Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/05/2014 00:21:00

Viaggio in Sardegna con la mente a Marsala

 di Leonardo Agate  - Arrivare da Trapani all'Aeroporto di Cagliari dura in aereo meno di un'ora. Avrei voluto dire da Marsala, ma ufficialmente il nostro Aeroporto é conosciuto come Trapani, nonostante i molti tentativi e le promesse di cambiamento.

In questo viaggio in auto attraverso la Sardegna, da Cagliari a Sassari, ho un navigatore d'eccezione, un'amica sassarese. Dall'Aeroporto al centro della città non c'é molta strada. Si può arrivare celermente dopo aver costeggiato le saline, dove stazionano i fenicotteri. Si possono ammirare, certi giorni, viaggiare maestosi sui tetti delle case. Abbiamo trovato subito posteggio tra il Porto e il Porticato di via Roma, che é il balcone di Cagliari sul mare. La via é magnifica per la veduta del golfo. E' elegante e commerciale, piena di negozi e locali pubblici con i tavolini dentro e fuori. Le persone non sono numerosissime. E' sempre a misura d'uomo, non come a certe ore nel Cassaro di Marsala quando non si può procedere per la marea di persone. Il luogo non é rumoroso. Il sardo di solito parla a voce bassa. Sembra rispettoso degli altri. E' gentile se gli chiedi un'informazione. Di una gentilezza riservata, di poche parole, non come con certi tipi di improvvisati ciceroni marsalesi, che se un turista gli chiede qualcosa, gli dicono di tutto e di più.

La Sardegna é un'isola che più isola non si può. L'ho conosciuta quando ci lavoravo molti anni fa, e la rivedo adesso. La sua autonomia non é solo quella speciale della Costituzione e dello Statuto. Ha un'altra speciale autonomia che é il fisico e il carattere dei suoi abitanti. I traffici di popolazioni non sono stati nei secoli numerosi e invasivi come da noi in Sicilia. Si é formato nel tempo il tipo sardo, che é costante da un capo all'altro dell'isola. Non é alto. Ha un'espressione che raramente fa trasparire eccessiva gioia o tristezza. Piuttosto una personalità che non vorrebbe essere disturbata.

Ho mangiato, la prima sera che sono arrivato, a base di formaggi locali. Credo che sia il miglior approccio alla cultura isolana. Ho gustato un pecorino morbido e dolce che delizia il palato. Accompagnato da sfoglie di pane Carasau, e da un buon Cannonau, tipico rosso indigeno.

Lungo il Porticato di via Roma si arriva alla Porta Carlo Felice, simbolo maestoso del dominio sabaudo. Quest'isola stava molto nel cuore dei sovrani torinesi. Cedettero la Corsica per necessità, ma non la Sardegna, che faceva parte essenziale del loro Regno. Era chiamato infatti Regno di Piemonte e Sardegna. Di fianco a Porta Carlo Felice si sale per l'ampia via omonima verso la prima collina. La veduta del Porto , per chi si volta a guardare o si ferma sulla piazza in alto é di una bellezza imperdibile. Penso immediatamente a quello che avverrà a Marsala, se verrà costruito qualcosa sul monumento ai Mille, in fondo a via Scipione l'Africano. Praticamente, verrà eliminato dalla vista il mare che, calmo o tempestoso, si può ammirare dalla Loggia dei Pisani e da via Garibaldi attraverso la Porta Garibaldi. Spero ardentemente che non trovino mai i soldi per fare quest'abominio. Garibaldi ha dato il suo nome alla Porta borbonica e alla via tra le principali della città. Questo monumento in costruzione, non mettendovi su sovrastrutture, potrebbe essere utilizzato, con piccole modifiche, a sacrario o a esposizione di cimeli. Sarebbe un ricordo a Garibaldi e ai Mille, che non distruggerebbe una suggestione visiva inimitabile.

Cagliari é soprattutto importante per il Porto. Ha importanza commerciale, industriale e turistica. Vi approdano le navi da crociera. Il Porto ha determinato nei secoli la prevalenza di questa città tra tutte le altre della Sardegna. A proposito, il Porto di Marsala, nelle sue due edizioni privata e pubblica, darà la possibilità di far attraccare le navi da crociera? Se non dovesse essere così, sarebbe un disastro per il futuro turistico. Dove attraccano le navi da crociera scendono a terra migliaia di turisti e portano ricchezza. Il turismo é una delle risorse della nostra città, finora non del tutto sfruttata. Se si arrivasse a far diventare il nostro un Porto internazionale e ad aggiungere il nome di Marsala all'Aeroporto di Trapani, allora sì che la città progredirebbe.

