si possono costruire castelli di carta, che bloccano la normale esplicazione della personalità di alcuni. Ammesso e non concesso che Don Andrea fosse omosessuale, non ne viene intaccata la sua dedizione allo sport marsalese, e la sua conduzione di un vivaio di giovani che hanno trovato, in quel campo di legno vicino al Ferro di Cavallo, un luogo di esercizio sportivo. Mi sembra che la proposta del gruppo di sportivi, che personalmente conobbero Don Andrea, sia rispettabile, ed anche mi sembra lecito il rumore dei critici. In democrazia non si può tappare la bocca a nessuno, e si deve parlare senza ipocrisia. Quello che invece non condivido é che la Commissione Toponomastica - un suo componente così ha riferito - sia stata scossa dai sussurri dei critici, e forse, per non sembrare di fare cosa sbagliata, abbandonerebbe il progetto dell'intitolazione. Ecco, se la Commissione non avesse il coraggio di intitolare un luogo a quell'allenatore, farebbe come quei signori con la puzza sotto il naso, che per uscire l'uccello e fare pipì usano il fazzoletto. Sotto altro punto di vista, la Commissione Toponomastica non dovrebbe fare ricerche accurate sulla vita privata della persona da ricordare, se questa stessa persona ha meriti sufficienti, nella vita pubblica, per essere ricordata. Insomma, a seconda di come la Commissione gestirà la pratica, si potrà giudicarla: o di spirito moderno, o di spirito oscurantista.