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23/06/2015 06:20:00

Staccare o no la spina al governo Crocetta? Pd in Sicilia in fibrillazione

Giornata importante oggi per la politica siciliana. E' previsto  infatti un vertice di maggioranza convocato dal presidente della Regione Rosario Crocetta, ed al quale sono stati invitati a partecipare solo i capigruppo dell’Ars e i segretari dei partiti. Come ha già avuto modo di sottolineare, il presidente della Regione non ha alcuna intenzione di dimettersi. Ma da alcune parti del Pd il pressing è insistente. 

 “Il Partito Democratico siciliano rifletta seriamente se proseguire l’esperienza di governo a sostegno di Rosario Crocetta o se non sia il caso di ridare la parola agli elettori, come sostenuto in questi giorni da Marco Zambuto e dal sindaco di Siracusa Garozzo”. Lo dice il deputato regionale del Pd Mario Alloro.
“Credo che il mio partito – spiega Alloro – debba trovare al più presto una soluzione, andando al di là della logica dei rimpasti che non ha portato ai risultati attesi, fissando obiettivi in grado di invertire la tendenza di un inesorabile declino in cui da troppo tempo versa la nostra terra, sia sul piano sociale che economico, come tutti gli indicatori riportano in maniera inoppugnabile”. “Bisogna dare immediatamente certezze ai siciliani – prosegue il parlamentare ennese – a cominciare dalla riforma sull’assetto dei Liberi Consorzi comunali, ma anche intervenendo su tematiche non più rinviabili come quelle riguardanti l’acqua e i rifiuti e lo sblocco degli investimenti infrastrutturali, veri e propri buchi neri in cui è precipitata l’economia isolana”. “In poche parole – conclude Alloro – o si arriva subito ad un cambio di passo, anche se questa prospettiva sempre essere ogni giorno che passa più complicata da realizzare o si abbia il coraggio di staccare la spina”.

Oggi intanto torna in aula la legge sul taglio ai costi della politica. C'è imbarazzoper il rinvio dell’entrata in vigore della legge sul taglio dei costi della politica in Sicilia in discussione all’Ars. Un emendamento del Pd, infatti, prevede l’entrata in vigore della legge a partire dalle prossime elezioni amministrative, così il risparmio immediato (18 milioni di euro solo quest’anno, ma a regime si andrebbe ad un risparmio intorno ai 50 milioni di euro l’anno) si va a fare benedire. Ma l’Assessore all’Economia, Bacce, ha già inserito i tagli in bilancio, e quindi lo scherzetto del Pd rischiano di pagarlo i cittadini siciliani, perchè la Regione conta già su quel risparmio e taglierà di conseguenza altri trasferimenti ai Comuni.

Sull’incongruenza di questa scelta alzano la voce in tanti. Per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non sarebbe un buon segnale il rinvio. «Rinviare la norma sui tagli alle indennità di amministratori e consiglieri comunali – ha detto Crocetta – spostando l’applicazione alle prossime elezioni significa sottrarre adesso 50 milioni ai comuni e dunque ai cittadini. Non c’è alcun motivo di rinviare i tagli, se non quello di non volere pestare i piedi ai detentori di privilegi. Ma che senso ha? Forse non farlo subito aiuta la finanza pubblica? No, al contrario penalizza proprio i comuni. Gli stessi soggetti che rinviano l’applicazione della norma sono quelli che poi vorrebbero che i comuni avessero più trasferimenti da parte della Regione». Per Crocetta non è possibile che quotidianamente si parli di riforme e al momento di passare ai fatti, si tiri il freno a mano. «Faccio appello ai consigli comunali di fare propria la norma e di anticiparne l’applicazione. E invito i partiti a fare autocoscienza per accelerare il risanamento della Sicilia». Sul disegno di legge ancora in discussione non si può più intervenire. Ma si potrà eventualmente inserire un emendamento, per l’entrata subito in vigore della norma, all’assestamento di bilancio, oppure nell’altra attesa legge sulla riforma delle province. Quindi, paradosso dei paradossi: secondo Crocetta l’Ars oggi dovrebbe approvare una norma che tra un mese dovrebbe sconfessare…