Manca la politica a Marsala, e lo si capisce dai punti luce, cioè dai lampioni che ci sono in strada.
Anzi, che manca la politica, a Marsala, intesa come capacità di decidere, di programmare le sorti e il futuro di una comunità, di visione, lo capisci dal fatto che manca anche un Piano Regolatore della città. Che è uno strumento urbanistico vecchio, ormai, e che il nostro Comune adotterà, forse, un giorno, mentre nel resto del mondo oggi si discute di come sia superato il concetto stesso di “piano regolatore”.
L’architetto progettista, Macario, è venuto più volte ad illustrare il piano regolatore in città. Ogni volta si è esibito, con perizia di notizie e informazioni, davanti ad aule semideserte, in assemblee vuote, inascoltato. In una di queste assemblee, Macario spiegava ai consiglieri comunali assenti (non c’erano proprio, mi ricordo) che Marsala è una città disordinata, caotica, cresciuta in maniera irregolare, con troppi centri periferici. Così si collassa, diceva. E ha portato proprio l’esempio dei punti luce, cioè dei lampioni. Sono troppi, ha spiegato. Neanche a Palermo sono così tanti. Questo perchè abbiamo 101 contrade da illuminare bene, e guai se il consigliere non porta la luce nella sua contrada, anzi nel suo vicolo, anzi nel chiano: vi ho portato la luce, dice il consigliere ai suoi vicini, e la strada asfaltata. E questa è la politica a Marsala.
Solo che la luce costa. E tra le cifre folli del Comune c’è anche quella dell’energia elettrica, perchè la bolletta è salata, cinque milioni di euro l’anno. Se ci fosse stata la politica, con scelte razionali e non clientelari nel corso degli anni, più attenzione alla spesa e all’innovazione, oggi potrebbe essere ragionevolmente la metà. Invece non solo abbiamo 16.038 corpi illuminati per le strade, ma di questi 500 sono nuovi, cioè messi dal 2011 in poi. Il 98% sono lampade vecchio stile, “ai vapori di sodio ad alta pressione”. E’ uno dei consumi pro capite di energia più alti che abbiamo in Sicilia e in Italia. (E questo come lo so? Ho letto il piano energetico del Comune di Marsala, datato luglio 2014. Se ci fosse la politica, chi dice che fa politica a Marsala dovrebbe conoscerlo a memoria).
A Paceco (non New York, ripeto: Paceco) un anno fa è cominciata l’installazione di nuovi punti luce Enel che permettono un risparmio dell’80% dei costi energetici. Molti Comuni ormai si alimentano da soli, con piccoli impianti solari, rivendendo l’energia alla rete. A Marsala negli anni abbiamo fatto solo annunci di accordi e convenzioni con le più diverse ditte, ma che non hanno prodotto nulla, perchè non si capisce bene chi deve finanziare cosa.
Adesso che siamo con l’acqua alla gola, e che il Comune non può più pagare neanche i contributi agli indigenti l’unica soluzione che si pensa, in consiglio comunale, proprio perchè non c’è politica (non si programma, non si decide, tutto è frutto dell’umore del momento, del pepe al culo, del si salvi chi può) è di fare una cosa da conto della serva: accendiamo un palo della luce si e uno no, dicono i consiglieri, così risparmiamo il 50%. Ovvio, verrebbe da dire. E se ne accendi uno su tre il risparmio è del 75%. Sembra una promozione di un grande magazzino. Se non fosse per il fatto che la nostra bolletta ha anche costi fissi che una luce si e una no non riescono ad abbattere: le scuole, gli edifici pubblici, per dire; che poi li voglio vedere i consiglieri, ora che si avvicina la campagna elettorale, dover dire ai loro vicini di contrada, stradella o chiano: purtroppo vi lasciamo una luce si e una luce no. Col cavolo che li rivotano! (Già l’asfalto non è più quello di una volta…). E poi c’è anche un’altra controindicazione: l’eventuale risparmio in bolletta verrebbe surclassato dai costi delle centinaia di cause civili che si aggiungerebbero a quelle che il Comune ha già in corso dei cittadini che dicono di essere andati a sbattere di notte con la loro auto perchè la strada non era ben illuminata.
Manca la politica a Marsala, cari concittadini. Siamo al buio da tempo.
Giacomo Di Girolamo