Una delle cose più vive del Meridione é il problema meridionale. Ormai é ultrasecolare. Nacque con l'unità d'Italia. Prima non ci poteva essere, perché il Nord ed il Sud appartenevano a regni diversi, ed il paragone tra le due economie non era agevole. Non é che al Meridione, prima dell'unità d'Italia si stesse bene, ma il problema dell'arretratezza meridionale divenne un motivo di lamentele e di studio quando si vide che il Nord, nell'Italia unita, andava ad una velocità diversa che il Sud. Ci sono storici che anche di recente hanno sostenuto che la politica italiana, dopo l'unità, é stata ladresca ai danni del Meridione. Si citano i prelievi milionari, dei milioni di allora, fatti da Garibaldi e dai piemontesi nelle casse ben munite del Regno delle Due Sicilie, ed anche si é osservato che la politica economica statale ha avuto ordinariamente un occhio di riguardo alle esigenze del Settentrione, e solo interventi straordinari, ma non continui per il Mezzogiorno.
E' di questi giorni la notizia che nuovi massicci interventi, per la creazione di infrastrutture, dovrebbero essere convogliati verso il Sud dal governo centrale. Insomma, si tratta di un nuovo tentativo di risolvere il problema meridionale. Che non é di facile soluzione. Non bastano i soldi a risolvere un problema che non é solo economico.
Nel 1902, il 14 settembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli prese un treno speciale, allestito per l'occasione, per visitare il Sud. Non arrivò in Sicilia, ma quanto vide passando da Napoli, da Caserta, da Matera e da decine di altri comuni fino alla Basilicata, fu tanto. Era accompagnato da un paio di ministri, da alcuni sottosegretari e dal suo segretario particolare. Lo seguiva un codazzo di giornalisti. In alcuni comuni si fermò e pernottò, in altri conobbe persone. Ascoltò relazioni e si interessò a casi umani. Il viaggio durò fino al 30 settembre. Credo che sia stato il viaggio più lungo di un presidente del consiglio nelle terre più martoriate.
Giustino Fortunato, il grande meridionalista amico di Zanardelli, gli diceva: "Tu non sai, tu non vedi". E così Zanardelli partì per Sud. Allora in quelle terre l'analfabetismo era al 75 per cento. Le condizioni dei lavoratori disumane. Lavoravano la terra, che non era loro, dall'alba al tramonto, e non avevano speranze. A Gorgoglione incontrò un vecchio e gli chiede di cosa avesse bisogno: "Di tutto, eccellenza - rispose quello - intanto pregate per noi." Lui promise, addolorato dalla miseria che vedeva in giro. Promise scuole ed infrastrutture. Qualcosa fu fatta dopo il suo rientro a Roma. Ma tanto restava da fare, e resta ancora. Purtroppo il capo del governo, un anno dopo,fu costretto a lasciare per la solita crisi parlamentare, e dopo pochi mesi morì. Fosse durato di più, probabilmente avrebbe fatto di più. Era una persona seria, che inaugurò il periodo delle riforme liberali.
Ora ci prova Matteo Renzi a risollevare il Mezzogiorno, ma del Napoletano, della Basilicata, della Sicilia, e delle altre terre del Meridione ha una conoscenza per sentito dire e per essere stato turista per qualche giorno dalle nostre parti, se mai c'é stato.
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