Crocetta ha azzerato la Giunta. “La giunta è tutta azzerata politicamente,non ho ancora ritirato le deleghe perché sto verificando gli impegni istituzionali degli assessori per non compromettere l’attività amministrativa. Entro sabato voglio formare il nuovo governo”. Lo ha detto all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.
“Comincerò oggi stesso con Raciti, e a seguire incontrerò i segretari degli altri partiti”, ancora Crocetta riferendosi al giro di consultazioni da avviare per formare il nuovo esecutivo. “Entro sabato – ribadisce il governatore – questa storia va chiusa”.
Accelera dunque il cammino del rimpasto e si avvicina la nascita del Crocetta quater. Che dovrebbe vedere l’ingresso in giunta di altri politici e di deputati regionali. Nelle prossime ore i partiti assumeranno al loro interno le decisioni al riguardo. Fausto Raciti ieri aveva annunciato una direzione del Pd per discutere della situazione politica. Sembra quindi tramontare l’ipotesi di elezioni anticipate caldeggiata dai renziani negli ultimi giorni.
“Nuovo governo entro questo fine settimana e intanto oggi azzero la giunta. Ma i partiti devono fare presto, altrimenti vado avanti da solo e decido per conto mio. Non possiamo permetterci questa fase di stallo continuando a discutere di rimpasto all’infinito”. Così aveva detto ieri mattina il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, all’indomani dell’incontro a Roma con il Pd e il suo vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini che hanno dato il via libera all’operazione, allontanando l’ipotesi del voto anticipato.
“Non c’è più sul tavolo”, conferma Crocetta, che insiste sulla necessità di fare in fretta: “Non c’è tempo da perdere. Via le deleghe, restano quelle necessarie per non creare un blocco operativo, ma tocca ai partiti non creare più fibrillazioni, decidere con convinzione di andare avanti e fare i nomi per chiudere questa partita nei prossimi giorni”.
Il Manifesto fa unì’interessante analisi degli scenari possibili, quattro:
Gli scenari al momento sono quattro. Primo, il governo dei migliori: è la soluzione caldeggiata da Raciti, condivisa dall’Udc e che dovrebbe essere sostenuta, per potere essere realizzata, anche dai ‘renziani’. In giunta entrerebbero i big dei partiti, tra questi Antonello Cracolici (ex cuperliani), Giuseppe Lupo (AreaDem) e Baldo Gucciardi (renziano), che sarebbe confermato assessore, così come Giovanni Pistorio dell’Udc. «In questo modo si blinda la legislatura», sussurra un dirigente. E soprattutto si prepara il terreno per le regionali del 2017, col Pd alleato di Udc-Ncd e dei cespugli Sicilia Futura e Sicilia democratica. Tutto ancorato al «patto di lealtà» preteso da Crocetta.
Secondo scenario. Con i «renziani» fermi sulle proprie posizioni di ‘lotta e di governo’, Crocetta formerebbe il nuovo esecutivo confermando alcuni degli assessori uscenti, tra cui Baccei, poco amato dal resto degli alleati e in rotta col governatore sulle scelte economiche. Faraone manterrebbe così il controllo sulla delega più importante, quella all’Economia, in una fase in cui la Regione è impegnata nella trattativa col governo centrale sulla copertura del disavanzo di quasi 2 miliardi di euro.
Terza ipotesi. Raciti non riesce a tenere unito il Pd, i «renziani» rimangono fuori dal governo con Crocetta che comunque riesce a trovare i numeri in Assemblea per continuare a governare. A Roma però si ritroverebbe un governo ostile. E i problemi finanziari della Regione potrebbero aggravarsi, col rischio di un default dei conti pubblici e il conseguente commissariamento di Palazzo d’Orleans.
Quarto. E’ lo scenario che tutti temono, tranne Faraone: il voto anticipato. Parola che fa tremare i polsi ai deputati dell’Assemblea che per due volte hanno respinto la mozione di sfiducia a Crocetta, rimanendo ben saldi agli scranni di sala d’Ercole. Gli unici a beneficiarne, secondo alcuni sondaggi non ufficiali, sarebbero i 5stelle. Grillo così potrebbe davvero mettere le mani sulla Regione, al cospetto di un centrosinistra spaccato e di un centrodestra ai minimi termini. Per i partiti sarebbe come fare harakiri, anche perché dalla prossima legislatura i posti all’Ars saranno 70 e non più 90. E prima del voto in tanti vogliono mettere mano alla legge elettorale, a cominciare dall’abolizione del listino del presidente. Poi c’è una quinta opzione. Crocetta non l’ha mai esclusa, anzi: il governo del presidente. Se i partiti non troveranno la sintesi in poco tempo, il governatore è pronto ancora una volta a sparigliare il banco.