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14/09/2015 14:00:00

La Curia di Trapani e gli scandali, archiviata l'indagine su Don Ninni Treppiedi

 Nuova puntata dell'inchiesta sugli scandali alla Curia di Trapani. Sono state infatti archiviate le indagini su Don Ninni Treppiedi. L'ex direttore amministrativo della Diocesi di Trapani era accusato di riciclaggio. 

L'indagine aveva preso spunto dalla denuncia presentata in procura a Trapani dal vescovo, poi rimosso, Francesco Miccichè, intanto finito sotto indagine per appropriazione indebita e malversazione di fondi pubblici.

Proprio per questa denuncia del vescovo Miccichè contro l’ex suo braccio destro don Ninni Treppiedi, la Procura aveva avviato una rogatoria con le autorità vaticane al fine di potere accedere ai dati in possessi dello Ior, la banca della Santa Sede, presso la quale, secondo il vescovo Miccichè, don Treppiedi aveva depositato rilevanti somme di denaro. Le indagini condotte hanno dimostrato che sul conto Ior del Treppiedi erano depositati fondi per 15 mila euro provenienti da conti correnti intestati presso Unicredit allo stesso sacerdote e al di lui padre, Vincenzo Treppiedi. Conto corrente presso lo Ior che è risultato “non movimentato”. Le indagini di natura bancaria sul conto di don Ninni Treppiedi sono state vaste e hanno portato i finanzieri a indagare presso diversi istituti bancari, è stata interpellata anche la Banca d’Italia, ma gli esiti investigativi non hanno confermato l’ipotesi di reato contestata a don Treppiedi.

In questa vicenda, Miccichè, da uomo ingiustamente accusato è finito invece sotto inchiesta per calunnia, e per altri reati, tra cui appopriazione indebita. Per la Procura di Trapani infatti le accuse mosse dall'ex vescovo di Trapani Francesco Micciché al suo ex economo don Nino Treppiedi sono "inattendibili" e "frutto di una premeditata strategia ispirata da fini diversi dal senso di legalità con cui Micciché ha tentato, in un primo momento riuscendovi grazie anche a testimonianze compiacenti, di accreditarsi presso l'autorità giudiziaria".

Mons. Miccichè sostenne di avere subito una serie di raggiri da parte di don Treppiedi, di avere subito la falsificazione della propria firma su diversi atti, quella querela contribuì a fare aprire un procedimento penale contro don Treppiedi, per una serie di reati anche gravi. Oggi però si può dire che l’inchiesta contro don Treppiedi (che a sua volta è uno degli ultimi accusatori nel processo per mafia a D'Alì) si è quasi del tutto sgonfiata.