di Leonardo Agate - Prendersela con il ct é facile. Dopo la sconfitta é naturale trovare il capro espiatorio. E Brandelli (pardon Prandelli) non ha certo brillato per la scelta dei giocatori e per il modulo di gioco. Anche se quello dimostratosi negativo alla seconda partita é stato mutato con l'inserimento di due punte e del trio di difesa juventino, non é che é cambiato molto ai fini del risultato. La figuraccia italiana ai Mondiali ci sta tutta, e Prandelli é certo il primo responsabile. Ma non solo lui é responsabile. Giocatori fino a pochi giorni fa osannati hanno mostrato la loro forza di cartapesta. Su Balotelli che per caso ha insaccato un gol di testa all'Inghilterra, alla prima partita, sono piovuti elogi a più non posso. Anche retorici o stravaganti, senza alcun nesso con la realtà. Perciò paradossali. Concita De Gregorio, inviata di Repubblica, ex direttore de l'Unità, ha raccontato della disperazione delle favelas, e di un incontro con due bambini affamati. Pensate, hanno da mangiare solo due castagne essiccate a testa tutto il giorno, e chiedono qualcosa. Cosa? Penserete voi: un lauto pranzo. Ma no! - scrive Concita - Vorrebbero un autografo di Balotelli.
Strane persone questi giornalisti: ti fanno sorridere anche in presenza della tragedia: non la sconfitta italiana, ma quella vera dei bambini che non hanno da mangiare. Il Qn, da parte sua, non é stato da meno, presentando Balotelli nuovo ambasciatore d'Italia nel mondo. E giù di questo passo, sempre più giù nel ridicolo.
Benché in Brasile Balo non ha combinato un tubo, a parte il gol che l'ha alzato alle stelle, come fosse una nuova divinità, ha avuto il coraggio di ergersi a fustigatore del presunto razzismo italiano. Come si é permesso il ct a sostituirlo, mandandolo a meditare trucemente in panchina? Ha dichiarato: nemmeno al mio Paese si sarebbero comportati così, scaricandomi. Nemmeno quelli che voi chiamate negri l'avrebbero fatto.
La dichiarazione di Balotelli, nero ma non negro, é una presa di posizione antirazzista all'incontrario. Praticamente saremmo noi bianchi a comportarci come i presunti negri, o neri, non farebbero. Una bella offesa per noi italiani che da anni e da tutti i pulpiti non predichiamo altro che integrazione e multirazzialità. La nostra politica dell'accoglienza degli extracomunitari, neri, gialli o rosé, é stata la più aperta, e certo dannosa, rispetto alle politiche della maggior parte dei Paesi europei. Il risultato é di vederci appioppare del razzista da un nero che ha fatto gran fortuna nel nostro Paese e che, solo per essere stato mandato in panchina, rigurgita sul piatto d'oro dove mangia. Ci pensi la presidente della Camera, Laura Boldrini, prima di invitare un'altra volta gli stranieri di tutto il mondo a venire da noi, dove troverebbero - secondo lei - lavoro e pace. Non é vero, cara presidente, che tutti troveranno qua lavoro. Non ha letto le statistiche della disoccupazione crescente? E non é nemmeno vero che la sfrenata politica dell'accoglienza assicuri quella straordinaria pace sociale in cui tutti, italiani e stranieri, vivrebbero come in un nuovo Eden. Càpita, come vede, che sia un nero ad accusarci di razzismo.