Rino Ferrari, medico di Marsala, è stato eletto presidente dell’Ordine dei medici di Trapani. E’ la prima volta di un marsalese, ed era un po’ l’outsider. Non se lo aspettava?
La lista che io ho proposto è andata bene, 15 su 15 eletti. Le elezioni sono sempre una scatola chiusa. Niente era dato per scontato. Era la prima candidatura di un marsalese.
Nella storia dell’ordine dei medici.
Sì, c’è stato il dottore Garaffa, Mangiapane, Maggio…
Avete una galleria con tutti i ritratti?
No, ma potrebbe essere un’idea. Sono il sesto presidente da quando è stato istituito l’ordine dei medici a Trapani. Ricordo che l’ordine è un’istituzione ausiliaria dello Stato. Regola la deontologia dei medici, il rapporto medico-paziente, e soprattutto il rapporto tra medici.
Gli ordini professionali sono considerati alla stregua degli enti pubblici, quindi devono rispettare tutte le leggi in materia di trasparenza. In questo senso come siete messi a Trapani?
Seguiamo l’iter burocratico di parecchie cose, facciamo rispettare il codice deontologico.
Com’è nata la sua candidatura?
Da una visione provinciale dell’Ordine. Che vive a Trapani, ha sede nel capoluogo, ma esce dalla città e guarda a tutto il territorio. Questo progetto è arrivato nelle città più lontane da Trapani. Questo ci ha portato ad avere successo.
In contrapposizione con un’altra lista. Ma era espressione del presidente uscente Morfino?
Non proprio. Tant’è che prima di candidarmi ho chiesto al presiedente uscente se volesse ricandidarsi. Lui ha detto di no. C’era anche la proposta dell’ex vice presidente, Maurizio Terzo, ma è stata preferita li mia ed eccoci qua per il prossimo triennio, 2015/2018. Abbiamo vinto con ambio scarto.
Qual è lo stato di salute dei medici della provincia di Trapani?
C’è molta sofferenza.
Un medico che sta male… Notoriamente il medico non ha problemi economici, così come i farmacisti e i notai.
Dobbiamo esaminare innanzitutto i medici appena laureati che hanno fatto il concorso per entrare nelle scuole di specializzazione, con tutto quello che è successo, e i ricorsi che ci sono stati.
Quanti pasticci combinano ai piani alti...
Le scuole di specializzazione dovrebbero essere rimodulate. Ci sono dei posti remunerati, ma ci vuole una visione diversa. Dove non arriva la remunerazione potrebbero anche frequentare i policlinici e avere un titolo equipollente. Poi ci sono i contratti a tempo determinato che scadono.
Ci sono anche medici precari.
Sì, e se la Corte europea stabilisce che non si devono più rinnovare i contratti ai precari della scuola, cominciando la stabilizzazione, allora si può fare la stessa cosa con i contratti dei medici precari? E’ questo che ci chiediamo. Parliamo di colleghi che lavorano e mantengono i reparti. A Trapani, ad esempio, la stroke unity è mantenuta da sei colleghi, di cui 2 effettivi e 4 precari.
Anche a Marsala ci sono reparti come chirurgia e pediatria mantenuti dai precari.
Abbiamo chiesto un incontro all’Asp di Trapani perchè bisogna trovare una soluzione, per assicurare il posto di lavoro. Poi l’ordine deve garantire non solo la tutela al lavoro ma la tutela alla salute del cittadino.
Possiamo dire allora che ci sono pochi medici che stanno molto bene, e tanti medici che stanno poco bene economicamente
Se andiamo ad adire i concorsi, che non si fanno più da tempo, il discorso dei precari sarebbe stato accantonato, con lo scorrimento della graduatoria. Anche i medici di base soffrono, perchè la burocrazia li sta soffocando. Un medico di famiglia è sempre più un burocrate.
E la salute dei pazienti invece? Partendo da Marsala, dall’Ospedale Paolo Borsellino, ancora non ingrana.
Abbiamo cercato di mettere in rete tutti i servizi. La direzione del distretto sta cercando di fare di tutto per ridurre le liste d’attesa per le visite specialistiche. Attraverso una rete tra i diversi nosocomi della provincia si vogliono ridurre le liste d’attesa del 50%. Non deve esserci però una riduzione della qualità, bisogna migliorare i servizi. Se una visita viene classificata come “urgente”, deve essere rispettata questa urgenza.
