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20/06/2015 06:00:00

Raimondo e gli altri. Marsala, quante vicende giudiziarie per i medici...

 Un altro medico dell’ospedale di Marsala è indagato per peculato. Ancora una volta per aver intascato, secondo l’accusa, somme di denaro per prestazioni sanitarie effettuate in regime di intramoenia. In questo caso, visite domiciliari effettuate a Palermo senza rendicontare tali somme e senza versare il dovuto nelle casse dell’Asp. L’indagato è il 57enne palermitano Francesco Cristiano Raimondo, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina interna del “Paolo Borsellino”. I fatti contestati sono relativi al periodo compreso tra il 2010 e il 2012. Ma Raimondo, difeso dall’avvocato Antonina Bonafede, è accusato anche di abuso d’ufficio. Questo secondo reato è ipotizzato in relazione ad altre prestazioni sanitarie effettuate in ospedale (visite mediche, esami diagnostici, certificazioni), tra il 2010 e il 2014, senza aver richiesto ai pazienti il pagamento delle somme previste per quelle prestazioni sanitarie. Visite gratis, dunque, con danno economico per l’Asp. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Giulia D’Alessandro, è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala. Al dirigente medico la Procura ha notificato l’avviso conclusione indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Già in passato, altri tre medici (due chirurghi e un neurologo) dell’ospedale di Marsala, sempre a seguito di indagini svolte dalla sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura, sono stati indagati e poi anche condannati per fatti analoghi. Sempre nell’ambito di prestazioni sanitarie intramoenia per le quali avrebbero intascato “indebitamente” somme di denaro. Uno di questi (il chirurgo Giuseppe Maggio, condannato per peculato) è stato, poi, licenziato dall’Asp di Trapani, mentre gli altri due, Giuseppe Ribaudo e Michele Abrignani, condannati per truffa aggravata, sono stati sospesi per alcuni mesi dal servizio. Giuseppe Maggio fu condannato dal Tribunale di Marsala a fine giugno 2012: un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per prestazioni sanitarie effettuate tra il 2003 e il 2007 in regime di intra-moenia nel suo studio privato, per altro, secondo i militari della sezione di pg della Guardia di finanza che vi fecero irruzione, tenuto in “pessime condizioni igieniche”. Lo scorso anno, invece, Giuseppe Ribaudo, direttore dell'unità operativa di chirurgia generale dell’ospedale “Borsellino”, ha patteggiato una condanna a sette mesi di reclusione, con pagamento di una multa di 290 euro, per truffa aggravata in danno dell’Asp. Per lo stesso reato, una settimana prima, un altro primario dell’ospedale di Marsala, Michele Abrignani (Neurologia), aveva patteggiato una condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e 200 euro di multa. Anche per Ribaudo e Abrignani l’iniziale accusa era stata quella di peculato.