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19/10/2015 03:42:00

Marsala, la fiducia di Massimo Bellina e lo stato della città

 di Dino Agate Su questo giornale, alcuni giorni addietro, Massimo Bellina, che tra l'altro rappresenta l'azienda vinicola Carlo Pellegrino e c. s.p.a., ha pubblicato una lunga lettera sull'amministrazione comunale e sulla città, affermando che questa amministrazione é la migliore che ci si possa augurare. Leggendo la lettera, si nota che Massimo Bellina é contento del nuovo sindaco, della sua amministrazione, e della ripresa economica in atto, sia pur timida.
Per quanto riguarda il sindaco, chi lo ha votato - ed é stato votato da molti - deve sostenerlo ed incoraggiarlo: bisogna dargli il tempo di mostrare quello che sa fare. Per quanto riguarda il consiglio comunale, bisogna distinguere tra maggioranza, che dovrebbe approvare le proposte della giunta, e minoranza che, stando all'opposizione, può non approvarle. Riguardo in particolare al proposto aumento, da parte della giunta, della Tasi dall'1,5 al 2,5 per cento, in teoria il sindaco e la giunta avrebbero dovuto incassare il "sì" dei consiglieri che fanno maggioranza a favore dell'attuale amministrazione. Invece, é capitato che esponenti della maggioranza consiliare, d'accordo con altri della minoranza, hanno respinto la proposta dell'amministrazione. La maggioranza, quindi, non ha fatto il suo dovere, dimostrandosi fragile ad appena tre mesi dalle elezioni. Il sindaco dovrà tenerne conto. La minoranza consiliare, allora, ha fatto bene il suo lavoro? Non ne sono convinto, perché al mancato aumento dell'aliquota della Tasi, che avrebbe dato una boccata di ossigeno alle casse comunali, non ha proposto valide azioni alternative.
La ripresa economica della città, poi, non appare a nessuno, salvo che a Massimo Bellina che guarda i conti della sua azienda. Può darsi che da quei conti, entrate ed uscite, lui veda qualcosa di positivo, ma la città non trae profitto dai conti della sua ditta.
Siamo come in quei momenti di fine agosto, quando il cielo s'imbroncia, e si spera che venga giù un acquazzone consistente, che possa dare gonfiore e vigore ai grappoli d'uva. Poi, capita che vengono giù solo timide e sparute gocce di pioggia, e si resta ancora a sognare acquazzoni vivificanti. Ecco, la città vive di questi tempi come in sospensione: attende quello che potrà avvenire, e spera senza sapere se le sue speranze si realizzeranno.
Abbiamo grossi argomenti che stanno nel cuore di tutti, come ad esempio: il porto, se si farà o non si farà; i progetti approvati, quattro o cinque anni fa, dal sindaco Renzo Carini, riguardanti aree strategiche del territorio: l'acquisizione delle aree militari dismesse dell'Idroscalo e della polveriera di via Dante Alighieri; l'acquisizione dell'area inutilizzata della Ferrovia, dove avrebbe dovuto sorgere anche un grande parcheggio pubblico. Restano fra i sogni fra l'altro, nonostante le promesse, il completamento del restauro del Palazzo Grignani, quello della chiesa di San Giovannello, e la definizione del monumento ai Mille. Dello spostamento degli Arazzi fiamminghi nel restaurando Collegio dei Gesuiti, che sembrava cosa fatta, non se ne parla più. Sul Parco archeologico, che appare un vero e proprio recinto di pecore, non si sentono novità.
La città é come in sospensione, in attesa del futuro. Non si può essere fiduciosi. Si può solo sperare che Dio questo sindaco ce l'abbia mandato buono.