Doveva essere il centro dello sviluppo economico per Marsala. Il luogo in cui le imprese potessero mettere radici, con le agevolazioni del caso, e creare un agglomerato economico. Oggi però non è altro che un enorme, abbandonato, incontrollato, immondezzaio. E’ l’area artigianale di Marsala, che sorge nei pressi di Amabilina. Viene utilizzata per buttare rifiuti di ogni genere. Si possono trovare carcasse di elettrodomestici, mobili vecchi, materassi, materiali vari, e rifiuti bruciati. Viene utilizzata, l’area artigianale, la notte anche dai ladri di rame, per bruciare le guaine in gomma che ricoprono l’oro rosso dei cavi. Ma diventa anche area in cui sostano i mezzi dell’Aimeri per “scambiarsi” i rifiuti e ripartire con il giro.
E le aziende che dovevano sorgere? Niente, qui non si vede nessuno.
Il patto era chiaro, eppure. Il Comune realizzava infrastrutture, come strade e parcheggi in una zona abbandonata, e le imprese facevano richiesta per acquistare i lotti. Ne sarebbero diventati proprietari a tutti gli effetti. Ma in questi anni sono stati pochi a fare richiesta al comune per l’area realizzata nel 2008 al costo di circa 4 milioni di euro. Costi altissimi, imprese scoraggiate, e tutto fermo.
Nel 2012, finalmente si sono ridotti i costi per acquisire i lotti. Un’operazione andata avanti per anni, che dopo interventi vari, dai politici, agli artigiani, ha portato alla riduzione del 70% del prezzo dei lotti. Il costo di un lotto è passato da 92 euro a metro quadrato a soli 27 euro e la locazione da 3 mila a 500 euro l’anno. L’iter di riduzione dei costi cominciò con l’amministrazione Carini, poi portata a termine durante l’amministrazione Adamo. Il 31 gennaio 2013, con il nuovo listino prezzi, venne emanato un avviso pubblico per i lotti non ancora assegnati, che erano 31. Solo tre ditte, tre, presentarono richiesta però. Sei lotti li chiese la «Revis», due ciascuno, invece, la «Marsala Service» e la «Tre. Sor. ». E’ stato così necessario un nuvo bando per i lotti rimanenti.
Adesso si aspetta il nuovo bando, diverso da quelli precedenti, per assegnare i lotti. Anche perchè pare che le aziende che hanno ottenuto i lotti non abbiano ancora pagato il dovuto al Comune. Quindi il prossimo bando prevederà il pagamento dell’acquisto entro un termine massimo. Il regolamento per l’assegnazione è stato modificato nei mesi scorsi dal consiglio comunale. Ma c’è da dire che non c’è una pianificazione sulla disposizione delle attività artigianali che dovrebbero insediarsi. Così accanto a una officina o a una azienda che produce esalazioni potrebbe sorgerne un’altra, ad esempio, che si occupa di dolci. In questo senso, potrebbero sorgere delle incompatibilità. Ma questo non è un problema imminente, e forse non lo sarà mai. Perchè, nell’area artigianale di Marsala, non c’è anima viva. Non c’è nessuna azienda. Solo un grande parco per gli scaricatori abusivi di spazzatura. Come raccontano le immagini di questo articolo.
Per la zona artigianale invece si sono spesi oltre 4 milioni di euro, una superficie di circa 12 ettari per 45 attività artigianali previste, ma inesistenti. Nel progetto si prevedevano “capannoni a schiera suddivisi in quattro distinti lotti a superficie variabile da 800 a 1.050 metri quadrati”.
Ora fateci un giro, guardate le foto a corredo di questo articolo. E chiedetevi se non hanno torto quelli che dicono che in questa città non si può creare sviluppo.