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11/04/2015 06:00:00

Dopo il flop sulle province, parla Crocetta: "Non mi dimetto e vado avanti"

 Reagisce a modo suo, il governatore Rosario Crocetta dopo la clamorosa bocciatura all’Ars del ddl sull’abolizione delle province, che è stato uno dei punti cardine del suo programma. Non pensa a dimettersi, anche se ha capito di avere mezza maggioranza davvero contro: “Posso accettare la sconfitta solo in un confronto con gli elettori”. Quindi, in pratica, Crocetta dice non solo che non si dimette, ma che nel 2017 sarà comunque candidato. Ricordando a Davide Faraone di avere due assessori in questo governo, Baccei e Contraffatto e  lascia intendere che molti non vogliono la riforma delle Province per le refluenze che potrebbe avere nella potenziale ridefinizione dei territori in chiave di collegi elettorali. Ecco le sue dichiarazioni:

“Ho fatto una serie di valutazioni. Uno dei motivi addotti per non approvare la legge sarebbe quello delle clausole legate alla finanziaria per la riduzione della spesa degli organici. Questa legge per la riduzione della ‘gettonopoli’ porta a un risparmio di almeno 50 milioni di euro l’anno.Questo per rispondere a chi polemizza sui tagli ai Comuni. Buona parte dei risparmi andrebbe proprio ai Comuni “Niente dimissioni, per eliminarmi devono usare il bazooka”.

RIFORMA PROVINCE - “Anche io penso – ha continuato – che lo stipendio dei sindaci sia basso, il sindaco lavora a tempo pieno e a volte ci perde. Nell’ultima impostazione avevamo accettato la proposta dell’Anci di uniformarci alla norma nazionale. Questo è il problema tecnico riguardante la legge. Poi, ovviamente, c’è un problema politico. In questo caso il governo ha pochissime responsabilità. Il fatto è che in Sicilia le Province le abbiamo abolite, ci sono i Liberi consorzi e le città metropolitane. La legge va avanti. I commissari possono solo gestire e portare avanti atti inderogabili e urgenti, hanno i poteri del presidente, della giunta e del consiglio ma non possono fare i bilanci. Così si mettono in pericolo i servizi, il lavoro delle partecipate e dei dipendenti”.

DIMISSIONI - Ancora Crocetta: “Non capsico perchél’Ars non fa la riforma e mi devo dimettere io. Quello delle dimissioni è un problema che non mi pongo. Ieri di segnali politici riguardo una spaccatura nella maggioranza non ne ho ricevuti. Quando Renzi ha dei contrasti nel Pd sulle riforme istituzionali non mi pare che si parli di staccare la spina. Le riforme istituzionali creano vari problemi perché non si vuole inimicare la classe politica. Resta il fatto che le riforme istituzionali si fanno tutti assieme.

UDC E ANTIMAFIA - “L’Udc? Non temo nulla. Trovo assurdo che su di me si siano fatti discorsi sull’antimafia parolaia – ha proseguito -. I passi avanti sono stati fatti. Una legislatura fa sarebbe stata possibile la legge sulla parità di genere? Io vorrei andare a velocità supersonica ma purtroppo non si può. Anche Cuffaro e Lombardo, partiti con maggioranze schiaccianti, dopo sei mesi erano in difficoltà”.

FARAONE - “Quando parlate di Faraone, di chi parlate? Del Faraone politico, del Faraone sottosegretario? Si dovrebbe fare una protesta diplomatica perché ha il dovere di rispettare la Sicilia e le sue istituzioni. Trovo assurde – ha aggiunto – le denunce di un sottosegretario che dice quelle cose sul mio conto. Il primo governo Crocetta non andava bene, il secondo neppure, per il Crocetta ter gli assessori li hanno decisi loro… E Faraone ha due assessori, non uno solo. Faraone è un potente? Non so, ha perso le elezioni in Parlamento…”.

VOTO ANTICIPATO - “Voto anticipato? Non ci sono le condizioni, non penso che qualcuno abbia interesse. D’altronde, nel governo la maggioranza e’ ben rappresentata. Poi se c’è un problema con la mia linea, basta dirlo. Io sono convinto che le elezioni le rivinco di nuovo. Abbiamo vinto alle amministrative, alle politiche, alle europee, non vedo perche’ non dovremmo vincere alle regionali in Sicilia”.