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12/10/2014 06:30:00

La Regione Siciliana spende per le società partecipate 600.000 euro al giorno

 Per le società partecipate la Regione siciliana ha speso in quattro anni, oltre 1 miliardo di euro, ben 21 milioni al mese: 700mila euro al giorno. E' un dato rilevato dall'istruttoria che - tra mille ritardi, dovuti alla mancanza di risposte di giunta e dirigenti - la Corte dei Conti sta portando avanti per cercare di mettere un freno alla grande falla che sono le società "pubbliche" in Sicilia. La situazione sembra insostenibile. Soldi pubblici sono stati in questi anni  per coprire perdite di bilancio, per sottoscrivere aumenti di capitale e come anticipazioni di saldi di liquidazione nel periodo dal 2009 al 2012: oltre il 40% di queste società pubbliche, come ha rilevato la Corte dei conti nella sua indagine, ha registrato perdite in almeno tre bilanci consecutivi.
L'assessorato all'Economia ha consegnato ai magistrati contabili una sua relazione, dalla quale sono emerse anche situazioni paradossali: Biosphera e Multiservizi, entrambe società partecipate dalla Regione, non possono essere liquidate perché vantano dei crediti proprio nei confronti dell'amministrazione regionale, che però non paga!  Risultato: le società rimangono in piedi da quattro anni e la Regione spende soldi ogni anno per mantenere aperte le liquidazioni, quando, se pagasse, potrebbe chiuderle.... «Per queste due società - scrive l'ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni (si, esiste anche questo...)- si deve attendere l'esito dei tavoli di conciliazione per sbloccare le situazioni creditorie e accelerare la chiusura delle liquidazioni. Biosphera, i cui dipendenti sono stati assunti dalla Servizi ausiliari Sicilia (Sas), ha un debito per il Tfr pari a 1,5 milioni di euro, a fronte di crediti nei confronti dell'assessorato regionale al Territorio, iscritti in bilancio, per 6 milioni. Più grave la situazione della Multiservizi (dipendenti transitati in Sas) che ha debiti per Tfr pari a 7 milioni ma crediti, iscritti in bilancio, per 18 milioni nei confronti di vari dipartimenti dell'amministrazione regionale. In liquidazione da 30 anni, la Siace Spa dovrebbe chiudere definitivamente entro fine mese».
La Regione che è indebitata con se stessa è solo l'ultimo degli aspetti emersi da questa vicenda. Quello ancora più grave è che la Regione avrebbe dovuto fornire i dati sulle società partecipate alla Sezione di controllo della Corte dei conti lo scorso mese di aprile.  Solo dopo diverse sollecitazioni, giovedì mattina, poco prima dell'udienza pubblica, sono state consegnate le memorie dell'assessore all'Economia, Roberto Agnello, e della responsabile dell'Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, Grazia Terranova. 

C'è poi il caso della Siace Spa, che è in liquidazione da 30 anni. Dovrebbe chiudere definitivamente entro fine mese.Era il 1985 quando l'Espi, l'ente di sviluppo industriale della Regione, avviò la procedura di liquidazione della Siace, ma a oggi la società per l'industria agricola cartaria editoriale, al 100% regionale, è ancora in vita. E costa. Per pagare il liquidatore quest'anno la Regione ha sborsato 8 mila euro. Dopo la Siace, dovrebbe toccare alla Quarit Scpa e a Sicilia Innovazioni Spa, la cui cancellazione dal registro delle imprese è prevista, dall'ufficio speciale, per la fine di quest'anno. Anche Lavoro Sicilia Spa, al 100% in mano alla Regione e in liquidazione da un anno e mezzo, va verso il fallimento, per la "disastrosa situazione finanziaria" rappresentata dal liquidatore della società, a causa "di una rilevante perdita d'esercizio nel 2013" e della "completa erosione del capitale sociale". E pensare che era stata creata per dare lavoro ai giovani siciliani....