In questi giorni di forte tensione sul fronte del terrorismo, vale al pena ricordare che l'ultimo condannato per terrorismo internazionale in Italia è uno studente modello di Mazara del Vallo. E' Hamdi Chamari, 25 anni, nato a Castelvetrano.
"Sembriamo vigliacchi in questo paese! Abbiamo equipaggiamento e materiale, bisogna andare e distruggere le loro case" sono queste le parole che Hamdi Chamari si scambiava con amici. "Possa Dio spargere i nostri corpi per la sua causa, voglio che le mie carni vadano in pezzi". I carabinieri del Ros riportano che Hamdi, di origine tunisina, avrebbe organizzato una cellula terroristica tra Sicilia e Puglia per "Reclutare persone da inviare nelle zone di guerra contro il nemico infedele".
Il reclutamento e gli "insegnamenti" avvenivano in una moschea, ad Andria, per poi proseguire su internet, mentre ai piedi dell'Etna trovava spazio un campo di addestramento. Il web è una vera e propria risorsa per questa "jihad della parola", Twitter e Facebook sono i principali canali di diffusione dei precetti jihadisti. Una fonte dell'Intelligence conferma che "il 95% del proselitismo si fa sulla Rete. L'aggancio avviene sui social network, poi, per comunicazioni riservate, i reclutatori chiedono di chattare sul web nascosto".
La polizia tiene sotto controllo le carceri dove è alta la presenza di detenuti nordafricani e balcanici. Allo stesso modo sono monitorati, in Sicilia e Puglia, i centri di accoglienza e identificazione. Particolare attenzione è rivolta alle moschee, quelle clandestine che sorgono in gran segreto: sarebbero un centinaio, disseminate tra scantinati, appartamenti e garage. "La trappola è li nella moschea, dove mettevano dei video, dalla mattina alla sera." parla il pentito Elassi Rihad, mentre spiega la sua esperienza in Lombardia: "Tra una preghiera e l'altra ci dicevano che in questa vita siamo condannati a morte e moriremo prima o poi perché dobbiamo morire, qui, in mezzo a questi porci che ci rubano il petrolio" Tutti messaggi finalizzati a fomentare odio tanto da spingere le reclute a pensare che: "L'unica soluzione è morire, renderti utile morendo".
Chamari è stato arrestato nel Maggio del 2013 a Palermo dalla polizia di frontiera. Tra le accuse a suo carico anche quella di aver organizzato anche campi di addestramento sull'Etna. E' stato condannato dal Tribunale di Bari a tre anni e 4 e mesi insieme ad altri sodali della sua organizzazione. Secondo l’accusa, “cooperavano nell’attività di proselitismo, di finanziamento, di procacciamento di documenti falsi, tenevano i contatti con altri membri dell’organizzazione, disponibili al trasferimento in zone di guerra per compiervi attività di terrorismo”.
Ancora non si parlava di Isis ma nelle intenzioni e nelle conversazioni dei presunti terroristi che vivevano ad Andria, in Puglia, e che oggi sono in carcere con condanne di primo grado per associazione sovversiva finalizzata al terrorismo internazionale di matrice islamista, c'erano l’eliminazione delle eresie e la difesa del più puro precetto islamico, con la restaurazione del Califfato sotto la leadership di Al Qaeda. I fatti contestati dalla magistratura barese si riferiscono agli anni 2008-2010.