Con la deposizione del capitano della Guardia di finanza Roberto Lupo è iniziato, davanti al giudice monocratico Riccardo Alcamo, il processo cinque medici accusati di avere contribuito a far percepire la pensione d’invalidità ad una ‘’falsa cieca’’. Con loro, alla sbarra anche quest’ultima, la 75enne marsalese Giuseppa Rita Amato. I medici imputati sono i quattro componenti della commissione dell’Asp che ha visitato la donna, e cioè Saverio Urso, di 58 anni, Gaspare Lucio Casano, di 65, Andrea Farina, di 61, e Francesco Salvatore Pellegrino, di 60 anni, nonché un altro noto oculista locale, Salvatore La Valle, di 61 anni, la cui consulenza, secondo gli inquirenti (Guardia di finanza), avrebbe contribuito al riconoscimento della ‘’falsa invalidità’’. Le accuse a vario titolo contestate sono falso, truffa aggravata e induzione in errore per il reato di falso. I fatti sono relativi al periodo 2006-2008. Nei confronti dei quattro medici della commissione, il gip Vito Marcello Saladino, su richiesta della Procura, lo scorso anno dispose il sequestro ‘’per equivalente’’ delle somme percepite dalla ‘’falsa cieca’’: 78 mila euro. Contro questa decisione l’avvocato difensore Stefano Pellegrino presentò ricorso in Cassazione. ‘’I medici – spiega il legale - avevano dichiarato la non cecità assoluta della paziente e disposto la revoca della pensione. Dall’atteggiamento posturale della paziente, che si orientava nello spazio, e dal fatto che invitata a firmare dal presidente della commissione esegue l’atto in modo soddisfacente, si ritiene che il visus sia superiore, evidenziando, la discrasia con la notazione cieca assoluta. C’è stato un errore materiale nella compilazione del verbale’’. La Cassazione, però, rigettò il ricorso della difesa. ‘’Nel 2008 – continua Pellegrino - i medici della commissione avevano decretato la cecità parziale, tanto che l’Inps aveva revocato la pensione. Poi, la signora Amato ha presentato ricorso contro la decisione della commissione e il giudice del lavoro le ha dato ragione, ordinando l’erogazione della pensione’’. Alla prima udienza del processo il capitano Lupo ha spiegato che l’indagine è stata avviata a seguito di una ‘’segnalazione telefonica anonima’’. Qualcuno riferì di una donna ‘’non cieca assoluta’’ che percepiva la pensione di invalidità. Furono, perciò, effettuati servizi di osservazione e pedinamenti e persino un video. In quest’ultimo, la falsa cieca fu ripresa mentre giocava a carte con le amiche.