18,10 - “Oggi questo mare accoglie non solo non i nostri morti ma anche altri, diversi per nazionalità e colore della pelle. Nelle vene di questi uomini, donne e bambini che hanno perso tragicamente la vita stamattina nel Canale di Sicilia scorre però lo stesso nostro sangue, nei loro cuori le stesse speranze del nostro. Apparteniamo alla stessa famiglia umana e dunque anche questi morti ci appartengono e sono nostri. Anche a loro va il nostro ricordo mentre preghiamo per tutti coloro hanno perso la vita in mare”.
Con queste parole il rettore della Chiesa don Alessandro Damiano ha ricordato ieri nel corso della processione di San Francesco di Paola, patrono della gente di mare, le vittime del naufragio nel Canale di Sicilia. Intorno alle ore 19.00 il tradizionale momento in cui i fedeli della processione si radunano sulla banchina del porto, vicino al molo sanità e da una pilotina viene gettata in acqua una corona a ricordo di tutte le vittime del nostro mare, è stato occasione di raccoglimento e di preghiera corale per la tragedia del mediterraneo.
Ieri nelle parrocchie si erano ricordati i numerosi immigrati approdati a Trapani la scorsa settimana mentre il vescovo, sabato mattina, si è recato in preghiera al cimitero di Trapani dove si trovavano alcune salme delle vittime dell’altra tragedia dell’immigrazioni che si era verificata sempre al largo delle coste libiche all’inizio della scorsa settimana.
16,10 - Il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, ha chiesto alle scuole del territorio una riflessione sulla tragedia ultima che ha visto la morte di oltre 900 migranti nelle acque del Canale di Sicilia, condividendo un minuto di silenzio e una breve preghiera con tutto il personale del Comune che si è riunito in Sala Consiliare con Padre Salvatore Cipri. “Apprendere di tragedie che riempiono sempre più le nostre acque di vittime inermi – ha detto il sindaco - ci riempie di sconforto e la sensibilità di ciascuno di noi ci porta a compiere piccoli gesti di condivisione e di partecipazione ad una sofferenza che non ha confini. Anche a Pantelleria arrivano, in numero minore, questi fratelli che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla miseria ma fortunatamente senza che in mare si consumi alcuna tragedia. Non possiamo però non porre attenzione a quello che accade a pochi chilometri dalle nostre coste.”
13,00 - "Giunge notizia di un nuovo naufragio nei pressi delle coste greche nel quale si temono un centinaio di morti che si aggiungono a quelli dei giorni scorsi. Quante persone devono ancora morire per vedere azioni concrete da parte dei nostri governanti”?
Lo dichiara il Sindaco di Mazara del Vallo, on Nicola Cristaldi a seguito delle ultime notizie circa la situazione nel Mediterraneo.
“La nostra Città è terra di accoglienza e di ospitalità – continua il primo Cittadino – ma sentiamo ogni giorno che i nostri sforzi non servono a nulla e appaiono come un granello di sabbia nel grande deserto dell’inerzia anche nella Comunità internazionale. A che serve – conclude Cristaldi – spendere milioni di euro in centri di accoglienze e in enti di assistenza all’immigrazione se questi non possono riuscire a rispondere ad una domanda cosi gigantesca qual è quella che viene ogni giorno dal Mediterraneo e dalle coste africane”?
09,30 - In relazione all'inimmaginabile e immane tragedia, il Sindaco di Trapani e la Giunta, anche a nome della Comunità trapanese, esprimono la loro costernazione "sentendosi moralmente offesi dalla indifferenza e dai ritardi che i Governi europei hanno sin qui evidenziato nei confronti di un evento epocale, la trasmigrazione di popoli, che non è certamente destinato ad esaurirsi se non saranno adottati provvedimenti seri, concreti e condivisi dalla comunità internazionale".
L'Amministrazione comunale di Trapani, consapevole dell'incidenza della tragedia sulle coscienze dell'intera cittadinanza, dimostratasi da sempre sensibile all'accoglienza e alla solidarietà umana, ha dichiarato per l'intera giornata di oggi il lutto cittadino.
07,00 - Potrebbero essere mille i morti nella strage di ieri. Un peschereccio con a bordo circa 950 migranti - secondo uno dei 50 sopravvissuti - si è capovolto nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile dirottato nella zona ha recuperato solo 28 superstiti Se venissero confermati questi numeri si tratterebbe della più grande tragedia nelle acque del Mediterraneo (la peggiore sino ad ora risale al 3 ottobre 2013, con 366 vittime accertate). Dal peschereccio - secondo le prime informazioni - ieri era stata lanciata una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera, poiché l'imbarcazione aveva difficoltà di navigazione. Scattata un’imponente operazione di soccorso: partecipano unità navali e aeree della stessa Guardia costiera, mercantili che sono stati dirottati in zona, e inoltre mezzi aerei e navali della marina militare e della guardia di finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex.
Si rischia «una delle più grandi tragedie avvenute nel mar Mediterraneo», ha detto Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, ai microfoni RaiNews24. La guardia costiera sta coordinando l’operazione di salvataggio con decine di mezzi ed è intervenuta anche Malta. Il peschereccio si è capovolto in acque internazionali. Ancora poco chiara la dinamica: "Probabilmente il barcone è stato avvicinato da un mercantile, c’è stato un momento di esitazione a bordo: lo spostamento di alcuni ha fatto capovolgere il natante. È incredibile -ha aggiunto Sami- l’efferatezza dei trafficanti che hanno riempito la barca fino all’inverosimile». I pochi superstiti recuperati ancora non sono arrivati sulle coste italiane, ha aggiunto Sami.- L’incidente è accaduto intorno a mezzanotte quando il barcone era appena uscito dalle acque libiche e si trovava ancora a circa 120 miglia nautiche a sud di Lampedusa. Secondo Times of Malta, i superstiti tratti in salvo sono 28 e molti cadaveri sono stati già recuperati.
ANCI. Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dopo l’ennesima tragedia nel Mediterraneo, ha proclamato per oggi 20 aprile il lutto cittadino per esprimere solidarietà alle vittime e per condannare la indifferenza e inadeguatezza dell’Unione Europea e gli egoismi degli Stati. L’Anci Sicilia ha invitato i 390 Comuni siciliani a proclamare il lutto cittadino e ad organizzare iniziative che diano voce e concretezza ad elementare rispetto della vita e della dignità umana. Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo e Presidente Anci Sicilia, chiede all’Anci nazionale e al suo Presidente Piero Fassino di intervenire e di promuovere, anche con la proclamazione di lutto cittadino, una forte mobilitazione di tutti i Comuni italiani.