Rifiuti in Sicilia, è “stato di calamità istituzionale”. Si è svolta nella sede dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta dal Raffaele Cantone, l’audizione congiunta dell’Assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, Vania Contrafatto e dei rappresentanti AnciSicilia sulle criticità della gestione del sistema integrato dei rifiuti nella Regione Siciliana.
Hanno preso parte all’audizione il presidente AnciSicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il Vice Presidente e Sindaco di Partinico, Salvatore LoBiundo e il segretario Generale, Mario Emanuele Alvano, che come Ufficio di Presidenza avevano richiamato attenzione Anac sulle criticità di sistema.
Nell’occasione sono state evidenziate le tante anomalie del sistema regionale che hanno determinato e continuano a determinate una grave lievitazione dei costi che grava sui Comuni e in ultima istanza sui cittadini che pagano la TARI e che sono costretti a sostenere il 100% dei costi del servizio. Il presidente Orlando ha evidenziato – come più volte denunciato dai Comuni siciliani – le anomalie di sistema che durano da molti anni e che producono sprechi,disservizi e carico fiscale sui cittadini .
“La mancata attuazione della legge regionale 9 del 2010,la permanenza ad oggi del sistema di 27 Ato in liquidazione e taluni anche dichiarati falliti , la assenza sino ai nostri giorni di un adeguato Piano regionale dei rifiuti , la mancanza di un programma di impiantistica pubblica e la decennale confusione e lacunosità di direttive regionali sono tutti elementi – ha ribadito Orlando – di quello che l’Anci Sicilia ha definito “stato di calamità istituzionale”. “Le anomalie del sistema, che ho puntualmente confermato alla Commissione Parlamentare attività illecite nel settore dei rifiuti a marzo e poi ad aprile 2015 anche alla Procura della Repubblica di Palermo – ha proseguito Orlando – sono confermate dalla condizione di oligopolio che caratterizza il sistema della gestione delle discariche e dei trasporti dei rifiuti. Si tratta di elementi che sono resi evidenti nell’ultima ordinanza emanata dal Presidente della Regione (14 luglio 2015) in cui sono indicate le aziende private favorite da questa condizione di perenne emergenza e dallo incomprensibile vantaggio per discariche private in danno di Bellolampo, unica discarica pubblica in regolare attività ; si producono così notevoli disservizi e cisti fiscali per i cittadini in decine di Comuni sono costretti da provvedimenti regionali a non accedere a Bellolampo e a trasportare rifiuti a centinaia di chilometri di distanza”.
Intanto, il presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti, ha reso noto che “il lavoro di approfondimento svolto dalla Commissione d’inchiesta sulla situazione di ‘emergenza’, concernente la gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia è in fase di ultimazione e la relativa relazione sarà – dopo il vaglio della Commissione – presentata al Parlamento entro il prossimo mese”. “Chiederemo, inoltre – prosegue Bratti – di acquisire gli atti relativi all’audizione dei rappresentanti dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, Mario Emanuele Alvano e Salvatore Lo Biundo all’Anac, l’Agenzia Nazionale Anti Corruzione guidata dal prefetto Raffaele Cantone, con la quale da tempo abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione”.
Attualmente sono nove le discariche attive in Sicilia: qui finisce il 90% dei rifiuti prodotti dai siciliani. Gli impianti di compostaggio sono sei, a questi va aggiunto anche un impianto di trattamento meccanico biologico. La raccolta differenziata in Sicilia è ferma al 10%, percentuale irrisoria e che si mantiene stabile da anni.