L’area umida dello Stagnone di Marsala è stata interessata da indagini ricognitive, strumentali per la diffusione di nuove applicazioni per la conservazione, la promozione e la gestione del patrimonio culturale dell’area. Indagini acustiche subacquee sono state effettuate lungo i versanti laterali della strada punica che collega l’isola di Mozia alla terra ferma e lungo tutto il suo perimetro. Sono stati indagati anche: il canale di uscita direzione sud e una parte della bocca Nord-est dell'isola Lunga.
LE INDAGINI - Per le indagini è stato utilizzato un sistema ecografico ottimizzato (ecosonda modificata) per ricerche in acque poco profonde, con il quale si è sviluppato una prima approfondita ricerca sugli aspetti geoarcheologici pertinenti l’area lagunare. Il lavoro è stato integrato da verifiche dirette e propedeutiche a successivi saggi di scavo mirato.
Il progetto è stato strutturato in fasi modulari che, nell’arco di più campagne, condurrà a una totale mappatura. “La programmazione tipologica – è spiegato in una nota della Soprintendenza del Mare - ci ha consentito di realizzare dei tracciati campione anche in settori distaccati dall’isola ove è stato possibile ipotizzare la presenza di relitti, di strutture murarie, di canali e, in ogni caso, di aree sensibili”.
LA RICERCA - I lavori, proposti dall’Associazione Culturale Tempo Reale in collaborazione con la Soprintendenza del Mare, sono stati realizzati dalla Ditta Pharos s.a.s. di Alberto Lezziero, con il patrocinio del Comune di Marsala, Provincia Regionale di Trapani, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, la Fondazione Whitaker, l’University of Malta e con il supporto logistico della Guardia di Finanza – Reparto Operativo Navale e Nucleo sommozzatori. La ricerca, in parte finanziata dalla Honor Frost Foundation, è stata coordinata da Stefano Zangara - Soprintendenza del Mare – Dirigente Responsabile Unità Operativa IV e vice-presidente dell’Associazione Culturale Tempo Reale di Trapani.