di Leonardo Agate Nelle Valli Bergamasche, precisamente in quel di Brembate, fu tre anni orsono rapita, malmenata, violentata e lasciata morire la tredicenne Yara Gambirasio. Un atroce delitto che sembra essere arrivato alla conclusione con l'individuazione del colpevole, un comune lavoratore sposato con figli. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha dichiarato subito che il colpevole é stato arrestato. Il procuratore della Repubblica, che gestisce il caso, lo ha indirettamente rimproverato, affermando che ci vorrebbe maggiore discrezione sulle indagini ancora in corso. Sia come sia, sia davvero il muratore l'assassino, da solo o con altri, sia che il seguito del processo lo dovesse scagionare, la storiaccia mostra uno spaccato molto sintomatico della provincia italiana. la nascita del presunto assassino risale a 44 anni fa. Eravamo, quindi, alla fine degli anni Settanta dell'altro secolo. Nel timorato Bergamasco, tradizionale roccaforte Dc e terra di formalità religiose anche bigotte, fluiva nel tessuto umano e nella società una libertà gaudente di piaceri e sesso.
Le indagini che hanno portato all'arresto del presunto assassino, Massimo Bossetti, sono state lunghe e complicate, e sono stati usati i più moderni ritrovati della scienza e della tecnica. Gli inquirenti, oltre ad aver rilevato traccia di telefonate intercorse tra Bossetti e la centralina telefonica dell'area della giovinetta assassinata, hanno anche passato al setaccio i Dna di migliaia di persone che potessero far risalire all'autore del delitto, che aveva lasciato tracce del suo Dna sul corpo della vittima. Attraverso comparazioni complicate, di cui non riferiamo perché non siamo esperti, sono venuti nella determinazione che l'assassino poteva essere il figlio illegittimo e nascosto di una signora, Ester Arzuffi, sposata con Giovanni Bossetti. La signora era riuscita a tenere segreta una sua relazione con il padre naturale e suo amante, Giuseppe Guarinoni. In seguito alle indagini in corso, per il fiuto dei carabinieri e l'ausilio della tecnica, é venuta fuori la relazione extraconiugale della donna. L'assassino sarebbe suo figlio naturale, e dalla relazione adulterina sarebbe nata pure un figlia. La signora nega, difendendo la sua reputazione e quella del legittimo marito, il quale, probabilmente a sua insaputa, aprendo nei giorni scorsi un giornale, ha appreso di essere stato fatto cornuto quarantaquattro anni fa. I cornuti, si sa, spesso sono gli ultimi a sapere di esserlo, se mai lo sanno. Il povero Giuseppe Bossetti é finora l'ultima vittima di questo noir della vecchia e nuova Italia. E' un poveruomo che merita la nostra solidarietà, forse il più fragile, e certo il più innocuo di tutti i protagonisti e comprimari della vicenda. Ecco, volevamo dirlo questo che abbiamo detto a favore della reputazione del padre legittimo e non naturale del presunto assassino. Anche se l'etichetta di cornuto non gliela leverà più nessuno, bisogna aggiungere che lui é estraneo a tutto il male di questa storia.
Un'altra osservazione é necessaria per capire i costumi italiani, o più precisamente delle Valli Bergamasche, che continuano a essere quelli di quarant'anni fa, essendo intanto passati dalla Prima alla Seconda, e qualcuno dice alla Terza Repubblica. Per individuare i genitori della persona che lasciò il suo Dna sugli indumenti lacerati di Yara, sono state sottoposte a esame quattrocento presunte fedifraghe, abitanti quarant'anni fa nel fazzoletto di terra che gira intorno al luogo del delitto. Dico quattrocento presunte fedifraghe, non quaranta. Il che mostra come i costumi lascivi di ora, più evidenti e alla luce del sole, sono simili a quelli nascosti, ma ugualmente peccaminosi, di quarant'anni addietro.