Avevano luce e acqua. Ma erano completamente abusive le case individuate dalla sezione pg della Guardia di Finanza della Procura di Marsala. Otto immobili in riva al mare, che si vanno ad aggiungere all’enorme striscia fatta di cemento abusivo che popola le nostre coste. Con tanto di scarichi nel sottosuolo che poi va a finire a mare. E menomale che Marsala è Bandiera Blu... Ma quante altre ancora villette abusive rimangono nascoste, o in possesso dei proprietari? Quante sono dichiarate sanate, ma guardando bene sono illegali, quante carte false devono saltar fuori ancora?
Tra gli immobili individuati ci sono anche prefabbricati, che però sono ugualmente costruzioni abusive. Abusivismo costiero di cui il procuratore Alberto Di Pisa ha parlato proprio la scorsa settimana in un incontro pubblico organizzato dalla sezione di Marsala e Petrosino di Legambiente. “Tolleranza zero”, aveva detto Di Pisa, a proposito degli abusivi. Tolleranza zero anche nei confronti dei uffici comunali che non si “accorgono” dell’abuso, che ritardano le pratiche di acquisizione al patrimonio comunale. Tolleranza zero perchè “40 anni di edilizia selvaggia hanno creato danni enormi all’economia e al paesaggio”. Eppure c’è un dato che emerge nell’operazione delle Fiamme Gialle. Quello dell’acquisizione degli immobili abusivi al patrimonio comunale. Due delle villette scoperte, ma ce ne sono molte altre, a seguito delle sentenze definitive dei giudici il Comune le aveva acquisite al proprio patrimonio. E poi? Poi niente, sono rimasti nella disponibilità dei proprietari originari, che hanno continuato a usarle per la villeggiatura o magari le hanno date in affitto ricavando lauti canoni durante la stagione estiva. Proprietari delle otto villette abusive scoperte dalle Fiamme Gialle della Procura sono risultati essere imprenditori, impiegati e insegnanti (le loro iniziali sono L.A., P.R., F.A., P.D., S.C. e F.S.). Tutti sono indagati per abusivismo edilizio.
Quello dell’abusivismo edilizio continua a essere un fronte molto caldo. Le demolizioni a Marsala sono arrivate a quota 16. Fanno parte delle prime di quella che dovrebbe essere una lunga serie. La scoperta della guardia di finanza segue la linea dettata da Di Pisa, ma i Comuni spesso finiscono con l’ingarbugliarsi. Un po’ per i ritardi nell’acquisizione degli immobili a patrimonio comunale, un po’ per la mancanza di fondi per dara il via alle demolizioni per i fabbricati non più sanabili.
“L’abusivismo edilizio è un malcostume che danneggia l’economia e il paesaggio. Oltre l’80% delle costruzioni abusive sorgono in zone a rischio” ha spiegato Di Pisa durante il convegno di Petrosino. Un assalto alle spiagge e alle zone costiere quello degli ultimi anni senza precedenti. Nel 2012 ad esempio sono stati accertati 3.500 abusi, disposte le demolizioni in 1200 casi, ma ne sono state eseguite soltanto 98. E sul campo delle demolizioni nei mesi scorsi è stato firmato un protocollo d’intesa alla prefettura di Trapani proprio su iniziativa della Procura di Marsala. Assieme alla procura c’è anche la sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, la prefettura, gli assessorati regionali al territorio e alle autonomie locali e i Comuni di Campobello di Mazara, Castelvetrano, Marsala, Mazara del Vallo, Pantelleria, Petrosino e Salemi, nonché i collegi provinciali degli Ordini degli architetti, degli ingegneri e dei geometri.L’Ufficio esecuzioni della procura ha dato al settore territorio ambiente del Comune di Marsala un elenco 200 case abusive da abbattere. Su un totale di 800 immobili abusivi accertati. “Chi ha costruito senza licenza non ha più possibilità di ricorso, ora è compito del comune provvedere all' appalto”. Ma i costi per le demolizioni sono alti. E spesso i lavori vanno molto a rilento.
“E’ comprensibile che gli abbattimenti vadano a rilento per i costi elevati per un Comune, che poi dovrà recuperare le somme da chi ha commesso l’abuso, ma non si capisce perché ci siano intoppi nell’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale. E’ accaduto solo 7 volte li scorso anno”. Di Pisa ha anche detto che ci saranno sanzioni pesanti per i comuni che non accelerano entro 4 mesi l’iter delle demolizioni. Così come sotto osservazione sono i dirigenti dei settori che si occupano degli immobili abusivi.
Però a cadenza ormai annuale viene fuori un nuovo disegno di legge per sanare gli abusi.
Dopo Paolo Ruggirello, che tentò un'impresa simile nella passata legislatura, senza successo, è un altro deputato regionale trapanese, Mimmo Fazio, che tenta di giocare la carta della sanatoria delle case abusive costruite in Sicilia illegalmente entro i 150 metri dal mare. Fazio ha presentato il suo disegno di legge ieri in conferenza stampa. Il disegno di legge - numerato 753 - è stato presentato nei giorni scorsi ed ha titolo: «Revisione della normativa relativa alle costruzioni nella fascia di 150 metri dalla battigia».
E' un argomento quanto mai spinoso. Nel 1976 una norma stabilì in Sicilia una inedificabilità assoluta della fascia costiera, entro i 150 metri, fatto salvo quanto era già stato costruito «senza alterazione dei volumi già realizzati». Da allora, però, è successo di tutto. E ormai le nostre coste sono diventate un far west di case spuntate dal nulla, che a Marausa come a Marsala o a Triscina e Tre Fontante hanno dato il via a veri e propri quartieri residenziali totalmente abusivi. Uno scandalo fortemente voluto dalla politica, dalla burocrazia, e da chi ne ha approfittato. La legge parla chiaro: le case abusive vanno demolite. Eppure i Comuni che hanno fatto rispettare la legge, sono pochissimi. A Marsala, ad esempio, il Sindaco Renzo Carini aveva avviato le prime demolizioni. Poi, tutto si è fermato, per ricominciare in maniera lenta ed estenuante.