A Cagliari c'é una delle più antiche Università. Non dico che a Marsala si deve creare un'Università. Ma sarebbe utile avere le scuole post diploma o post laurea di specializzazione, innovative per gli indirizzi o legate alla tradizione agricola e dell'industria del vino. Potrebbero attrarre per mesi giovani e studiosi da tutto il mondo.

Da Cagliari sono arrivato in auto a Villacidro. Faceva parte della Provincia del capoluogo quando ci sono stato, tanti anni fa, sei mesi per il tirocinio pratico di segretario comunale. Volevo da anni rivederla. Ma le varie evenienze mi ci hanno riportato dopo quasi mezzo secolo. Rispetto al passato é più curata nell'aspetto architettonico. La piazza davanti il Municipio e la via Roma, allora e tuttora le principali, sono più solitarie per l'ampliamento della città verso la periferia. Ma sono state restaurate e hanno il fascino delle vecchie cose. Hanno intestato le vie e le piazze a antichi personaggi. Dappertutto é così nel centro storico. Paragono le targhe viarie di qui, in ceramica, a quelle marsalesi del centro storico. Le nostre, solo alcune sono di dignitoso marmo. Altre su targhette di plastica dal ributtante effetto. Altre sbagliate nella denominazione. Via T. Russo é diventata sulla facciata della prima casa "via Trusso", e così é rimasta nel ricordo delle case chiuse, poi diventate case di appuntamento per i marsalesi goderecci. A Marsala, poi, é prevalso nella Commissione Toponomastica il vezzo deteriore di cambiare denominazioni a vie antiche e conosciutissime. Via del Popolo é diventata "via E. Alagna". Come se non ci fossero nuove vie, nell'espansione urbanistica, cui dare una nuova intitolazione.

Lungo le vie del centro storico di Villacidro sono state messe targhette con brani del libro del loro maggiore autore, Giuseppe Dessì, che ha scritto "Paese d'ombra" negli anni Sessanta, premio Strega. E' interessante leggerle.

La tappa successiva é stata Gadoni, al centro della Sardegna, al centro del nuorese. Chissà perché il vice prefetto di Nuoro, che allora decise di mandarmi a fare il segretario comunale là, mi incoraggiò dicendo: "Là si troverà bene. Lei é siciliano. Là si troverà bene". Allora era la terra dei banditi e dei delitti di abigeato. Dopo qualche anno sarebbe divenuta la terra dei sequestratori. Penso che l'etichetta di mafiosi, che é stata appiccicata a noi siciliani nell'opinione pubblica, abbia determinato la decisione prefettizia. Se ero siciliano - pensavano alla Prefettura - avrei potuto rintuzzare la malvagità degli indigeni. Violenza contro violenza. Devo dire che non ho usato nessuna violenza, che ho rispettato e sono stato rispettato. Ho vissuto per mesi a casa di un pastore, che spesso si assentava per diversi giorni. Sempre trattato dignitosamente dai familiari, che mi hanno fatto apprezzare la vita povera e stentata, ma essenziale, degli umili. Avevo allora per la testa gli astratti furori di alcuni giovani meridionali che volevano andare per il mondo a farlo migliore. Il basso livello dei rapporti sociali in cui mi sono inserito mi ha dato le basi del mio concetto di serietà. Se non si conosce il meno non si può aspirare correttamente al più. Mancano proprio di questo certi politici, penso, passeggiando con la mia accompagnatrice, per la SP8, che attraversa nel mezzo il paese correndo sotto l'edificio comunale. Manca alla maggior parte dei politici nazionali e locali la condivisione del "basso", che non gli permette di aspirare al miglior futuro.

Preso com'ero allora dalla speranza del futuro che avrei contribuito a costruire, non mi accorsi che un filosofo era nato a Gadoni. Si chiama Antioco Polla, e ha avuto intestata una lunga via. Nato il 22 gennaio 1815, ardente giobertiano, auspicò la fine del dissidio tra Stato e Chiesa, polemizzò col Tuveri, sostenendo la diretta provenienza da Dio del potere temporale, e col mazziniano e anticlericale Brusco Onnis.

