Il sindaco Vito Damiano ha deciso che le famiglie dei disabili trapanesi che fruiscono del servizio di trasporto del Comune, dalle rispettive abitazioni ai centri di riabilitazione e recupero, dovranno compartecipare alle spese sostenute dall'ente. Il nuovo regime, che tiene conto del reddito ISEE di ciascuna famiglia, è stato definito con la delibera di giunta n 82 del 31 luglio scorso, resa immediatamente esecutiva e, stranamente, mai pubblicizzata. Ecco perché si tratta di una doccia fredda che le famiglie non si aspettavano.
Mentre in tutto il mondo personaggi noti e meno noti, in Italia perfino il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fanno a gara per mostrare solidarietà alle persone meno fortunate, anche con gesti simbolici, oltre che con atti concreti, a Trapani l'amministrazione comunale con rara intempestività si muove in controtendenza con uno zelo burocratico che guarda ai conti degno di miglior causa.
Si tratta di un atto che, benché spiegabile e spiegato dal punto di vista finanziario ed economico, non può trovare giustificazione alcuna poiché dall'altra parte non ci sono numeri di matricola, soggetti che freddamente e passivamente si devono considerare potenziali fruitori di un servizio, come potrebbe essere qualsiasi servizio di trasporto pubblico, ma persone vere: carne e sangue. Ragazzi, ragazze, uomini e donne che soffrono quotidianamente la disabilità e per i quale il semplice trasporto verso i luoghi di terapia rappresenta una piccola conquista verso la normalità.
La richiesta di compartecipazione se da un lato, formalmente, non nega loro i diritti sanciti anche attraverso la legge 104/92, in concreto li limita e li comprime, soprattutto in quelle famiglie nelle quali l'assistenza ai propri cari disabili incide sui redditi ben oltre il sostegno economico previsto dalle norme. La delibera, per altro non pone alcun distinguo tra disabili e disabili gravi, come invece fa la legge 104, parificando la partecipazione economica per coloro che frequentano i centri per riabilitazione e cura e per quanti solo per la socializzazione.
Queste le ragioni che inducono a rispondere all'appello di molti genitori trapanesi e che, quindi, portano alla presentazione di una interrogazione nella quale viene chiesta la revoca della delibera del luglio scorso. Vi sono le misure, nell'ambito del bilancio per risparmiare su altre uscite e fare salva la spesa per il trasporto dei disabili.
Sarebbe questo il modo migliore per non rinnegare, ed accogliere nei fatti, lo spirito della legge 104/92 che la delibera n 82 del 31 luglio scorso tradisce.
Francesco Salone, consigliere comunale di Trapani