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02/06/2014 06:20:00

Sicilia, nuova ondata di sbarchi, siamo a quota 43.000 arrivi nel 2014

Il ritorno alle temperature ormai estive ed il bel tempo hanno rimesso in mare i disperati migranti che dalle coste africane cercano di raggiungere la Sicilia e l'Europa, mettendo a rischio la loro vita. Nei primi cinque mesi del 2014 gli sbarchi via mare hanno superato quota 43mila, con l'ondata di 3.000 registrati nelle ultime ore. Quando mancano ancora sette mesi alla fine dell'anno, è stato così già raggiunto il totale dei migranti arrivati nell'intero 2013. A questo punto è a serio rischio il record del 2011, l'anno delle primavere arabe e della guerra in Libia, quando sbarcarono in Italia quasi 63mila persone. Il trend migratorio, infatti, come ha spiegato lo stesso ministro dell'Interno, Angelino Alfano, pochi giorni fa al Comitato Schengen, è in crescita. La gran parte delle partenze (oltre il 90%) avviene dalle coste della Libia. Eritrei e siriani le nazionalità più rappresentate.

Il destino di queste persone, al di là del Canale di Sicilia,è  sotto il controllo dei trafficanti di uomini operanti in Libia che approfittano della disperazione di  migliaia di persone, pronte a tutto pur di scappare da guerre, dittature e carestia. In casermoni di cemento armato vengono sistemati i disperati che a centinaia, aspettano di imbarcarsi sui fatiscenti barconi diretti in Sicilia. ritrei, egiziani, siriani, iracheni, sudanesi, palestinesi, indiani, marocchini  possono trascorrere anche quindici-venti giorni prima di salire sulle carrette del mare. 
La tariffa varia dai 3mila ai 5mila euro per imbarcazioni "sicure".  I migranti di origine subsahariana che dal Mali, dalla Nigeria o dall'Eritrea raggiungono le coste della Libia devono invece  optare sui viaggi più disagiati e rischiosi, a bordo di imbarcazioni sempre in procinto di affondare. 

Le giornate, per i mezzi di Marina Militare e Guardia costiera nelle acque del Canale di Sicilia, sono molto intense. Nella notte ed in mattinata circa 500 migranti soccorsi sono stati portati a Lampedusa. A Porto Empedocle la nave Euro ed il pattugliatore Peluso, hanno trasportato - rispettivamente - 531 e 307 persone.
Altri 2.000 arrivi, poi, nel Ragusano: 450 migranti sulla nave Libra, che scorta il rimorchiatore Asso 25 che ha soccorso a sua volta 1.300 persone, mentre un motopesca con 250 persone era stato agganciato al largo di Marina di Ragusa. Tra i passeggeri tanti minori ed anche donne incinte.
Due migranti, soccorsi nella notte dal dispositivo Mare Nostrum, sono stati trasportati d'urgenza in elicottero all'ospedale di Lampedusa perché in condizioni critiche di salute, mentre una motovedetta della Guardia costiera vi ha condotto una donna al nono mese di gravidanza che era stata soccorsa da nave Libra.Il grande numero di arrivi sta mettendo a dura prova il sistema di accoglienza.

Il Piano nazionale di riparto dei migranti - predisposto dal dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno, con il concorso di prefetture, Regioni ed enti locali - punta a garantire accoglienza ed smistare velocemente gli sbarcati, assicurando un'equa suddivisione dei migranti su tutto il territorio.La Lega continua a polemizzare, in prima fila il segretario Matteo Salvini. «Basta!!! Quanti altri morti - lamenta - si dovranno piangere? Quanti altri milioni si dovranno buttare via? Tra qualche giorno andrò in Sicilia per dire stop a Mare Nostrum». Sulla stessa linea il governatore della Lombardia, Roberto Maroni: «Effetto Mare Nostrum, disastro annunciato».

Il premier Matteo Renzi, intervistato da alcuni quotidiani, difende invece l'operazione. «Stiamo salvando - sottolinea - tante persone. Ma l'Europa - aggiunge - deve richiamare l'Onu a intervenire in Libia e avere una capacità di gestione del fenomeno. Frontex può essere utilizzato più e meglio».
Per il deputato del Pd Edoardo Patriarca, «è necessario un accordo con la Libia simile a quello che negli anni ‘90 fu fatto con l'Albania. Chi fugge da fame e guerre va aiutato prima che parta, decidendo già nel Nord Africa chi ha diritto allo status di rifugiato politico».