Non c’è più Casa La Francesca. Non c’è più neanche il lido abusivo fatto costruire da Michele Licata. La spiaggia di Torrazza, a Petrosino, comincia la sua estate, libera dagli obbrobri e dagli abusi. Sul suo futuro, sul diventare, totalmente, spiaggia pubblica, però, c’è ancora da fare e da aspettare.
Ci sono due strade in ballo. Una è la delimitazione della spiaggia, voluta soprattutto da Legambiente. L’altro è il progetto di rinaturalizzazione dell’area, che ha come ultima ipotesi l’esproprio di alcune aree private, ed è stato presentato dall’amministrazione comunale di Petrosino.
In questi giorni però Legambiente è intervenuta su quello che è l’iter di delimitazione della spiaggia di Torrazza.
Ci si sta scontrando con alcune lentezze burocaratiche, a livello regionale. La delimitazione della spiaggia consentirebbe di definire i nuovi confini demaniali, visto che le carte topografiche sono molto vecchie, e l’erosione costiera ha di fatto modificato i confini demaniali, facendo “diventare” privato ciò che dovrebbe essere demaniale.
Nei mesi scorsi si è riunita la Commissione che provvederà alla ridelimitazione del confine tra la parte pubblica (demanio) e la parte privata della spiaggia di Torrazza.
Questo dopo che l’assessorato regionale Territorio e ambiente, ha dato le direttive agli uffici periferici del Demanio marittimo per avviare i procedimenti di delimitazione del demanio in tutto il territorio siciliano. Per farlo serve uno strumento di misurazione, che la Regione non ha. “E’ dir poco scandaloso, che - dichiarano Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia, e Letizia Pipitone, presidente del circolo Marsala-Petrosino - la Regione Siciliana, nota alle cronache per lo sperpero di denaro pubblico, non dispone di uno strumento di misurazione il cui costo si aggira intorno al migliaio di euro. Questo strumento consentirebbe ai numerosi ingegneri impiegati nei vari uffici periferici del Demanio marittimo di compiere le operazioni peritali senza gravare ulteriormente sui contribuenti. E’ altresì scandaloso che gli stessi uffici non dispongano di accesso ad internet attraverso cui effettuare telematicamente e gratuitamente le visure catastali presso l’agenzia del territorio. E’ ora che la Regione si doti, finalmente, di questo strumento di misurazione per effettuare i rilievi topografici al fine di provvedere alla delimitazione del demanio marittimo dell’intera costa”. Anche perchè non c’è solo Torrazza, da misurare. C’è anche la Scala dei Turchi, che punta a diventare patrimonio Unesco, e altre località che con l’erosione costiera sono di fatto proprietà privata.
Il progetto di rinaturalizzazione, avviato dal Comune di Petrosino, invece, dice il sindaco Gaspare Giacalone, se tutto va bene, dovrebbe concludersi ad inizio 2016. “Il progetto, in questa fase, non è ancora un esproprio - ha precisato Giacalone. Lo strumento dell’esproprio sarà eventualmente contemplato, come extrema ratio, in base ai risultati della commissione per la delimitazione e i pareri di valutazione d’impatto ambientale sul progetto, tenendo conto che si tratta di una zona Sic- Zps e facente parte della Convenzione di Ramsar. Due percorsi paralleli per affermare 2 certezze: la spiaggia è un “bene comune” che appartiene a tutti i cittadini, non si spenderà un centesimo per acquistare qualcosa che è già pubblico”.
Quest’anno, Torrazza, comincia l’estate libera da catafalchi di cemento e lidi abusivi. Ma pubblica a metà. Nei prossimi mesi, burocrazia permettendo, qualcosa potrebbe cambiare. Quello che non cambia mai a Torrazza è la temperatura dell’’acqua: sempre fredda.