La giornata è bella. I giornalisti stranieri guardano stralunati questa Sicilia dove sembra sempre estate. Siamo a Trapani, nel cuore della base militare Nato, "embedded" per qualche ora, per la presentazione di Trident Juncture, la più grande esercitazione della Nato dal dopoguerra in poi. La base operativa è proprio Trapani. La giornata è bella, ma l'aria è lugubre. Uno sfoglia le pagine dei giornali e trova che la profezia di Papa Francesco, la guerra mondiale pezzetto per pezzetto, è quanto mai vera. La Libia è una terra di nessuno, alla faccia della primavera araba, in Palestina rinasce l'Intifada, la Siria ricorda sotto molti aspetti la guerra civile spagnola, poco prima della seconda guerra mondiale, per non parlare del'IS, lo stato islamico, che avanza minaccioso, e di tutte le altre tensioni in Iraq, in Afghanistan, in Iran.
Sono giochi di guerra, qui sui cieli di Trapani. Ma si fa terribilmente sul serio. 36.000 unità, 34 Paesi, unità terrestri, marine, militari. E i generalissimi della Nato che ripetono in tutte le lingue del mondo alleato: "E' un'esercitazione vera, siamo pronti a difendere chiunque e dappertutto". Ed è "realistico" il termine che ritorna più spesso, negli interventi ufficiali, tra inni e bandiere che sfilano, nella conferenza stampa. Tutto è "realistico". "Molte crisi intorno a noi rendono la situazione complessa", è il corollario.
All'aeroporto di Trapani Birgi, presso la base del 37' stormo da oggi al 6 novembre verranno impiegati circa 500 militari italiani, oltre 200 stranieri, 30 aerei tra caccia F16 greci, polacchi e canadesi, Amx, Eurofighter, Tornado italiani e un C130 da ricognizione canadese.
Lo scenario che verrà affrontato nella simulazione è quello di un paese immaginario, la Cerasia dell'Est invasa dal vicino stato di Kamon in un conflitto strategico per le risorse idriche. La Nato interviene con una missione militare lampo. Questa, appunto, è solo una simulazione.
L'aeroporto di Trapani Birgi in passato aveva già visto un consistente dispiegamento di forze. Quella volta però non era un'esercitazione, era tutto nell'ambito della guerra in Libia del 2011 con l'intervento militare dell'alleanza per consentire poi l'eliinazione del regime di Gheddafi.
I voli civili dello scalo Vincenzo Florio, hanno assicurato, non subiranno ripercussioni; lo ha detto anche il ministro Pinotti rispondendo ad una interrogazione. Ieri c'è stata la cerimonia inaugurale con un alto rappresentante del ministero della Difesa, il vice segretario Generale della Nato, l’ambasciatore Alexander Vershbow, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e il comandante del Comando alleato interforze di Brunssum, generale Hans-Lothar Domrose. Le esercitazioni sono delle attività di simulazione di ricognizioni in volo, intercettazioni e attacchi simulati.
Gli obiettivi sono tra la Sardegna e la Penisola italiana.
Intanto entra nel vivo la mobilitazione contro la Nato e la guerra. Domenica c'è stata una giornata all'insegna della musica, del teatro e della danza al parchetto della Pace di Petrosino “con l'obiettivo di continuare a informare e sensibilizzare i cittadini e invitarli alla manifestazione regionale che il 31 ottobre si terrà per le strade del centro di Marsala” dicono dal Comitato provinciale contro la guerra e contro la Nato. "La Sicilia diventerà laboratorio di sperimentazione bellica – dice Chara Paladino del coordinamento provinciale - e ciò che verrà violata sarà la sua vera natura, rendendola luogo in cui si testano tecniche atte alla sopraffazione e all’annientamento dei popoli, in cui si testano infrastrutture e strumenti bellici che peraltro procurano gravi danni alla salute di chi vive i territori e all'ambiente. Come cittadini ci stiamo mobilitando contro queste esercitazioni e contro chi vuol rendere la terra in cui viviamo luogo in cui si gioca a fare la guerra, luoghi da contaminare e deturpare sia nell'immagine che nella sostanza. Rivendichiamo il diritto di vivere in maniera degna, in salute e in serenità, di avere potere decisionale sulle sorti dei luoghi in cui viviamo e di difenderli”.
La manifestazione del 31 a Marsala coinvolgerà tutta la Sicilia, ci sarà come un asse con i No Muos, che da anni protestano contro i radar della Nato a Niscemi.
“Gli abitanti della Sicilia conoscono molto bene gli effetti devastanti frutto della militarizzazione dell'isola. Il Muos di Niscemi, la base di Sigonella, gli impianti di radio telecomunicazione, le installazioni radar e le postazioni per le guerre elettroniche presenti a Lampedusa, il radar della135^ Squadriglia dell’Aeronautica militare di contrada Perino a Marsala hanno negli anni generato incremento del rischio di insorgenza di tumori,inquinamento acustico, fenomeni di estinzione animale e vegetale, malformazioni fetali”.