L’assessore Ettore Leotta si è dimesso dalla Giunta Crocetta. Le dimissioni dell’assessore in quota Udc nascono dallo stravolgimento della legge sul taglio ai costi della politica locale, e dal fatto che un’altra grande riforma, quella delle ex province, è ancora al palo. Certo, è imbarazzante leggere la motivazione del magistrato in pensione per dire addio a Crocetta: “Con l’interruzione sulla A19, viaggiare diventa stancante”.
“Ho inviato una lettera al presidente in cui ho comunicato le dimissioni” – spiega l’ormai ex assessore all’Ansa – Sono stanco, dopo il crollo del pilone sulla A19, andare e venire da Siracusa è diventato complicato, ho una certa età e anche la difficoltà del viaggio ha influito sulla mia decisione”.
Magistrato amministrativo in pensione, ex presidente del Tar della Calabria, Leotta era stato nominato nel gennaio del 2015 in quota Udc: avrebbe dovuto portare a termine la contestatissima riforma per trasformare le province in liberi consorzi tra comuni, ma era finito impallinato dal voto dei franchi tiratori, che ad aprile avevano affossato la norma all’Assemblea Regionale Siciliana. “Lascio il mio incarico con il rammarico di non esser riuscito a completare la riforma che avrebbe restituito speranza ai dipendenti”, spiega l’ormai ex assessore.
“In questo momento – ha detto ancora all’AGI – sono sul treno diretto a Catania e poi dovrò cambiare per Siracusa. Non ce la faccio più. Il crollo del ponte è stato un brutto colpo non solo per le merci, ma anche per le persone”. Detto da un membro della giunta siciliana, che avrebbe dovuto operare per la soluzione dei problemi, invece sembra essere il problema che impedisce la soluzione di molte questioni, è significativo.
Ma approfondendo il ragionamento con l’agenzia Agi, Leotta ha spiegato qualcosa in più, con parole dense di amarezza e di consapevolezza che l’amministrazione regionale può trasformarsi da potenziale molla per dare una spinta alla ripresa a un freno magnetico che blocca tutto. Alla domanda se dietro le dimissioni vi fossero “ragioni anche politiche”, Leotta è stato chiaro: “Nessun ostacolo politico, nessuna contrapposizione, neppure con l’assessore all’Economia Baccei – ha risposto – ma c’è certamente la delusione di vedere ancora nel limbo al riforma delle province. Fa male assistere a manifestazioni con in piazza persone della mia età che difendono i loro stipendi. Quella riforma si poteva fare per tempo e invece è stata impallinata”.
Il magistrato contabile, aveva sostituito la dimissionaria Marcella Castronovo, che era rimasta in carica per appena due mesi, dato che era stata nominata nel novembre del 2014: in totale gli assessori nominati da Crocetta sono stati 33 in due anni e mezzo. Il numero 34 sarà probabilmente Giovanni Pistorio, segretario regionale dell’Udc, già assessore regionale con Totò Cuffaro e senatore con il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo.
Con le dimissioni dell’assessore Ettore Leotta, il governo regionale perde una persona perbene, garbata, ma, al contempo, insofferente agli intrecci di palazzo”. Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone. “La settimana scorsa, durante la seduta d’aula – ha detto Falcone – avevo capito e preannunciato le imminenti dimissioni di Leotta che, da galantuomo e uomo delle istituzioni, dribblava evitando un possibile incidente di percorso sull’iter della norma riguardante lo status e la riduzione del numero degli amministratori locali”. “Ora, messo fuori dal governo un valido tecnico – ha concluso – qualcuno può dare sfogo al mercato delle vacche”.