E’ ancora avvolta nel mistero la scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bambina sequestrata a Mazara l’1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. E questo perché la nuova perizia disposta dalla terza sezione della Corte d’appello di Palermo sull’intercettazione choc venuta alla ribalta lo scorso 5 dicembre ad opera del perito Mendolìa (quest’ultimo ha detto che in una intercettazione si sente l’imputata Jessica Pulizzi che, quaranta giorni dopo il sequestro, sussurra alla sorella Alice: “Eramu n’casa… a mamma l’ha uccisa a Denise”) non scioglie i dubbi. Il perito nominato dalla corte (Delfino) ha, infatti, dichiarato che la clamorosa frase “in parte non si sente”. Se da un canto, dunque, l’accusa non trovato un punto fermo, dall’altro Piera Maggio, madre di Denise, continua a coltivare la speranza che la figlia possa essere ancora viva e che un giorno potrebbe riabbracciarla. “Noi continuiamo a cercare Denise viva” ha, infatti, dichiarato la madre della piccola scomparsa. Dopo il perito Delfino ha deposto il consulente di parte civile Cirillo. Prossima udienza il 15 maggio, quando il procuratore generale della Corte d’appello terrà la sua requisitoria. A seguire interverranno i legali di parte civile, Giacomo Frazzitta, Luisa Calamia e Vito Perricone. L’intercettazione choc è un’ambientale dell’11 ottobre 2004. La “cimice” era nell’abitazione di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise (bambina scomparsa e imputata sono entrambe figlie di Piero Pulizzi). La frase sarebbe stata pronunciata poco prima dell’interrogatorio cui Alice Pulizzi doveva essere sottoposta alla Procura di Marsala. Denise era sparita 41 giorni prima. Sulla base di questa intercettazione la Procura marsalese ha, poi, avviato un procedimento per omicidio “a carico di ignoti”. La nuova perizia era stata disposta dalla Corte perché i legali dell’imputata (gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre) hanno continuato a sostenere che “non si sente nulla”. L’intercettazione è stata anche trasmessa da “Chi l’ha visto?” e “l’hanno sentita molti italiani” ha detto l’avvocato Frazzitta. In primo grado, Jessica Pulizzi è stata assolta dal Tribunale di Marsala dall’accusa di concorso in sequestro di minorenne “per non aver commesso il fatto”. Anche se con la formula del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale. E cioè per “mancata o insufficiente formazione della prova”. L’accusa aveva chiesto 15 anni di carcere.