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26/06/2015 06:00:00

Marsala, Nino Rosolia: "Contento per Di Girolamo, non per gli impresentabili e per..."

 Finalmente é finita a Marsala la campagna elettorale più lunga, controversa, velenosa, lacerante della storia recente della nostra città: Alberto Di Girolamo – “U dutturi”, “Persona X Bene”  l’ha vinta grazie al consenso bulgaro tributatogli dai marsalesi (o, meglio, da quel 48% che sono andati a votare).

E, nonostante le mie perplessità, non sul conto di Alberto ma del percorso da lui prescelto per giungere alla vittoria, personalmente ne sono contento. Ne saranno contenti, altresì, gli ultras, gli entusiasti ‘a prescindere’, i sostenitori un tanto al chilo, i tifosi in buona fede e quelli interessati, gli impegnati ad ‘intermittenza’, i rivoluzionari da salotto, i marxisti immaginari usi a concludere gli incontri riservati chiedendo: “Ma pi niatri chi c’é?”. Lo saranno altrettanto le tante “web-star de’noantri” in servizio permanente effettivo, giorno dopo giorno impegnati a preparare l’ineluttabile avvento della Palingenesi Albertina Prossima Ventura. Sono, questi individui, improvvisati prestigiatori che, al momento giusto, estraggono emozioni forti dal loro consunto cilindro, dopo aver fatto sparire, con i loro striduli ‘Abracadabra’, le brutte facce che, sui palchi eretti nelle pubbliche piazze, affiancano l’imperturbabile candidato. “Gattacci neri, finti”(come direbbe Gaber) che, per anni, dopo un altro problematico ballottaggio (Renzo Carini contro Leo Giacalone) con sarcastico ghigno,hanno fatto pesare ai “cespugli estremisti” l’alleanza con soggetti “impresentabili”: mentre oggi, di fronte alle esecrabili alleanze di Alberto Di Girolamo, non battono ciglio. Fingendo di ignorare i corposi ’Dossier ’che, ai nuovi compagni di strada del “Partito Renziano”, nel corso del tempo,hanno dedicato, oltre a “I Siciliani”di Fava, Magistratura e Commissione Antimafia.  E glissando sui moniti di Libero Grassi “sulle modalità di raccolta e la qualità del consenso”. E ancora sostenendo che, dentro un gruppo politico – partito o movimento che sia – ci si sta indossando l’elmetto, piuttosto che esercitando il brechtiano “culto del dubbio”. “Babbaluci” – come con azzeccata metafora li ha definiti Giacomo Di Girolamo – che, lungo l’arco dei diversi quinquenni amministrativi, dormono il sonno del giusto, salvo poi saltar fuori durante le campagne elettorali, per definire “prezzolati” quei pochi che – informando senza guardare in faccia nessuno – mettono tutti i cittadini nelle condizioni di “conoscere per deliberare”.
Al netto di ogni pur legittima opinione, comunque, resta, il fatto che, un’operazione complessa come la campagna elettorale, compresa quella appena conclusa, va gestita in gruppo e cooperando. Per questa ragione a nessuno può essere consentito (neanche al mio amico Alberto Di Girolamo) di svilire al livello di “chiacchiera” la proposta che, a tempo debito, m’ero permesso di formulare: costituire un ambito – un team – dove, prima dell’inizio della contesa, potersi confrontare, al limite anche scontrarsi ma, alla fine, decidere collegialmente su alcune, dirimenti questioni: linea politica, alleanze, questione morale. Bazzecole, si dirà. Sulle quali, però, pur predicando il “Noi”e la “Partecipazione”, Di Girolamo, ha deciso autarchicamente col cipiglio dell’uomo solo al comando. O, peggio ancora, su input dei ras di partito. Gli esiti? Di certo, non esaltanti. Analizziamoli:

A) Linea Politica. Non pochi, al riguardo, erano i nodi da sciogliere. Ne citerò solo due.

Primo: meglio – per il Segretario Cittadino del PD – trovare un punto di sintesi tra le varie ‘anime’ del Partito Democratico o perderne diverse per strada, com’é puntualmente avvenuto con Nicola Fici, Capogruppo PD a Palazzo VII Aprile e Luigi Giacalone, uno dei due competitor  alle primarie?

Secondo: era proprio necessario accogliere a braccia aperte gli ex-Consiglieri, ora alleati, della lista “Una voce per Marsala”: visto che buona parte di loro vanta solidi agganci con alcuni campioni (da Pino Giammarinaro a Giovanni Lo Sciuto), percepiti dal nostro elettorato come simbolo di quella politica clientelare contro la quale Alberto Di Girolamo continua a scagliare i suoi strali?

B) Alleanze. Perché siglare l’accordo con i seguaci dell’On. Paolo Ruggirello, non proprio esemplare per coerenza politica ed etica pubblica? Non era ragionevole – stante la sua specchiata storia personale – attendersi, dal Segretario PD, uno scatto d’orgoglio che disubbidendo agli ordini della nomenklatura rigettasse l’intesa con cotanto alleato e con il suo alfiere locale Enzo Sturiano ( col quale, peraltro, fino a qualche giorno prima dell’apertura delle ostilità, aveva duellato)? E’ proprio sicuro, Alberto, che “sciogliersi” nel PD, equivalga ad emendarsi dalle pregresse (e non certo cristalline) condotte politiche?

