Nel processo ad Anna Patrizia Messina Denaro (sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro) e ad altre quattro persone coinvolte nell’operazione antimafia ‘’Eden’’, è ancora la fase delle schermaglie tra accusa e difesa sulle prove da ammettere al dibattimento. La difesa si è opposta alla richiesta dei pm della Dda Paolo Guido e Carlo Marzella di far transitare agli atti del processo le trascrizioni delle intercettazioni, telefoniche e ambientali, effettuate in fase d’indagine. Il tribunale di Marsala (presidente del collegio è Gioacchino Natoli) comunicherà la sua decisione in merito, come pure quella relativa alle liste dei testimoni, nell’udienza del 26 giugno. Imputati, oltre alla sorella del boss, sono il nipote Francesco Guttadauro, Antonino Lo Sciuto, Vincenzo Torino e Girolama La Cascia. L’associazione mafiosa viene contestata a Francesco Guttadauro, Antonino Lo Sciuto e Patrizia Messina Denaro. A quest’ultima è contestata anche una estorsione ai danni di Girolama La Cascia (imputata per false dichiarazioni al pm) e un’altra assieme al nipote Francesco Guttadauro ai danni di Rosetta e Vincenzo Campagna. Vincenzo Torino, infine, è accusato di intestazione fittizia di beni. Anche all’ultima udienza, in aula, è stato presente un presidio di Libera capeggiato dal coordinatore provinciale Salvatore Inguì. L’associazione di don Luigi Ciotti è tra le parti civili ammesse al processo.