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16/06/2015 20:14:00

Sicilia, avanzano i Cinque Stelle. Crocette perde Gela e va all'attacco di Renzi e del Pd

  Rosario Crocetta straperde a Gela, la sua città. Vladimiro "Mirello" Crisafulli, il padrone incontrastato di Enna dai tempi del Pci, viene battuto nel suo feudo da barone rosso. E Ncd? La "compagnia del pistacchio", guidata dal sindaco uscente Firrarello (da tutti chiamato "'u zu' Pino"), suocero di Giuseppe Castiglione, esce sconfitto nella sua Bronte dove aveva messo in pista un suo fiduciario. E così i grillini festeggiano e si godono lo spettacolo della caduta dei viceré.

Il governatore Crocetta finge aplomb, ufficialmente dice che "la democrazia si rispetta. Gli elettori hanno sempre ragione. Io collaborerò con tutti a prescindere dal colore politico dei vari sindaci". Poi però, nei corridoi del Palazzo delle Aquile, lo sentono quasi sacramentare: "Questo è un campanello d'allarme. Anzi un campanaccio. E la colpa di tutto è del Pd". Crocetta di Renzi ha sempre detto tutto e il peggio possibile, per non parlare degli scontri con il sottosegretario Davide Faraone, uomo forte del renzismo in Sicilia. Ora il governatore rincara la dose: "Ma dove credono di andare perdendo ogni volta elettori sui territori? Qui in Sicilia il Pd è sfasciato". E dalla piazza di Gela, dalla città in cui Crocetta è stato sindaco, arrivano fin dentro le stanze del governatore a Palermo le grida del popolo pentastellato: "È solo l'inizio". Infatti i grillini, oltreché a Gela con Domenico Messinese, hanno vinto pure ad Augusta con Cettina Di Pietro. Per lei un plebiscito: il 75% dei voti. Il centrosinistra riesce a conquistare Milazzo, Carini, Marsala, Bronte, Ispica, San Giovanni La Punta. Perde invece a Tremestieri Etneo e Barcellona Pozzo di Gotto che torna al centrodestra. Ma è il caso Enna che fa storia.

L'ex padrone della città e segretario del Pd ennese è una furia: "Il Pd e Renzi si sono voluti suicidare. Nella sconfitta hanno pesato le critiche che il partito mi ha rivolto non volendomi candidare. Così mi sono presentato senza simbolo. Se da subito avessero puntato su di me avremmo vinto come abbiamo sempre fatto", esclama Mirello Crisafulli che fino a ieri dominava la scena politica ennese e che oggi si è fermato al 48% lasciando la città al centrodestra: a Maurizio Dipietro, espulso dal Pd tempo fa in questa terra di trasformismi e colpi di scena. Crisafulli, ex senatore del Pd, parlando con l'Huffpost, dà la colpa anche alle politiche del governo Renzi: "Il corpo elettorale ha fatto una scelta. Al primo turno - ricorda - la gente ha votato contro di noi per protesta nei confronti della riforma della scuola. Adesso ho perso con l'onore delle armi ma in Sicilia tante cose non vanno, Crocetta non va".

E il Pd? "È andato male in tutta Italia, da Venezia a Matera. Adesso Renzi dovrà riflettere e deve cercare di capire". In tutto ciò, nella terra di Pirandello, c'è il mistero del blocco informatico del terzo millennio siciliano. Per molte ore, non si è riusciti ad avere i dati dell'affluenza perché la società che gestisce i sistemi informatici sull'isola ha interrotto i collegamenti per la morosità della Regione. Regione dove ormai non si capisce più chi c'è a sinistra. Un tempo comandava Francantonio Genovese, il deputato Pd tuttora agli arresti, adesso il partito renziano non si sa che cos'è e dov'è.