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17/02/2015 06:25:00

Marsala, le primarie e la politica low-cost. Si vola con poco, ma attenti ai costi extra

 Ma ve lo ricordate quanto era costoso e complicato viaggiare in aereo fino a qualche anno fa? C’era solo l’Alitalia, un paio di altre compagnie, mi ricordo, e il viaggio in aereo era cosa da ricchi o da malati in cerca di cure al Nord. Arrivavano i parenti da lontano con l’aereo, e quando si partiva era un salasso. Noi studenti squattrinati si viaggiava in bus o in treno. Il sogno della maturità era girare con il treno mezza  Europa con il famoso "interrail".
Poi sono arrivate un po’ di liberalizzazioni, la concorrenza, il mercato, le compagnie low - cost. Viaggiare in aereo è oggi cosa alla portata di tutti, anzi, è una gara a chi spende meno. E quando le persone si spostano non muovono solo trolley da pesare all’imbarco, ma idee, progetti, sogni e soldi. Trapani, per dire, è il territorio che più di tutti ha beneficiato della rivoluzione low - cost: abbiamo un aeroporto, dei turisti, un po’ di economia che gira (pur pagando a Ryanair un aggio di cinque milioni di euro l’anno, che è una specie di estorsione legalizzata).
Una volta, quando prendevo l’aereo o accompagnavo parenti in viaggio, il popolo delle aerostazioni era fatto di persone distinte, uomini in viaggi d’affari, donne alla moda, famiglie bene in partenza per il week end. Adesso gli aeroporti sono come  le stazioni dei treni, c’è un sacco di gente, di qualunque estrazione sociale, tanti immigrati, giovani con lo zaino in spalla, coppie che si baciano nell’attesa che chiamino il loro volo.

Quando domenica scorsa sono andato a votare per le primarie convocate dal Pd per la scelta del candidato Sindaco a Marsala, mi è sembrato di essere all’imbarco di un volo low cost. Tanta gente in fila, qualche normale disordine, battutine. E ho ritrovato lo stesso piccolo entusiamo, la stessa divertita sorpresa mista a imbarazzo di quando all’improvviso tutti abbiamo scoperto che potevamo viaggiare in aereo con poco. Ma davvero si può?, ci chiedevamo. Migliaia di marsalesi, come me, hanno infatti provato il brivido di fare qualcosa mai fatto prima: decidere su chi sarà non il Sindaco, ma, ancora prima, il candidato Sindaco del più grande partito italiano. E questa sorta di liberalizzazione, molto economica (a chi ha votato non è stato chiesto nemmeno un euro) ha liberato energie, fatto scoprire spazi nuovi alla partecipazione politica che prima non c'erano: per un mese a Marsala si è parlato finalmente un po’ di progetti per la città, tre candidati autorevoli hanno fatto proposte e si sono pizzicati nel giusto, le persone hanno trovato un posto per fare politica che prima non c’era, schiacciati come eravamo solo sulle elezioni. Abbiamo scoperto che la politica si può fare non solo in campagna elettorale, ma anche un po’ prima. E’ il bello del low cost. Come quando, che so, per andare a Milano atterri a Bergamo.

Se oggi, per una specie di crudele scherzo, ad un certo punto si decidesse di tornare alle vecchie tariffe e al vecchio monopolio, il popolo dei viaggiatori farebbe la rivoluzione. Troppo abituati siamo a tariffe economiche, viaggi comodi, questa libertà. Credo che con le primarie succederà la stessa cosa. Se un giorno qualcuno dirà: scusate, il prossimo candidato lo scegliamo nella nostra stanzetta, come si faceva un tempo, si troverà davanti un po’ di gente arrabbiata. Se dai la libertà ad un popolo, anche una piccola libertà come quella delle primarie, non puoi più toglierla da un punto all’altro.

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Dunque ho votato per le primarie, dicevo. All’imbarco della sezione elettorale c’era tanta gente, ma davvero tanta. Li ho avuto chiare due cose: la prima, che non erano primarie del Pd, erano primarie di coalizione. I tre candidati, da soli, cinquemila e rotti votanti non li avrebbero portati mai. Su di loro, invece, si erano concentrate simpatie diverse, alleanze esterne al Pd, qualcuno aveva puntato - in maniera assolutamente legittima, ci mancherebbe - la sua posta. La seconda cosa: ho avuto chiaro che avrebbe vinto Alberto Di Girolamo, che, più di tutti, era quello che, da segretario del Pd ancor prima che da candidato, aveva costruito una rete di relazioni che metteva dentro un po’ di tutto: sinistra e moderati, partiti e quel che resta della cosiddetta società civile, notai e dottori, quelli che sostenevano l’ex Sindaco Adamo e quelli che non la potevano vedere. L’errore che si potrebbe fare adesso - e che in molti già fanno - è di considerare le primarie una specie di vittoria personale di Di Girolamo e del suo gruppo di amici e sostenitori più intimi. Non è così, tant’è che in molti stanno andando, immaginiamo, in questi giorni, dal segretario del Pd a fare notare il loro sostegno e a chiedere qualcosa in cambio (“Io ho portato x voti, mi spetta magari …”). E’ normale politica. Sta al candidato districarsi. Con un piccolo consiglio: io al momento guarderei, nel gioco delle alleanze, a fare l’alleanza dentro il Pd, piuttosto che fuori. A tutti piace giocare al Nazareno, a fare gli strateghi, ma come Renzi si è arreso all’evidenza, e di fronte al rischio di spaccare il Pd ha preferito mandare all’aria il patto con Berlusconi, allo stesso modo Di Girolamo fa bene a parlare con tutti, ma prima, sommessamente, suggerisco di parlare con quelli che stanno dentro il Pd. Tutti e tre i candidati alle primarie hanno qualcosa che bisogna salvare: la saggezza di Di Girolamo, la determinazione di Angileri, la praticità di Giacalone. Ognuno ha un dono, insomma, come i Re Magi, a proposito di Nazareno.

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Anche perchè si voterà a fine Maggio, dicono i rumor da palazzo. E da qui alla data delle elezioni se il candidato Sindaco del Pd non si rafforza la mutanda - per parlare latino - rischia di doversi barcamenare tra mille cose, e magari poi alla fine al voto non ci arriva, per consuzione. Dunque schiena dritta, e sorridere, come al gate. E soprattutto, mostrare i documenti, per chiarire sempre chi siamo, qual è la carta di identità di chi andiamo a votare e chi lo accompagna. Senza trucchi: il nome della carta di indentità deve essere quello della persona che viaggia. Se no, non si parte.

Il popolo delle primarie, Pd ed extra Pd, merita rispetto. Che significa chiarezza, contenuti, niente doppi giochi. Abbiamo provato l’ebbrezza del volo low cost della politica locale liberalizzata. Bene. Non facciamo però che ad un certo punto scopriamo gli extra nascosti in clausole poco chiare: si pagano un sacco le bevande, il bagaglio in eccesso, il documento non conforme, la valigia un po’ più larga. Con tutti questi extra da pagare, non vorrei che qualcuno dei passeggeri si pentisse, per scoprire che, a conti fatti, si stava meglio quando c’era soltanto la vecchia, carissima, compagnia di bandiera...

Giacomo Di Girolamo