 Gadoni adesso é l'immagine in miniatura di come dovrebbe essere un centro storico di una qualunque città. Nessun tratto di vie asfaltate. Tutti i pavimenti a ciottoli o a pietre dure. E' estremamente riposante passeggiarci. Non si potrebbero ammattonare così tutte le vie storiche di Marsala? Costerà, ma quale beneficio per l'immagine che si offrirebbe al turista e ai residenti!

Da Gadoni a Sassari sono più di cento chilometri di strada statale ben tenuta. C'é stata nell'isola una popolazione antichissima. Si perde nella notte dei tempi. La civiltà prenuragica è un mistero. Ma anche la nuragica, quella che ha lasciato il segno nei nuraghi, non scherza. Sono costruzioni in pietra simili a piccole torri, non si sa se adibiti a santuari o ad abitazioni di rilevanza. Erano situati in posti che potevano comunicare tra loro con i sistemi primordiali dei fuochi, per esigenza di difesa e di comunicazione. La comunità erano molto ristrette. Nei tempi storici è stato sempre radicato nell'isola uno spirito di autonomia notevole. I popoli stranieri che sono approdati, volendo conquistare l'isola, ne sono stati scacciati presto. Gli arabi hanno tentato, ma sono stati respinti. La dominazione più lunga é stata la spagnola, che ha lasciato numerosi edifici di notevole importanza e bellezza. Ma era mal sopportata, per via delle imposizioni che i sardi non accettano. Anche sotto i Savoia mantenevano la loro sotterranea ribellione. Per questo nell'Italia repubblicana hanno avuto concessa l'autonomia speciale.

Da Gadoni a Sassari la strada é sempre in discesa . Tortuosamente si scende dalla montagna alla collina e alla pianura, verso il mare. Sassari é tranquilla e civilissima. Tutto il centro storico é riservato ai pedoni. Ma si può posteggiare l'auto in un grande parcheggio sotterraneo sotto le vecchie mura della città, che orribilmente sono state abbattute nell'Ottocento, come é avvenuto a Marsala, per ampliare l'abitato. Una scelta diversa é stata fatta, per esempio, a Lucca, dove le possenti mura cinquecentesche sono in piedi e costituiscono attrazione notevole per i turisti. Al di qua delle case costruite sulle vecchie mura di Sassari si può percorrere la vecchia città com'era. Meravigliosa con le sue piazze e le sue vie. Le ultime due amministrazioni, guidate dallo stesso sindaco, Gianfranco Ganau, hanno eliminato l'asfalto che disgustava e hanno riproposto interamente i pavimenti a ciottoli o a blocchi di pietra dura. Hanno interdetto la circolazione automobilistica ridando al luogo il fascino del tempo perduto. Come accade a Marsala, quando qualcuno propone la chiusura al traffico del centro storico, hanno avuto le forti opposizioni dei negozianti, che pensano che il divieto di accesso delle macchine crei nocumento ai loro interessi commerciali. Ma non é così, se si creano nelle vicinanze comodi parcheggi. Si vivrà meglio, si passeggerà e ci si sposterà a piedi tranquillamente nell'area pedonale. Perché a Marsala non si segue quest'esempio? Gli amministratori dovrebbero essere più determinati contro la lobby del commercianti, e la città vivrebbe una stagione migliore.

Una fontana del centro rinfresca la vista con le sue acque fluenti. Penso alla nostra Fontana del Purgatorio, che intristisce per sei mesi l'anno per l'assenza dell'acqua. Dell'altra nostra originale fontana di Piazza Pizzo, con l'asino e la baccante, meglio non parlarne. Non solo per molti mesi dell'anno non vi scorre l'acqua, ma il fondo della vasca é spesso lurido e ingombro di rifiuti.

Di Sassari sono stati Segni, Cossiga e Berlinguer, personalità tra le più notevoli dell'Italia repubblicana. Vuol dire che qua c'é una linfa di elevato valore.

Ho mangiato, in una tipica trattoria, un primordiale piatto d'interiora di agnello con i piselli, che era la fine del mondo, accompagnato da un rosso locale che scendeva per la gola come il velluto. Ho pagato meno di quanto mi aspettassi, servito con la naturale cortesia che mi ci farà tornare.

Il mio viaggio finisce con la prenotazione del volo di ritorno. Ma mi resta nel cuore come una cosa bella, che consiglio.