Quindi la soluzione potrebbe essere quella di fare rete, gli ospedali devono collaborare.
Oltre a dare la priorità alla patologia bisogna darla anche al tipo di utente. E’ vero che spesso dalle nostre contrade arrivano pazienti che sono avanti con l’età e non possono aspettare ore e ore in pronto soccorso.
E’ vero anche che spesso si tratta di misurare solo la pressione…
Non possiamo sottovalutare mai nessun caso.
Marsala e Salemi si uniranno. Nasceranno gli ospedali riuniti, come la vede questa riforma?
La vedo bene. Ci sono molti ospedali che rischiano la chiusura, e queste soluzioni possono essere efficaci. A Salemi ci sono strutture importanti private che possono giovare anche a quella pubblica. Io non sono contro le strutture private, che devono dare delle risposte complementari a quella pubblica, non si devono sostituire.
O guadagnare a scapito del pubblico.
Assolutamente no. Io lavoro nel pubblico. Però spesso la struttura privata può arrivare in maniera eccellente dove il pubblico non arriva. Se vogliamo dare risposte più complete però occorre implementare il servizio pubblico, con le strutture, con i macchinari. Non è vero che i nostri medici, le nostre strutture sono inadeguate per la domanda degli utenti. Bisogna implementare il pubblico, guardando con complementarietà il privato.
Rino Ferrari, lei ha fatto anche politica, no?
Esatto.
Nel 2001 si candidò a sindaco di Marsala, con la lista Marsala città territorio.
Poi c’è stata Forza Italia che si è unita.
Ma ne seguì una spaccatura, perchè l’altro candidato di centrodestra Pino Galfano al primo turno non venne eletto per una manciata di voti. Al ballottaggio tra Pino ed Eugenio Galfano lei appoggiò il secondo, candidato del centrosinistra.
Aveva sposato il progetto del Piano regolatore generale alla base della nostra lista. Ero stato indicato assessore allo Sport, pesca, edilizia scolastica. E abbiamo vinto.
Se lei non si fosse candidato Pino Galfano avrebbe vinto. Poi è intervenuta la magistratura a fare luce su quelle elezioni fortemente condizionate dalla mafia come stabilito dalle operazioni Peronospera I, II, e III. Lei inconsapevolmente ha fatto un po’ da argine evitando a certi ambienti di vincere.
Questo non lo so. So soltanto che con Eugenio Galfano abbiamo firmato un accordo che poi è andato a buon fine. Ho fatto l’assessore per 4 anni.
Poi ha finito di fare politica?
Basta, ho finito.
E con Giulia Adamo vi sentiti? Perchè nel 2001 l’ex sindaco di Marsala fece un endorsement per lei.
Sono ancora ottimi i rapporti con Giulia Adamo.
Ha seguito i suoi ultimi due anni da sindaco, poi la vicenda giudiziaria, e le sue dimissioni?
Da cittadino, non altro.
E che idea s’è fatta?
Non ha fatto bene all’immagine di Marsala la vicenda giudiziaria. Spero che adesso ci sia un sindaco che rappresenti Marsala come città internazionale, al di là del vino. Potremmo vivere non solo di vino, ma di turismo.
Si dice sempre alla vigilia delle elezioni…
Chi ha fa politica può avere commesso degli sbagli. Ma le buone intenzioni ci sono sempre.
E qui in molti ipotizzano che la presidenza dell’Ordine dei medici sia come trampolino per candidarsi a sindaco di Marsala. Togliamo ogni dubbio, si candida?
Non mi candido. Io ho un mandato di guidare l’Ordine dei Medici in provincia per i prossimi tre anni. Non c’è incompatibilità ma non sarebbe corretto. I colleghi hanno fatto tanto, per un progetto di cambiare la sanità in provincia attraverso l’Ordine dei Medici. E voglio portarlo fino in fondo.
E che consiglio può dare allora al prossimo sindaco di Marsala?
Valorizzare lo Stagnone. Ci si commuove a vedere le sue bellezze.