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26/05/2015 00:43:00

Un giro in libreria nel settore cucina

Settore cucina. Iniziamo il giro partendo dal filone del Mangiato a cominciare dal Cotto e poi Fritto, Frullato e Crudo. Tremo al solo pensiero dell’arrivo di un Vivo e mangiato. Insomma la vera gara consiste nel trovare un abbinamento con il termine mangiato. Ma non mancano altre amenità come: Unti e bisunti, Se vuoi fare il figo usa lo scalogno; La mia dolce vita; Facciamola facile! E anche in questo caso mi aspetto un possibile Famolo strano! Potrei concludere la carrellata con un bel… tutto fa brodo, ma citerei un ulteriore titolo. Ecco i luoghi della cucina, quelli comuni però. Ma non è tanto questo il problema, credetemi.

Cosa sta succedendo? Come si chiama questa pandemia che tutti ha colpito nei confronti del cibo?

Si va al ristorante non per assaporare prelibatezze, ma per fotografarle e farle girare sulla rete.

Il culto per il cibo non è una novità in campo letterario. Nero Wolf, Jules Maigret, Pepe Carvalho e non ultimo il nostrano commissario Montalbano. Ora però il fenomeno sociale è di portata inquietante. Da una parte una sensibilità, a tratti esasperata, rispetto al cibo sano che fa però a gara con il piacere della grande abbuffata. Il proliferare di ristoranti costosissimi dove vengono serviti in vasche di porcellana bianca due carotine e uno sbuffo creativo di qualcosa che quasi dispiace sciupare per mangiarlo. Ristornati che vantano liste d’attesa di oltre un anno per avere un tavolo riservato a cifre scandalose. Dall’altra parte, quella più frequentata per intenderci, gli iperluoghi contemporanei : fast food, stazioni, aeroporti dove ognuno mangia solo per nutrirsi. Luoghi dove sono stati aboliti pure i tavoli, barattati con schermi giganti che trasmettono immagini che nessuno sceglierebbe di guardare deliberatamente. La morte della convivialità. Ora, non pretendo certo che un fast food debba offrirti, compreso nel prezzo, la compagnia di un tipo come Platone, ma almeno ridatemi un tavolo e abbassate il volume di quegli schermi. Angoli più umani per consumare un pasto potrebbero però farti riflettere sul gusto del panino che stai mangiando, (prodotto alla Montedison?), dal sapore indefinito e indefinibile. Ecco il grande paradosso! L’esasperazione del cibo da gran gourmet foraggiato anche dai reality televisivi, dove lo chef si atteggia da ufficiale delle S.S. , prossimo a fucilare il povero aspirante cuoco che sbaglia a tagliare il prezzemolo. Nella vita reale invece i ristoranti chiassosi e anonimi. Per fortuna esiste la via di mezzo, il ristorantino tranquillo e senza troppe pretese dove conoscono pure i nostri gusti, o meglio ancora lasciatemelo dire… casa nostra, la nostra cucina e gli ingredienti che abbiamo scelto e comprato selezionandoli con cura. Riconquistiamo il piacere di cucinare per gli amici, saziamoci di buon umore e sana convivialità A proposito di cose scelte con cura ascoltiamo il consiglio di uno che quattro fili di pasta si l’avia mangiatu :

Bisogna che tu consideri con la massima attenzione con chi mangi e bevi prima di mangiare e bere qualcosa: infatti dilaniare carni senza la compagnia di amici è vita da leone e da lupo”, Seneca.

Katia Regina