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03/09/2014 17:40:00

L'isolotto della Schola e quel che può fare il commissario regionale

di Leonardo Agate - I conoscenti che mi incontrano, e che mi seguono sui giornali, si dividono in due grandi categorie. Ci sono coloro che vorrebbero che io scrivessi più severamente di come faccio, e rilevassi grandi e piccole magagne pubbliche, con riferimento soprattutto all'amministrazione comunale. Poi, ci sono di quelli che mi fanno delle proposte, e non avendo il modo o la capacità di scriverle, vorrebbero che le facessi io per loro. I primi, anche se capaci di scrivere la lettera sui giornali, non vogliono esporsi, e preferirebbero che intermediassi con il mio nome e cognome. I secondi a volte mi espongono proposte grandiose o inattuabili, tanto non costa nulla fare proposte.
A volte, però, capita che qualcuno mi faccia una proposta di soluzione di un problema, che per la semplicità e la possibilità di realizzazione appare meritevole di accoglimento.
Stamattina al mare allo Stagnone, un conoscente mi ha parlato dell'isolotto della Schola. Mi ha confermato che si trova in stato di perfetto abbandono, per quanto un abbandono può essere perfetto. La proprietà dell'isolotto é del Comune. Si tratta di poche centinaia di metri quadrati che si ergono al centro della laguna, e che un secolo fa era adibito con i suoi tre corpi di fabbrica a lazzaretto. Vi venivano mandati gli ammalati in quarantena. Terminata la necessità di avere quel particolare ospedale lontano dalla città, per le nuove scoperte mediche, l'isolotto e le sue strutture sono stati abbandonati. Ci sono, nel sottosuolo, pozzi neri e serbatoi di acqua. Oggi sono diventati trappole per gli incauti che percorrono il suolo. Anche i cornicioni dei muri possono franare da un momento all'altro, e costituiscono pericolo per i malcapitati.
Le varie amministrazioni comunali, da quando il lazzaretto é stato abbandonato, hanno ricevuto proposte di privati che avrebbero voluto utilizzare l'isolotto in vari modi: per farvi un ristorante, per farvi uno stabilimento balneare o un luogo di provvisorio ristoro ai naviganti. Si é anche pensato a una stazione ornitologica per rilevare il passo dei volatici, e cose simili. Ognuno di questi progetti aveva un costo, e il costo stesso, più il sostanziale disinteresse degli amministratori, ha paralizzato ogni azione. Non per un anno, ma per circa tre quarti di secolo.
Il conoscente che ho incontrato stamattina mi ha invece proposto di scrivere, e sollecitare l'amministrazione comunale ad una cosa semplicissima, che renderebbe fruibile la Schola con una modica spesa, e senza nessuna controindicazione. Senza bisogno di fare gare pubbliche per consegnare in gestione l'isolotto, senza procedure complicate da atti amministrativi di concessione. Nulla di tutto questo per far godere al pubblico degli appassionati della laguna questo bene unico in mezzo al mare. Basterebbe soltanto che l'amministrazione comunale mettesse in sicurezza le strutture abbandonate, posasse le grate sopra le aperture delle botole nel terreno, bonificasse l'ambiente dalle sterpaglie, dai rifiuti e dai cocci di bottiglie rotte....ed ecco fatto, in quattro e quattr'otto l'isolotto della Schola potrebbe diventare meta giornaliera degli amanti di escursioni, nuovo punto di attrazione oltre Mozia, Santa Maria e l'Isola Lunga.
Il commissario regionale che ora regge il Comune potrebbe essere la persona adatta a realizzare questo piccolo, notevole proposito. E' difficile che il commissario riesca a mutare l'aspetto e l'amministrazione della città nelle cose grandi. Fra pochi mesi non ci sarà più, sostituito dai nuovi amministratori eletti. Ma la messa in sicurezza dell'isolotto della Schola é cosa che può fare, se vuole. E facesse solo questo, oltre l'ordinaria amministrazione, sarebbe già un buon titolo per essere ricordato in futuro.