Sono in rosso, rossissimo, i conti dell’Ato Belice Ambiente, la società in liquidazione che gestisce la raccolta rifiuti nei comuni del versante sud della provincia di Trapani.
L’assemblea dei soci, il 7 luglio, si è riunita per approvare il bilancio. Erano presenti i rappresentanti di 11 comuni per votare la relazione gestionale al 31 dicembre 2013. Una relazione che segna un disavanzo di milione 754 mila euro. E che è stata bocciata da 10 degli 11 Comuni presenti, si è astenuto il vicesindaco di Mazara, Silvano Bonanno, dopo che in un primo momento era anche favorevole ad approvare la relazione. Prima della riunione il comune di Santa Ninfa aveva anticipato, con una relazione, il parere sfavorevole.
Fino al 30 settembre scorso la Belice Ambiente era amministrata dal liquidatore Nicola Lisma, poi Silvia Coscienza ha preso il suo posto nominata direttamente dalla Regione.
A pesare sono soprattutto i costi chiamati “non caratteristici” della gestione del servizio, come gli interessi passivi sul debito verso le banche e verso la Riscossione Serit Sicilia. Tutti questi arrivano 1.280.897 euro. Poi ci sono gli accantonamenti per rischi e oneri che ammontano a 1.040.000 euro. E ancora le spese legali per i tanti contenziosi in corso con i fornitori e i dipendenti.
Nella relazione datata 31 maggio il liquidatore Nicola Lisma chiedeva ai comuni il ripianamento dei debiti. “é urgente un intervento dei Comuni Soci, od in alternativa di un intervento straordinario della Regione Siciliana, al fine di dotare la Società dei mezzi finanziari indispensabili a consentire una più serena fase di fgestione della liquidazione”, si legge nella relazione. Il liquidatore scrive anche che “i soci sono stati più volte sollecitati al ripianamento delle perdite di esercizio, ma si sono espressi sempre negativamente”, come è successo il 16 maggio scorso. In sostanza il liquidatore chiede ai Comuni di coprire il debito, di rimetterci, ancora, perchè adesso il loro interesse “non è più quello di incrementare il valore del patrimonio della società bensì quello di tutelare gli interessi dei creditori”. Ma la somma da coprire è davvero pesante, e i piccoli centri soprattutto non ci stanno. C’è un po’ di titubanza all’inizio. Il comune di Mazara del Vallo avrebbe voluto approvare il bilancio, sembra. Poi la decisione: bocciato.
Troppo pesante il debito. Pesanti anche le valutazioni della RSM Italy A&A srl, la società di revisione dei conti fatte arrivare ai soci della Belice Ambiente il 24 giugno. Oltre alla perdita di 1,8 milioni di euro si parla di un patrimonio netto negativo di 22,7 milioni di euro .
“La Società –scrivono i revisori- continua a versare in uno stato di difficoltà finanziaria per mancanza di liquidità causata dal mancato incasso delle somme dovute dai Comuni per i servizi erogati, nonché per la mancata riscossione dei crediti dei crediti relativi alla Tia. Tale situazione ha costretto la Società ad indebitarsi con il sistema bancario per potere garantire l'erogazione dei servizi ai Comuni soci impedendo, di conseguenza, l'estinzione in tempi brevi l'esposizione nei confronti dei crediti sociali”. La società calcola crediti per la tassa sui rifiuti per il periodo 2005.2009 per circa 24,5 milioni di euro, al netto dal fondo di svalutazione di 15,2 milioni di euro. I revisori però alla fine del documento non si esprimono “sulla coerenza della Relazione sulla Gestione con il Bilancio Intermedio di liquidazione della società Belice Ambiente Spa.
A tutto ciò si aggiungono le perplessità della commissariata Provincia di Trapani. Il commissario straordinario Antonio Ingroia, ha fatto notare che nella relazione di Bilancio mancano gli accantonamenti per il pagamento del Tributo Speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (Tap) emesso nel 2010. Secondo la tabella dei debiti tributari della Società viene fuori che il Tap fissato al 3%, nel 2012 ammontava a 585.718 euro, ma l’anno successivo è praticamente raddoppiato: 1.176.530 euro. Somma che dovrebbe essere versata alla Provincia, come sollecita Ingroia ravvisando, se non dovesse essere pagato l’importo della Tap, una appropriazione indebita.
Ci sono anche i compensi per il liquidatore ad essere stato adocchiati da Ingroia. Il commissario straordinario della Provincia ha chiesto a Lisma la restituzione di 95 mila euro quali compensi dal 2011 a oggi. Secondo Ingroia, quella cifra non spettava per legge all’ex liquidatore.