Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/01/2015 09:29:00

Incendio a casa di Amodeo, imprenditore di Castelvetrano schierato contro la mafia

 Nel giorno in cui riprende a Marsala il processo Eden che vede alla sbarra alcuni membri del clan mafioso dei Messina Denaro, va data notizia di un'inquietante vicenda a Castelvetrano. La famiglia dell'imprenditore Amodeo, tornando dopo alcuni giorni nella casa di campagna (in via Seggio) a Castelvetrano attualmente sequestrata e data a loro in custodia, hanno trovato l'abitazione devastata. Qualcuno si è introdotto nella casa dando fuoco agli arredi della veranda. Le fiamme sono arrivate fino al tetto ma fortunatamente non si sono propagate al resto dell'alloggio". Ne dà notizia l'associazione Libero Futuro.
Nei giorni scorsi Giuseppe Amodeo, un imprenditore con un passato discusso per le sue frequentazioni con esponenti mafiosi che di recente ha anche subito un sequestro di beni, ha deciso di parlare con i pm di Palermo che indagano su Matteo Messina Denaro. Amodeo ha denunciato le pressioni che avrebbe ricevuto di recente da alcuni fedelissimi del superlatitante. Uno in particolare, Luca Bellomo, il nipote acquisito di Matteo Messina Denaro, finito in manette a novembre.

"Naturalmente - prosegue Libero Futuro - attendiamo l'esito delle indagini ma la matrice dolosa dovrebbe essere certa. Rinnoviamo, quindi, tutta la solidarietà e vicinanza alla famiglia Amodeo e ribadiamo che se tutti gli imprenditori onesti avessero un moto d'orgoglio e trovassero il coraggio di denunciare e collaborare con la magistratura e le forze dell'ordine, gli incendi e le intimidazioni mafiose diminuirebbero drasticamente".

Proprio nei giorni scorsi Amodeo è stato testimone al processo Eden. La sua è una vicenda singolare. Originario di Alcamo, gestisce un albergo a Selinunte, che nel 2013 gli è stato sequestrato insieme ad altri beni dalla Dia per un valore totale di 50 milioni di euro. Secondo la Dia - il processo è in corso - Amodeo, pur non essendo affiliato a Cosa nostra, avrebbe comunque tratto vantaggio dall'organizzazione, tanto da mettere su un piccolo impero che comprende l'Esperidi Park Hotel di Selinunte e il Suvaki Village a Pantelleria. Di recente, però, è emerso che Amodeo ha cominciato a collaborare con i magistrati, e ha denunciato i suoi estortori. 

A Novembre invece era stato dato a fuoco il ristorante di un altro imprenditore che aveva denunciato l'estorsione, Antonio Pizzo, sempre a Castelvetrano Selinunte.