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05/10/2015 06:15:00

Il Comune di Marsala chiude le mense? Portiamo i nostri figli a mangiare da Oreste Alagna

 Il Sindaco di Marsala è Alberto Di Girolamo, del Pd, eletto da una coalizione di centrosinistra e altra roba. Lui e la sua Giunta hanno deciso di aumentare la Tasi, la Tassa sui Servizi Indivisibili. Mancano infatti, ha detto il Sindaco, 1,6 milioni di euro per tappare il buco di bilancio di 7 milioni, creatosi per entrate non arrivate e per il taglio dei trasferimenti da Stato a Regione.
Ora, il Sindaco è anche segretario del suo partito. Quindi unisce in se due cariche importanti. Non potrebbe farlo, dice lo statuto del Pd, ma quella è un’altra storia. Da cittadini responsabili, per noi, ciò che importa è che, sulla carta, questa doppia carica dà garanzie di una certa stabilità e coerenza. Un po’ come quando Papa Giovanni XXIII diceva: “Certe volte mi agito nel sonno, penso ad un sacco di problemi nel mondo e dico: dovrei parlarne al Papa. Poi mi sveglio e dico: ma sono io il Papa!”. Ecco, se il segretario del Pd, Alberto Di Girolamo, ha qualcosa di cui lamentarsi con il Sindaco, e magari non ci dorme la notte, come il Papa buono, poi si sveglia, ci riflette un po’ e dice: ma sono io il Sindaco!
Un provvedimento così grave, l'aumento della Tasi, arriva dunque in consiglio comunale, blindato. Noi almeno pernsiamo così. Nel senso che i consiglieri comunali della maggioranza, quasi tutti del Pd, sanno che bisogna aumentare quella tassa, senza la quale, dice il Sindaco, vengono meno alcuni servizi per i cittadini.
Non è andata così. I consiglieri comunali o erano distratti o pensavano ad altro o non erano stati informati, soprattutto quelli del Pd. Fatto sta che l’aumento della Tasi è statobocciato. Secondo molti consiglieri, infatti, il Sindaco potrebbe tagliare altre spese (compensi dei dirigenti, costi dei rifiuti, indennità) prima di arrivare all’aumento della tassa. Inoltre i cittadini marsalesi hanno, a vario titolo, debiti con il Comune per 50 milioni di euro. Solo le bollette d’acqua non pagate arrivano a 10 milioni di euro. Ecco, sicuro che non ci sia un modo per fare pagare chi non ha mai pagato, anzichè tartassare i pochi che non ce la fanno più?

L’aumento della Tasi viene dunque bocciato. E il giorno dopo il Sindaco che fa? Decide di rinviare a data da destinarsi l’avvio di due servizi tra i più importanti che dovevano partire oggi: scuolabus e mensa. Una specie di rappresaglia, chiamiamola così. Che colpisce i nostri figli. Una vigliaccata. Cioè, il Sindaco, anzichè prendersela con se stesso e con la sua incapacità politica, con i consiglieri del Pd e la loro inutilità, con i suoi assessori di bella presenza e scena muta, se la prende con noi, con i cittadini e da un giorno all’altro taglia due servizi che erano stati già appaltati e pronti. Con un meccanismo di azione e reazione che è molto pavloviano, ma che è una specie di atto bullesco, non una cosa da amministratori. I servizi, infatti, li tagli quando hai il bilancio, una ricognizione esatta di quello che puoi e non puoi fare, non li tagli così, li giorno dopo la bocciatura della Tasi, come se il Comune fosse una grande partita di giro. Aggiungo anche  un'altra considerazione: si tratta di servizi che vengono svolti in compartecipazione, cioè noi utenti paghiamo una quota, che copre parzialmente il costo (credo il 40%). Ecco, si può aumentare questa quota, ma non cancellare così un servizio. Ma che modo di amministrare è ?

Ma davvero noi marsalesi ci meritiamo questo? Si, perché ognuno ha la classe politica che si merita. Non ci sono vie di fuga. Poteva fare tante altre cose il Sindaco, poteva finalmente tagliarsi davvero l’indennità del 50% e tagliarla di conseguenza, a cascata, a tutti (assessori e consiglieri, senza bisogno che qualcuno faccia il paraculo dicendo: io mi dimezzo l’indennità per mio conto. Non funziona...). Poteva dire ai signori dirigenti di questo Comune, responsabili quanto i nostri politici dello stato di coma in cui versa la città: per questo mese, ragazzi, niente stipendio, e a fine anno niente premi. Poteva fermare altri appalti. E invece fa la cosa più semplice per lui, più immediata, e più odiosa per noi: chiude le mense, ferma gli scuolabus. Se la prendono con i bambini. Complimenti. 
Ora, qui deve essere chiara una cosa. La politica - per dirla con l’ex ministro Rino Formica - è sangue e merda. Espressione dura, lo so, ma serve a fare capire che la politica non si fa comportandosi da dame di San Vincenzo o da improvvisati paladini della legalità e del decoro urbano. Si fa sporcandosi le mani, prendendo decisioni, stando meno in giro a partecipare a improbabili elezioni di miss delle nostre ridanciane contrade. La politica si fa...facendo politica, cosa che a questa città manca. Ma la cosa preoccupante è che siamo solo all’inizio: se in 100 giorni già siamo arrivati a questo punto, in 5 anni dove arriveremo?
Ironia della sorte, il taglio dei servizi ai cittadini avviene nel giorno in cui il Pd incasella un’altra tappa nel cammino di disfacimento del tessuto politico del nostro territorio. La Regione Siciliana, infatti, decide per l’ennesima volta, di non decidere su Trapani Birgi, e affida le chiavi dell’aeroporto ad un presidente espressione dei soci privati, in un Cda con nessun componente espressione della nostra comunità. Un chiaro messaggio: non siamo all’altezza, non sappiamo scegliere.
Ma il campione locale di nomine, incarichi e indotti salti della quaglia, il deputato Nino Oddo, riesce a piazzare un suo fedelissimo, l’inespressivo consigliere comunale di Marsala, Oreste Alagna (ex Forza Italia, ex Udc, ex boh..), addirittura come presidente del collegio sindacale dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani Birgi. Perché a questo serve ormai la politica, solo a questo: occupare posti. Oreste Alagna, poi, è un caso particolare, è, di fatto, un mantenuto da noi cittadini, tecnicamente. Ha lo stipendio di 1400 euro da consigliere comunale, a questo sommerà quello di presidente del collegio dei Sindaci dell’Airgest (2000 euro al mese?), la moglie è assessore a Trapani (altre 2000 euro al mese?). Ha capito tutto, della politica, Oreste Alagna. Altro che la Tasi. 
E allora di cosa diavolo ci lamentiamo? Ognuno, dicevo, ha i politici che si merita. Ci dicono che non ci sono i soldi per aprire la mensa per i bambini? E noi i nostri figli portiamoli a mangiare a casa di Oreste Alagna. Un pezzo di pane non si nega a nessuno. Nell’attesa che il Sindaco Di Girolamo si svegli dal suo torpore, e cominci a fare politica. Altrimenti, tutti a casa (sempre di Oreste Alagna? Beh… non ci allarghiamo…).

Giacomo Di Girolamo