Chi è passato ieri, o anche oggi, in Via Garibaldi, centro della movida turistica di Marsala, trova un'aria un po' surreale: negozi, ristorantini, bar sono chiusi; qualcuno ha ritirato i tavoli che aveva fuori, altri hanno abbassato le saracinesche, altri ancora sembrano tirati a lucido e ordinati come non mai. Che cosa sta succedendo? Un improvviso lutto cittadino? Una serrata per le salitissime bollette della "munnizza" in arrivo? Nulla di tutto questo. Semplicemente, sono in corso controlli della Guardia di Finanza, in collaborazione con l'Ispettorato del lavoro, l'Asp, l'Inps e l'Agenzia delle Entrate, su bar e attività della ristorazione in genere. E, insomma, nei locali di Marsala, questa cosa viene vissuta con una certa ansia, neanche fosse un'epidemia di ebola. Scherzi a parte, molti locali sono stati multati, con verbali anche di migliaia di euro, altri, invece, hanno avuto un ammonimento a mettersi in regola entro pochi giorni, e questo spiega il frenetico via vai. Altri locali ancora, in attesa che passi questa ondata di controlli, hanno preferito chiudere. Ma controlli su cosa? I "vizi" degli esercenti marsalesi, complice anche - bisogna dirlo - una legislazione confusa e non certo di favore, sono sempre gli stessi: lavoro nero, locali non a norma per la sicurezza, carenza di igiene. Ma quello che colpisce di più - dicono i funzionari operativi nei controlli della polizia tributaria - è la completa inosservanza delle regole per l'occupazione del suolo pubblico. In molti locali la richiesta è minore rispetto allo spazio occupato su strada e nel marciapiede. In altri è addirittura inesistene (e sono quelli che rischiano di più). Resta da capire perchè il Comune di Marsala non abbia mai fatto i controlli necessari. Ma perchè tutti questi controlli? "Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di cose che non andavano - dicono ai piani alti della Guardia di Finanza - e comunque Marsala è citta classificata come "turistica e d'arte" e questo comporta, oltre che norme più elastiche per l'apertura di negozi e locali, anche una certa intensità dei controlli, dato il flusso turistico elevato in questo periodo della stagione". A Marsala, secondo dati ufficiali, le attività di ristorazione o di somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico, sono aumentate negli ultimi anni del 23%, tuttavia a questo dato non corrisponde un adeguato aumento delle imposte, segno che c'è evidentemente molto nero, e tanta evasione, a cominciare dalla mancata emissione di fatture e scontrini fiscali. Altra attenzione, inoltre, verrà presto data alla tassa di soggiorno. A Marsala è ormai operativa da un anno, eppure il gettito (180.000 euro) sembra molto inferiore alle attese. C'è il sospetto che non tutti la facciano pagare, così come è anche vero che ormai in città è pieno ormai di attività ricettive abusive. Eppure, pensate, con la sola tassa di soggiorno (che, secondo alcune stime prudenti, se applicata a regime a Marsala potrebbe portare anche 400.000 euro l'anno) si potrebbero pagare, come previsto dalla legge, tanti servizi ai turisti, dalla programmazione estiva (senza ricorrere alla pena di dover chiedere agli artisti di esibirsi gratis...), fino all'oneroso contratto con Ryanair, che impegna il Comune di Marsala per 300.000 euro l'anno. Comunque, le attività di controllo continueranno nei prossimi giorni, soprattutto per quanto riguarda la presenza di persone che lavorano in nero. Con il jobs Act di Renzi molti locali hanno approfittato dell'occasione per licenziare il personale, creare nuove società, e assumere personale nuovo a condizioni flessibili e costi notevolmente inferiore. L'esistenza di strumenti come i buoni lavoro dell'Inps, inoltre, rende ormai la pratica dello sfruttamento in nero del lavoratore non solo odiosa, ma anche stupida...