Da un po’ di giorni a questa parte, il dibattito politico sulle prossime candidature a Marsala ha subito, come era da aspettarselo, un’accelerazione. Candidati che si affacciano, fanno riunioni, vanno di fretta, poi aspettano che il popolo dia loro un segno, fanno proclami, si deprimono, rilanciano. Insomma, tutta una bella quadriglia, come abbiamo modo di raccontare quasi giornalmente.
Ed in questo racconto mi sono accorto come ci siano alcuni tormentoni, nei ragionamenti delle primedonne del nostro malmesso palcoscenico politico. Tutti, nessuno escluso, ci vengono a dire che si candidano per il bene di Marsala, si propongono per il rinnovamento, parlando di legalità, di ascolto della gente, trasparenza, amministrazione dal basso, eccetera, eccetera. Tutti. Tant’è che a volte penso che anche un automa potrebbe candidarsi a Sindaco, dicendo quello che dicono gli altri e non ce ne accorgeremmo. Anzi, l'automa - il robot, insomma - sarebbe di sicuro meno paraculo.
Al momento di parlare di fatti, di proposte, di cose concrete da fare, casca l’asino. Perché si comincia a parlare delle solite cose: recupero delle bellezze della città, migliorare i servizi sociali, aumentare il turismo, finire le opere pubbliche. Bene, bravi. Anche qua, tormentoni. Perché vorrei trovarlo un candidato che dice che è contro il turismo, o che vuole peggiorare l’assistenza agli anziani, o non tagliare le spese superflue. Tutti i candidati, sia quelli in campo, sia i potenziali, sia quelli che si nascondono dietro gruppi inventati giusto per fare un prezzo, dicono le stesse cose. Tant’è che uno non capisce neanche quale sia la differenza tra loro. Ripeto, potrebbe candidarsi anche un automa.
Il fatto è che la politica è la scienza non dei fini, ma dei mezzi. E i mezzi, mancano, in tutti i sensi, ai politici marsalesi. Insomma, non c’è un’idea che sia una per la nostra città. Sia perché non ci sono idee - la maggior parte dei candidati sono impreparati anche sulle cose più elementari, ignorano leggi, non conoscono i dati reali della città - sia perchè chi una idea ce l’ha ha il timore di dirla perchè magari a qualcuno non piace, e magari si rischia l’impopolarità. Così, si gira a vuoto. Il candidato Dugo parla di "Rifiuti Zero" a Marsala non immaginando lontanamente cosa ci sia dietro questa espressione. Alberto Di Girolamo, poi, fa un comunicato stampa quasi ogni mezz'ora, neanche fosse l'Almanacco del Giorno Dopo. Solo per fermarci a lunedì: prima si è complimentato con il Fai per le Giornate di Primavera, poi con Don Luigi Ciotti per la rielezione alla presidenza di Libera, infine nel tardo pomeriggio non poteva mancare un saluto al nuovo presidente della Camera penale di Marsala, l’avvocato Frazzitta. Ci manca solo che si mette a leggere e commentare le previsioni del tempo. Non è con l’ipertrofia della comunicazione (e dicendo cose ovvie ed ecumeniche) che si cambia la città. Al massimo si diventa arciprete, non sindaco.
E invece, se non vogliamo rendere questo teatrino ancora più assurdo, noi dobbiamo cominciare a scendere davvero sul concreto, da qua al 31 Maggio, per le cose che vogliamo fare a Marsala. Sporcarci le mani. Dobbiamo iniziare a confrontarci e a dividerci. Sulle priorità, come sui modi di fare le cose.
Se no siamo sempre al punto di partenza. Parliamo tutti di buon governo,ma da solo non basta. Ci vuole attenzione, perizia, conoscenza delle cose. Non me ne faccio nulla di un sindaco onesto ed educato se non è preparato e bravo.
Giusto per citare un primo argomento, quando parliamo di turismo sappiamo di cosa parliamo? Ho l’impressione di no. E porto due esempi, due immagini. Il primo ce l’abbiamo sotto gli occhi. E’ un cartello per i turisti spuntato da qualche mese a Porticella, in Piazza Marconi, vicino la gioelleria. Ecco, quel cartello è fatto con il “buon governo”. Perchè è robusto, piantato bene, bello luminoso, chiaro. Ogni vite pare al suo posto. Ecco, quel cartello è perfettamente inutile, uno spreco. Perchè solo un politico miope che non conosce Marsala può pensare di mettere un cartello così in una piazza che è la meno frequentata dai turisti, senza neanche un bollino per spiegare “voi siete qui”. Nulla. Il “buon governo”, se diventa fine e non metodo, porta a queste cose qui. Oscenità fatte bene. Ma, alla fin fine, dannose. C'è un candidato Sindaco che ha idea di come si fanno i cartelli, e dove si piazzano?
L’altra immagine è virtuale. Se navigate in internet in queste settimane vi sarete imbattuti in una pubblicità fatta molto bene che si chiama, credo, “Inverno in Sicilia”, credo. Si clicca, e si è dirottati in un sito (lo spiego facile per i nostri politici che ad innovazione stanno messi come io con le diete: lontani) che dà la possibilità di prenotare un pacchetto per tre giorni in Sicilia Orientale, nella località che si vuole, aereo compreso, ad un prezzo promozionale. Questa pubblicità, che gira con i servizi di Google, è stata realizzata dalla società che gestisce l’aeroporto di Catania, la Sac, con il consorzio degli albergatori della Sicilia orientale, e i Comuni. Ognuno ci mette un po' il suo: la Sac lo sconticino sul volo, i Comuni i servizi, gli albergatori le tariffe agevolate. E’ costata, dicono, poche migliaia di euro. E’ un esempio di programmazione fatta bene, di un annuncio studiato, dove si mettono insieme pubblico e privato. Noi invece, in Sicilia Occidentale, paghiamo il pizzo a Ryanair per non farla andare via da Birgi ma non riusciamo a far fruttare un solo centesimo di quei 300.000 euro l’anno che Marsala investe (due milioni tutti i Comuni insieme). Il massimo di creatività che abbiamo è nel tormentone: cambiamo nome all'aeroporto.
Perchè non c'è un candidato Sindaco che propone una cosa simile? Perchè dobbiamo sentire sempre banalità, cose ovvie, slogan triti e ritriti (non c'è candidato che non dica: con me cambia il modo di fare politica)? Ma davvero ci meritiamo questa piattezza? Forse si. La politica è quella che la società esprime. E al politico medio marsalese, al momento, non gliene frega nulla di noi, del turismo, dei rifiuti. Interessa l'invito a casa di Giulia, o la telefonata con Alberto, la riunione dal Notaio, l'imbeccata con il celeste Grillo, e magari tutte le cose in contemporanea. Un vorticare senza contenuti, un parlarsi addosso che ha la consistenza del nulla.
Giacomo Di Girolamo