Non si sono fermati neanche a prestare soccorso. Non un tentennamento, un passo indietro. Va spedito, il tizio, con la valigetta in mano. Si gira una volta, sentito lo sparo. Ancora un’altra, poi accelera il passo e scompare, lesto, dalla campo della telecamera a circuito chiuso che in quel momento segnava le 9 e 54 del mattino. E l’altro, un occhio a terra, alla vittima dell’agguato, e poi via. Un uomo, ancora, esce da un negozio, passa davanti a tutto. All’aggressore che inveisce contro l’uomo steso a terra ferito dallo sparo, alla pozza di sangue che stava cominciando a formarsi. Due metri in avanti, e via.
Una di quelle scene che ricorda l’esecuzione di Napoli, Quartiere Sanità, nel 2009, con il boss ucciso in pieno giorno davanti un bar, steso a terra da un colpo di pistola alla nuca, e la gente che raccattava le sue cose andava via. Anche loro, lesti, scomparivano dall’occhio della telecamera.
Ma qui non c’entra una faida di camorra, qui le immagini, non vengono da Napoli. Vengono dal pieno centro storico di Marsala. Via Roma. Sono le immagini di una telecamera di videosorveglianza che riprendono la scena del raid punitivo ai danni di Giovanni Angileri, pregiudicato 52 enne, ferito alla coscia sinistra da un colpo di pistola. Il tutto per una ruota di scorta, per dissidi privati. Nessuna guerra tra bande, nessuna faida nella malavita marsalese. Solo, e semplicemente, per una ruota di scorta. Francesco Giovanni Licari, 36 anni, Massimo Vinci, 28 anni genero della vittima, Barsalona Giuseppe, 42 anni, sono finiti in manette con l’accusa di lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di arma comune da sparo in concorso. Dei tre soltanto Barsalona, che sarebbe l’uomo che ha sparato, ha dei precedenti, gli altri due sono incensurati. Ma più dell movente, futilissimo, salta tristemente da questa vicenda il comportatmento dei passanti. Di quelli che hanno visto e non sono intervenuti, neanche a prestare soccorso a chi è stato ferito. Spicca, più semplicemente, l’omertà della gente in questa vicenda. Il loro “non ho visto nulla”. Il loro “che mè frega”. E non finisce qui. “Abbiamo anche interrogato alcuni dei passanti, ma nonostante l’evidenza delle immagini dicevano di non ricordar nulla di quello che era successo”, hanno detto il comandante dei carabinieri di Marsala, Carmine Gebiola, e il procuratore Alberto Di Pisa.
“Dispiace il comportamento che hanno avuto i presenti sul posto. Abbiamo celermente rassicurato la cittadinanza sulla presenza e l’efficienza delle forze dell’ordine. Ma i cittadini devono collaborare in queste circostanze”, conclude Gebiola.