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17/09/2014 06:15:00

Antonio D'Alì: "Porto di Trapani e aeroporto di Birgi, dico la mia"

Se c'è un personaggio che a Trapani con il passare delle stagioni mantiene immutato il suo ruolo quello è il senatore Antonio D'Alì. Uscito indenne dalla tempesta giudiziaria che lo ha visto imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, continua a dettare i tempi politici dell'intero comprensorio. Non c'è decisione che non lo veda interpellato dai suoi plenipotenziari. Non c'è polemica che non lo tiri in ballo. Ha passato indenne il terremoto nel centrodestra riuscendo a smarcarsi dai vecchi compagni di merende, Berlusconi su tutti. 


Oggi il Nuovo centrodestra prova a tuffarsi dentro una nuova coalizione con forte impronta centrista. Lei, berlusconiano della prima ora, potrebbe finire in questo nuovo calderone. Ci spieghi.

E' cosa nota il mio dissenso nella scissione del centrodestra, ma l'ho fatto per opportunità politiche. Anche in questo caso all'interno del mio partito ho espresso i miei disappunti, ma intendo andare avanti per tutta una serie di questioni che mi vedono impegnato nel territorio trapanese. 

Recentemente abbiamo letto il suo punto di vista riguardo la gestione del porto, ma ci può dire quali potrebbero essere le sorti dei Cantieri Navali?Attualmente è

in corso una gara per definirne l'assegnazione. Credo che in questo processo di decisione finora sia stato poco preso in considerazione la posizione del privato che ne aveva la precedente gestione (il gruppo D'Angelo ndr). Ho appreso con soddisfazione l'inizio dei lavori di rimessaggio con l'impiego di una parte dei lavoratori che avevano perso il posto di lavoro. Per quanto riguarda il futuro, secondo il mio parere dovrebbe essere rivisto l'intero ruolo dei Cantieri Navali provando ad avvicinarlo alle esigenze locali dettate dal presente. Ad esempio io rivolgerei l'intera attività al diportismo, eliminando i restanti servizi. 

In città si è ripreso a parlare dei limiti dell'aeroporto di Birgi, lei come giudica la gestione?

Nella gestione di un ente la fortuna o la sfortuna non c'entrano nulla. Da presidente della Provincia ho partecipato allo sviluppo dell'aeroporto. Da 350 mila passeggeri annui siamo arrivati a 2 milioni. Adesso qualcosa sembra andare storto, ma in questo bisognerebbe valutare il ruolo della Regione. Ha rilevato sottoprezzo le quote della provincia che io avevo contibuito ad ottenere. E adesso?

Adesso si parla di gestione privata, magari in uno stesso contenitore con quello di Palermo. Che ne pensa?

Questo lo vedo un indirizzo positivo, ma voglio spiegarle le motivazioni. L'intera area dell'aeroporto ha la necessità di essere sviluppato. I 2 milioni di passeggeri annui, non le voglio dire che è il limite massimo del territorio, ma è un ottimo risultato. Di contro però non è stata adeguata la zona. Interventi come il collegamento ferroviario veloce verso Birgi o la bretella autostradale di Mazara che faciliterebbe le connessioni ai comuni dell'entroterra trapanese. L'unificazione con l'aeroporto di Palermo è un idea che avevamo vagliato alcuni anni fa, ma Palermo aveva un contratto di gestione molto lungo ed a Trapani c'era l'esigenza di partire. L'idea nasceva dall'esigenza di diversificare i trasporti aerei, magari scaricando quello merci e internazionale su Palermo e riservando su Trapani quelli nazionali e comunitari. 

Ma la vendita ad un privato che, di fatto, si troverebbe ad acquistare ad un prezzo notevolmente più basso le quote svalutate dalla Regione, potrebbe portare ad una svendita?

No, assolutamente. Il divario economico sarebbe ridotto e poi con l'operazione della Regione ormai le quote valgono quello che valgono, c'è poco da fare.  

In città sono sorti dei movimenti contro la gestione dell'Airgest e alcuni politici hanno puntato il dito contro gli amministratori, si aggiungerebbe anche lei a questa lista?

Ma quando mai. Gestire un ente non è un lavoro facile, soprattutto un aeroporto come quello di Trapani in un momento in cui l'intero settore dei trasporti aeroportuali vive una fase di transizione. Riguardo alle parole di alcuni miei colleghi, o aspiranti tali, gli auguro di ottenere almeno il 10% dei risultati che ho ottenuto io durante la mia attività politica.

E sul ruolo di Damiano?

Anche lui rientra in quest'ultima categoria.