Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/01/2015 06:52:00

Hamdi Chamari, il terrorista della porta accanto. Da Mazara del Vallo alla jihad

 In questi giorni di forte tensione sul fronte del terrorismo, vale al pena ricordare che l'ultimo condannato per terrorismo internazionale in Italia è uno studente modello di Mazara del Vallo. E' Hamdi Chamari, 25 anni, nato a Castelvetrano.

"Sembriamo vigliacchi in questo paese! Abbiamo equipaggiamento e materiale, bisogna andare e distruggere le loro case" sono queste le parole che Hamdi Chamari si scambiava con amici. "Possa Dio spargere i nostri corpi per la sua causa, voglio che le mie carni vadano in pezzi". I carabinieri del Ros riportano che Hamdi, di origine tunisina, avrebbe organizzato una cellula terroristica tra Sicilia e Puglia per "Reclutare persone da inviare nelle zone di guerra contro il nemico infedele".

Il reclutamento e gli "insegnamenti" avvenivano in una moschea, ad Andria, per poi proseguire su internet, mentre ai piedi dell'Etna trovava spazio un campo di addestramento. Il web è una vera e propria risorsa per questa "jihad della parola", Twitter e Facebook sono i principali canali di diffusione dei precetti jihadisti. Una fonte dell'Intelligence conferma che "il 95% del proselitismo si fa sulla Rete. L'aggancio avviene sui social network, poi, per comunicazioni riservate, i reclutatori chiedono di chattare sul web nascosto".

La polizia tiene sotto controllo le carceri dove è alta la presenza di detenuti nordafricani e balcanici. Allo stesso modo sono monitorati, in Sicilia e Puglia, i centri di accoglienza e identificazione. Particolare attenzione è rivolta alle moschee, quelle clandestine che sorgono in gran segreto: sarebbero un centinaio, disseminate tra scantinati, appartamenti e garage. "La trappola è li nella moschea, dove mettevano dei video, dalla mattina alla sera." parla il pentito Elassi Rihad, mentre spiega la sua esperienza in Lombardia: "Tra una preghiera e l'altra ci dicevano che in questa vita siamo condannati a morte e moriremo prima o poi perché dobbiamo morire, qui, in mezzo a questi porci che ci rubano il petrolio" Tutti messaggi finalizzati a fomentare odio tanto da spingere le reclute a pensare che: "L'unica soluzione è morire, renderti utile morendo".

Chamari è stato arrestato nel Maggio del 2013 a Palermo dalla polizia di frontiera. Tra le accuse a suo carico anche quella di aver organizzato anche campi di addestramento sull'Etna. E' stato condannato dal Tribunale di Bari a tre anni e 4 e mesi insieme ad altri sodali della sua organizzazione. Secondo l’accusa, “cooperavano nell’attività di proselitismo, di finanziamento, di procacciamento di documenti falsi, tenevano i contatti con altri membri dell’organizzazione, disponibili al trasferimento in zone di guerra per compiervi attività di terrorismo”.

Ancora non si parlava di Isis ma nelle intenzioni e nelle conversazioni dei presunti terroristi che vivevano ad Andria, in Puglia, e che oggi sono in carcere con condanne di primo grado per associazione sovversiva finalizzata al terrorismo internazionale di matrice islamista, c'erano l’eliminazione delle eresie e la difesa del più puro precetto islamico, con la restaurazione del Califfato sotto la leadership di Al Qaeda. I fatti contestati dalla magistratura barese si riferiscono agli anni 2008-2010.