Si fa presto a parlare di legalità, di dare ai cittadini ciò che è stato ottenuto illecitamente. E poi i beni confiscati ai condannati per mafia vengono nascosti.
E’ il caso del gazebo che sorgeva a Porta Nuova davanti il bar di Carlo “Cola” Licari, condannato per mafia, a cui è stato confiscato alcuni anni fa. Da tre anni il gazebo non è più in piazza della vittoria (al suo posto ci sono i giardini finti voluti da Giulia Adamo). E’ stato smontato i primi di giugno del 2012. Da allora non si hanno più notizie. Dov’è finito?
Doveva essere affidato alla comunità di recupero Il Faro, di Marsala, di padre Antonio Cannatà. Ma a tre anni dal suo smantellamento il Comune non l’ha mai affidata. Il gazebo doveva essere montato, nei pressi della comunità di contrada Rakalia, per svolgere al suo interno attività di giardinaggio e serricole. Ma non si può montare, perchè serve la concessione edilizia. Gli intoppi della burocrazia. Un gazebo che è stato per dieci anni in una delle principali piazze della città, una zona storica, accanto Porta Nuova, senza alcuna autorizzazione, di proprietà di un soggetto condannato per mafia, e ora rimane abbandonato.
Dove si trova? Gli uffici comunali ci dicono che è smontato e depositato all’autoparco comunale. Da lì non è stato più toccato. “Ci hanno detto che potevamo montarlo ma senza tetto - dice padre Cannatà - ma così non ha senso”.
Il gazebo è stato confiscato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani.
L'amministrazone dell'ex Sindaco Carini aveva revocato, dopo la confisca dell'area e del bar, la concessione del suolo pubblico relativa al gazebo. Succesivamente si era trovata la disponibilità di Padre Cannatà di prendersi la struttura, per collocarla nel suo centro di Rakalia. Il Suap ha poi esaminato il caso circa la collocazione del gazebo nell'area scelta da Cannatà. Prima della confisca definitiva il bene è stato dato in custodia alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani. Dovevano farne un'aula didattica per le scolaresche in visita al parco, ma in realtà il gazebo è stato utilizzato solamente due volte: la prima, appunto, nell'unico incontro organizzato con le scuole, e la seconda volta quando la nostra redazione ha organizzato un incontro proprio all'interno del gazebo con alcuni poliziotti della squadra Catturandi di Palermo.
La struttura sorgeva accanto alla porta monumentale di Piazza della Vittoria, a due passi dal parco archeologico. Fu costruita da Cola Licari nell'assoluto silenzio di coloro (Soprintendenza e Comune) che su quell'area dovevano vigilare.
Il gazebo, una struttura di circa 80 metri quadri in vetro, ferro e plex posto tra la porta storica di Marsala e l’ingresso a Villa Cavallotti, è stato sequestrato dalla magistratura dopo la condanna in appello del proprietario del Bar Moderno, Carlo “Cola Licari” a seguito dell’operazione antimafia “Black Out” del 10 Maggio 2007. Per lui 8 anni ed un mese di carcere. Qualche settimana fa Licari è stato scarcerato.