C) Questione morale. Le ha viste bene, Di Girolamo, certe facce che gli girano intorno? Ritiene di muoversi nel solco tracciato da Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer , che insegnavano come “la politica o é fondata sull’etica o si riduce a puro calcolo machiavellico”?

A leggere i nomi di alcuni soggetti presenti in qualcuna delle sue liste, sembrerebbe proprio di no.

“Ballando da solo”, Alberto, ha mostrato noncuranza ‘per la contraddizion che nol consente’: prima, forte della vittoria alle Primarie, ha esibito muscoli d’acciaio ai malpancisti democratici marsalesi e respinto al mittente le proposte di alleanze ‘contro natura’, formulate da diversi plenipotenziari del PD siciliano, a beneficio (?) della ‘colonia’ di Marsala. In seguito, però, vittima di una specie di “cedimento strutturale”, ha battuto in (eterodiretta?) ritirata strategica rispetto alle posizioni assunte nel corso degli ultimi mesi.

E’ saltata, così, la discriminante della “discontinuità” con l’Amministrazione dell'ex Sindaco Giulia Adamo: eletti nelle liste che lo hanno sostenuto, infatti, risultano sia l’ex Vice di Giulia Adamo, Antonio Vinci, che la sua più strenua sostenitrice, Ginetta Ingrassia. L’ex-duellante Sturiano, già Presidente del ‘massimo consesso civico’, é oggi membro della sua squadra. E, quel ch’è peggio, tra le innumerevoli Persone X Bene che popolavano le sue liste, tra cui, in primis i candidati di “Cambiamo Marsala”, fanno capolino, purtroppo, anche personaggi che dell’etica pubblica hanno un concetto a dir poco.. elastico. Dunque, altro che “chiacchiere”... 

E, se ho il torto di turbare la meritata ‘luna di miele’ del nuovo Sindaco di Marsala, mi sorregge, almeno, la convinzione che tutto ciò che rientra nel pubblico interesse, del “discorso pubblico”, appunto, debba far parte integrante. L’idea che, talvolta, come scrive Sciascia, “bisogna rompere i compromessi, i giochi delle parti, i silenzi...bisogna rompere le uova nel paniere, se si vuol dirla con linguaggio e immagine più quotidiana, prima che ci preparino la letale frittata”.

In conclusione, alle considerazioni che ho appena scritto, e in gran parte già pronunciate in un confronto pubblico, svoltosi al “Baluardo Velasco” ( a tal proposito, come dimostra il risultato elettorale, a nulla è servito il maldestro tentativo di Massimo Grillo di trasformarne alcune in “leit motiv” dei suoi pubblici interventi) voglio aggiungerne una finale. Concernente, non tanto quelle amministrative (non da poco, stante la situazione finanziaria del Comune di Marsala) quanto le difficoltà politiche che, a breve, Alberto Di Girolamo, dovrà affrontare. Derivanti dal dover guidare un Partito malconcio  che il suo Segretario nazionale proclama “Partito della Nazione”, senza però chiarire se, il PD, è un “partito di centrosinistra che si fa carico dei problemi dell’intera nazione” (Reichlin) o, al contrario, specie nel Sud, un “partito dove Destra e Sinistra perdono i loro confini che accoglie nelle sue liste transfughi di ogni risma purché detentori di consistenti pacchetti di voti” (Saviano). Dubbio amletico che, devo riconoscere, con le sue ultime scelte, Di Girolamo, sembra aver risolto a favore della prima accezione. Scelte coraggiose che  il quinto Sindaco eletto direttamente dai cittadini ha compiuto, facendo due cose“di sinistra. La prima è la designazione di Agostino Licari: per antonomasia, “uomo del dialogo”, ottimo consigliere comunale, tecnico del bilancio, espressione della mitica “Fascia”: la zona di Marsala dove più profonde affondano le radici della sinistra marsalese. La seconda è la nomina di Clara Ruggieri: una sorta di “sinonimo” della migliore società civile lilibetana. ‘Pasionaria’del variegato pianeta dell’associazionismo e del volontariato. Esponente FAI e protagonista della campagna che ha lanciato la “Laguna dello Stagnone” sulla ribalta intenazionale. Ecco: se, personalmente, spero, dal magma incandescente della ‘Coalizione Sociale’ di Landini e Rodotà, possa sortire un nuovo soggetto politico di sinistra, devo ammettere che la scelta di queste due personalità, Ruggieri e Licari, é di buon auspicio. Non solo per un PD capace di rinverdire le sue origini progressiste, ma per una Giunta che privilegi la competenza anziché l’appartenenza, la professionalità piuttosto che la fedeltà al partito o al leader di turno, la“Piazza” e non il “Palazzo”.

G. Nino Rosolia