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30/06/2015 06:35:00

Il mio ultimo giorno da direttore di Rmc 101 e di Tp24. Non è un addio nè un arrivederci

 Gentile lettore,
quello di oggi è il mio ultimo giorno da direttore di www.tp24.it e di Rmc 101. Probabilmente, se segui questo giornale, se ascolti la nostra radio, sei tra quelli, tantissimi, che in questi giorni si sono chiesti, dopo il mio annuncio, perché ho preso questa decisione, cosa c’è dietro, cosa vado a fare, cosa mi è successo. Ti devo delle spiegazioni, lettore mio.
Innanzitutto, non è un addio, né un arrivederci. C’è la presa d’atto di tante cose. La prima: è da dieci anni che sono il direttore di questa testata, troppo tempo. Non credo nei posti a vita, credo nel cambiamento, nell’accettare nuove sfide. E quindi, si, lascio perché dopo dieci anni ho bisogno di guardarmi intorno, capire, sperimentare. Vivo, inoltre, ormai la mia carriera di giornalista e scrittore su più fronti: scrivo libri che girano l’Italia e il mondo, e con essi il suo autore, collaboro con importanti testate, tengo seminari e conferenze. Fare il direttore di questa testata, garantire impegno e presenza, diventa difficile. Questo vale per me. Per quanto poi riguarda il gruppo editoriale, quello di Rmc 101, penso che una realtà cresca quando chi è in qualche modo leader sappia mettersi da parte, favorisca il ricambio,al momneto giusto, l’ingresso di energie nuove, e dunque idee nuove. E’ con orgoglio pertanto che ti annuncio, caro lettore, che da domani sarà direttore di questo giornale Francesco Appari, che è la mia copia, solo un po’ più cattiva, e più brillante a calcetto. Ha dieci anni in meno di me, è bravo, è cresciuto con noi, è un talento.

Non è un addio, nè un arrivederci. Io resto. Solo che faccio un passo indietro. Stare in prima linea mi ha stancato. E qui viene la parte difficile del racconto, lettore bello.
In questi anni ho cercato di fare a Marsala un giornalismo degno di questo nome. Si può essere di provincia, ma non per forza provinciali. Questo è stato ed è il mio chiodo fisso. Se guardo indietro, credo di esserci riuscito, e anche troppo bene, mi si perdoni l'insolenza. Questo giornale, questa radio, sono stati voce critica, quasi d’opposizione vera e propria (data la totale assenza di politica) ai governi locali che si sono succeduti, ai vari onorevoli, al pensiero dominante. Abbiamo fatto le pulci ai potenti, raccontato piccoli e grandi scandali. Ogni giorno. Un modo di fare giornalismo che è stato premiato da ogni parte, anche se il riconoscimento più importante per noi - che non viviamo di contributi pubblici - sono i numeri: i visitatori del sito, gli ascoltatori della radio, la quantità e qualità di inserzioni pubblicitarie.  Tutto questo ha avuto però un doppio prezzo. Un prezzo personale: ho fatto, in questi anni, tabula rasa della mia vita sociale a Marsala, sopporto ex amici che non ti salutano più, persone che ti odiano, tifosi di questo o quel politico che ti insultano. Sopporto querele e citazioni ad ogni piè sospinto, via via sempre più pretestuose, dalle quali mi ripara come una roccia il mio fraterno amico, Valerio Vartolo. Sopporto (senza fare pubblicità) minacce che arrivano a me, alla redazione, alle persone a me vicine, telefonate anonime, biglietti con le croci, incontri ravvicinati. Tutto questo, però, ti consuma. Ti scava dentro e ad un certo punto è più della tua stessa vita. Per dirla tutta, il mio tempo è ormai così composto: lavorare, lavorare, e, quando ho tempo, occuparmi delle conseguenze del mio lavoro. Mi dimetto non perché voglia deresponsabilizzarmi (gente come noi, che mangiano sempre pane e tempesta, sono arruolati a vita in certe brigate di frontiera…), ma il passo indietro mi serve per essere più lucido, analizzare meglio certi fatti, capire alcune cose, contestualizzare.
Il secondo prezzo del nostro modo di fare giornalismo lo ha pagato la città. Ho come il sospetto che questa comunità sia un po’ poggiata sulle mie spalle. Ci sono corse che nessuno racconta, perchè, tanto, siccome sono spinose, le racconto io. Insomma, sono diventato negli anni una specie di faro della legalità, un goffo Uomo Ragno tascabile e di concetto, che ha il compito - dovere - obbligo di occuparsi di tutto ciò che non va, dal posteggio del disabile sotto casa fino ai casi di corruzione. Ho una lista lunga così di segnalazioni, non finisce mai. E quando ritardo a scrivere di un fatto, subito partono gli strali, i veleni, i sospetti. Ecco, questa comunità, Marsala, ha bisogno di crescere. Una volta un assessoruncolo mi disse: "Noi non ci facciamo intervistare da te, perchè tu fai domande". Mi dimetto per questo, per capire se ci sono altri spazi per un racconto qualificato (che non sono certo le doglianze su Facebook) su quello che non va a Marsala. Esiste un giornalismo che non sia da operetta in città, che parli, ad esempio, meno di commemorazioni dell'antimafia e più di mafia? C’è qualcun altro in grado di farlo? C'è qualcuno, insomma, che fa domande? Magari, facendomi, da parte, altri si sentono un po' più responsabilizzati. Meno pornografia di incidenti stradali, più inchieste.

Permettimi, caro lettore, alcuni ringraziamenti. Pochi, in verità, che io non sono cosa. Essenzialmente si tratta di dare merito a Paolo Accardi e Maurizio Falco, come a tutti i soci e gli amministratori del tempo, di Rmc 101, di aver creduto in un progetto, di crederci ancora, a testa alta e petto in fuori. Grazie anche ad Angelo Attinà: non abbiamo avuto un’idea politica in comune, io e lui, ma è stato uno dei primi a riconoscere la bontà dei risultati del mio lavoro, difendendomi alla bisogna.  Ci sono poi un centinaio di collaboratori che dovrei ringraziare: gente che ha scritto per una settimana, e altri per anni, chi è diventato giornalista qui, nella nostra nidiata, chi ha fatto vignette e chi ha scritto ricette. Ciccio Timo e Carlo Rallo sono per me come dei fratelli.
E grazie soprattutto a te, caro lettore, che hai letto, cliccato, condiviso, che mi hai scritto, e mi scriverai. Per denunciare, criticare, suggerire, inveire. Puoi continuare a farlo, non ti preoccupare. Non è un addio, nè un arrivederci. E’ solo spostare la scrivania un attimo più in là.

Giacomo Di Girolamo

 


Rmc 101 SRL ringrazia Giacomo Di Girolamo per tutti questi anni di guida della testata giornalistica dell’emittente radiofonica e del giornale on line www.tp24.it. Grazie al suo impegno sono stati raggiunti risultati straordinari che siamo certi che Francesco Appari, da domani, primo luglio, nuovo direttore, migliorerà ancora. Allo stesso modo, siamo consapevoli che il legame, profondo, che lega Di Girolamo a questo gruppo editoriale, continuerà in altre forme, sempre nell'interesse dell'opinione pubblica di questa città.
L’editore