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05/06/2014 06:30:00

Marsala, pericolo amianto in via Mazara. "Cosa si sta facendo per la nostra salute?"

Sono un cittadino marsalese residente in Via Mazara e quotidianamente, oltrepassando la vicina Compagnia dei Carabinieri e procedendo in direzione Mazara del Vallo, mi imbatto nella vista di uno scempio ambientale derivante dallo stato di abbandono di un manufatto industriale. A prima vista la recinzione, circondata da verde naturale, non porterebbe lo sguardo oltre gli alberi alti 4/5 metri ma ad uno sguardo più attento non può sfuggire l’ammasso cementizio lasciato deperire sotto l’azione degli agenti atmosferici, senza cura alcuna. Di chi sia il manufatto in questione personalmente non lo so, ma il fatto che lo stesso possa procurare danno alla salute della popolazione che vive nei dintorni vi è certezza.

La certezza non è assunta dal sottoscritto solo in base ad informazioni sui rischi ambientali facilmente reperibili su internet, ma è attestata da un cartello (vedi foto) apposto da non si sa chi non più di 20 giorni fa e riportante la scritta: “ZONA AD ALTO RISCHIO – POSSIBILE PRESENZA DI POLVERE DI AMIANTO IN CONCENTRAZIONE SUPERIORE AI VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE”! 

Può un cartello rendere più leggera la coscienza di chi ha il dovere di intervenire a tutela della popolazione?

Se un imprenditore è fedele alla religione del profitto, un amministratore pubblico risponde alla legge e, richiamando alla mente l’Articolo 32 della Costituzione Italiana - che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” - dovrebbe mettere in campo tutte le azioni necessarie atte a rendere effettivo il precetto costituzionale.

L’affissione di un cartello generico, non riportante alcuna misura cautelativa o azione di bonifica, non lascia certo la popolazione tranquilla…anzi!

La pericolosità di questi materiali è proporzionata alle fibre aerodisperse nell’ambiente, le quali, se inalate da persone possono generare neoplasie. Pertanto, è necessario accertare la friabilità di un materiale per individuare quello che è più in grado di rilasciare le fibre “ Killer “.

Circa 2 mesi fa, in una delle ventosissime giornate marsalesi di inizio primavera, un pezzo di copertura in amianto è stato ritrovato nel parcheggio di una nota attività commerciale adiacente la struttura in questione. E’ stata sporta denuncia ai Vigili Urbani di Marsala. Solo dopo aver dipanato i dubbi sulle responsabilità per lo smaltimento e la presa in carico del pezzo volato via si è riusciti a rimuoverlo.

Vista la nota pericolosità delle polveri di amianto, ci sarebbe da preoccuparsi dato che la media del vento teso a Marsala è di 10 nodi (circa 18 km/h) con punte di 40  nodi (circa 75 km/h)? Quanto lontano possono arrivare le polveri sospinte dal vento? Quanti uomini, donne e bambini dovranno ancora respirare queste polveri assassine?

E’ stato ormai accertato che il rischio amianto è legato al potenziale rilascio e dispersione di fibre nell’aria che, se inalate dall’uomo, sono responsabili delle neoplasie al polmone. La bonifica dei materiali contenenti amianto è quindi l’unico mezzo per impedire che gli stessi possano arrecare danno alla salute pubblica, poiché ognuno di noi, a mio parere, potrebbe essere un “esposto “. Infatti, è stato accertato che l’insorgere delle patologie legate all’amianto è caratterizzata da un lungo intervallo di tempo che va dall’esposizione alla comparsa della malattia stessa.

 Un breve cenno sull’amianto e sull’evoluzione legislativa in materia:

-          il termine amianto designa i seguenti silicati fibrosi: actinolite; amosite; antofillite; crisotilo; crocidolite; tremolite ( ex art.23 , D.Lgs.277/91). In Italia , la più grande estrazione di amianto avveniva dalla miniera di Balangero ( Piemonte ), ora bonificata compreso tutto il territorio interessato;

-          Con il D.Lgs. 15 Agosto 1991 n° 277 vengono introdotti nella legislazione, i primi orientamenti comunitari riguardanti la presenza di polveri di amianto nell’ambiente di lavoro. Si prescrivono le misure per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori, specificando le procedure di effettuazione della valutazione del rischio e fissando i limiti di esposizione entro i quali la concentrazione di tale sostanza si deve mantenere.

-          Con la Legge 27 Marzo 1992, n° 257, l’amianto viene messo al bando su tutto il territorio nazionale. Infatti, si vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto. Detta legge regolamenta inoltre le procedure di smaltimento e bonifica dell’amianto esistente nei normali ambienti di vita, il trattamento dei rifiuti e la sicurezza dei materiali sostitutivi.

-          Successivamente con il D.M. 6 Settembre 94 e D.M. 14.05.96 vengono stabilite le specifiche metodologie e relativa normativa per quanto attiene le operazioni di bonifica dei materiali contenenti amianto. Quello che più ci interessa è la classificazione che viene fatta degli elementi strutturali a rischio, suddividendo i materiali pericolosi in:

a) materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;

b) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;

c) materiali in cemento-amianto usati per coperture.

 

Nel cartello viene richiamato l’Art.34 del del D.Lgs. 277/91 che prevede obblighi per il datore di lavoro, qualora si accerti la presenza di amianto sul luogo di lavoro, nei confronti dei suoi lavoratori ma anche nei confronti dell’ambiente; essendo l’ambiente comune anche a chi non vi lavora a diretto contatto, l’obbligo si estende come tutela generale.

Solo la prevenzione primaria, con la bonifica e la messa in sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro, rispetto al rischio amianto e di tutti gli altri agenti cancerogeni, così rimosso alla radice, nella più autentica trasposizione ed applicazione del precetto di cui all’art. 32 della Costituzione, tutela effettivamente la salute e con essa ogni altro diritto della persona, ed è in grado di preservare l’ambiente, donandolo integro alle future generazioni,

Le esposizioni morbigene ad amianto e ad altri cancerogeni impongono di richiamare la legge, che si traduce nel divieto di uccidere: è quindi inaccettabile, non solo umanamente e cristianamente, ma anche giuridicamente, perseguire una miope politica che non tenga conto di uno sviluppo economico che sia oltre che ecocompatibile, soprattutto rispettoso della dignità della persona umana, e dei suoi inalienabili diritti.

 

Vogliamo sapere cosa si sta facendo per la nostra salute!

 

Angelo Mosca