Dopo l’iniziale rigidità, si distende il clima tra Rosario Crocetta e l’Ars in vista della discussione della manovra finanziaria che per ora è fatta solo a metà, ed è per questo che era stata dichiarata “irricevibile” dal presidente della Commissione Bilancio Nino Dina. Proprio Dina, dopo un nuovo incontro con Crocetta, ha annunciato che Finanziaria e bilancio arriveranno insieme in commissione, intanto le commissioni di merito possono cominciare a lavorare sulla finanziaria. Superate le rigidità, il governo può prendersi il tempo, a sua volta, per definire l’entità delle risorse che devono arrivare da Roma. La finanziaria potrà essere esaminata prima del bilancio nelle commissioni di merito, ma avrà accesso alla Commissione bilancio, quando i numeri del bilancio preventivo saranno al loro posto.
“In settimana stiliamo la parte di bilancio vera e propria così la prossima settimana puo’ andare direttamente, già esitata, in commissione Bilancio e accelerare i tempi. E’ un modo per permettere un maggiore approfondimento considerando che non si tratta della solita ‘leggina’ ma di una legge che favorisce fortemente lo sviluppo della Sicilia. E’ veramente una grande riforma della Regione”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, conversando con i giornalisti dell’iter della finanziaria a margine dell’incontro con il console tunisino a Palermo, Ben Souissi Fharat, per esprimere la solidarietà della Sicilia al popolo tunisino, duramente provato dal recente attentato terroristico avvenuto presso il museo del Bardo di Tunisi.
“La legge che abbiamo esitato è ‘sblocca Sicilia’, che non guarda solo agli aspetti di bilancio, perchè la politica non puo’ confondersi con i ragionieri, deve mirare alto – ha aggiunto Crocetta -. Il pareggio di bilancio è un obiettivo fondamentale ma anche le norme di sviluppo lo sono, se non facciamo lo sviluppo non abbiamo fatto nulla. Mettiamo a posto i conti e nel frattempo facciamo lo sviluppo”.“Abbiamo tendenze favorevoli sul Pil dopo sette anni, quest’anno è previsto un ulteriore incremento ma rimane il problema della ripresa delle imprese e dell’occupazione ed è quello che vogliamo ottenere. Su questo fronte abbiamo anticipato dentro lo ‘sblocca-Sicilia’ norme che il Governo nazionale sta varando adesso”, ha aggiunto Crocetta.
A Roma i soldi per colmare il disavanzo della Regione, più o meno, nelle pieghe del bilancio dello Stato, li avrebbero trovati. L'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, si è confrontato per ore con i tecnici ministeriali che avrebbero condiviso le sue propoposte. Però, a Palazzo Chigi, non si nutrirebbe una grande fiducia nei confronti dell'Ars. Si teme che il ddl di stabilità venga stravolto dall'Aula.
«Gli incontri - ha confermato Baccei - sono andati tecnicamente bene, salvo ulteriori approfondimenti. Però, c'è un grosso punto interrogativo, cioè che all'Ars la finanziaria venga cambiata, facendo saltare le riforme. Se a Palazzo dei Normanni si mettono a fare i "maestrini", a cominciare dal presidente Ardizzone, si rischia di complicare tutto». Ma la questione principale rimane la copertura del disavanzo. Il governo nazionale, secondo quanto riferito nei giorni scorsi dallo stesso Baccei, potrebbe stornare alla Regione circa 2,4 miliardi di euro. Se, inoltre, venisse riportato dal 49,11% al 42% il contributo al fondo sanitario, ci recupererebbero ulteriori 800 milioni di euro.