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12/06/2015 06:05:00

Nuovo stop all'Ars al disegno di legge sui tagli ai costi della politica in Sicilia

 Nuovo stop all’Assemblea Regionale Sicilia per il disegno di legge sui Comuni e di riforma del sistema degli Enti locali che era in discussione nel pomeriggio all’Ars. La riforma prevede l’adeguamento delle indennità di sindaci, amministratori e consiglieri a quelle del resto d’Italia.

Il testo, che era già stato approvato all’unanimità in commissione Affari Istituzionali, non sembra suscitare la stessa armonia anche in Aula e sarà nuovamente all’ordine del giorno della seduta di martedì prossimo. Nel corso degli interventi, nell’ambito della discussione generale di ieri, infatti, diverse sono state le posizioni contrarie anche all’interno della stessa maggioranza e specialmente sui tagli alle indennità e ai componenti dei consigli comunali. Il relatore del testo, Antonio Malafarina, ha difeso la legge in Aula parlando anche di un “risparmio di 18 milioni” per le casse pubbliche che si potrebbe realizzare con l’approvazione del ddl.

“Si tratta ancora di calcoli approssimativi – ha ammesso – ma non sono lontani dalla realtà. I dati ufficiali sono in corso di elaborazione, e le prime stime parlano addirittura di un risparmio di circa 40 milioni. Si tratta di tagli dolorosi – ha aggiunto Malafarina – ma necessari per ristabilire principi di moralità e dare una risposta a tutti quei fatti di cronaca che portano discredito alla politica”.

La riforma prevede l’adeguamento delle indennità di sindaci, amministratori e consiglieri a quelle del resto d’Italia. Il numero dei componenti dei consigli comunali sarà, invece, ridotto del 20% per tutti i comuni sotto i 50mila abitanti. Per quindici comuni (i nove capoluoghi e le sei città con oltre i 50 mila abitanti) il taglio sarà invece del 10%. Una distinzione che non è piaciuta a Giovanni Ioppolo. “Ritengo che proprio le grandi città debbano sostenere un sacrificio maggiore”, ha sostenuto il deputato della Lista Musumeci, auspicando che la riforma possa essere discussa senza alcuna fretta dall’assemblea. Un invito alla calma che è arrivato da più parti. Secondo Bernadette Grasso “il ddl merita approfondimento, anche perché dubito che i risparmi possano essere quelli indicati da Malafarina. Con questo ddl rischiamo di fare i moralisti con i consiglieri e gli amministratori locali – ha aggiunto – e non colpiamo lì dove ci sono i veri sprechi”.

Proprio sulle cifre snocciolate da Malafarina si sono concentrate la maggior parte delle perplessità. A cominciare da quelle del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che ha giudicato “esagerata” la stima dei 18 milioni di risparmio. “Ci sono piccoli comuni in cui il gettone di presenza dei consiglieri si aggira attorno ai 200 euro l’anno, senza considerare che in molti casi sia consiglieri che amministratori hanno rinunciato alle proprie indennità. E questo all’opinione pubblica va spiegato – ha aggiunto Ardizzone – per evitare che si continui a gettare discredito sulle istituzioni”.

Sulla stessa scia il pensiero di Pietro Alongi. “Mi chiedo come sia stata quantificata questa cifra e se sono stati tenuti in considerazione tutti quei consiglieri che hanno rinunciato ai gettoni di presenza o quei sindaci che hanno rinunciato all’indennità. Tagliare dove non ci sono costi è ipocrisia – ha affermato il deputato di Ncd – e si traduce soltanto in un danno alla democrazia”.